Trattativa ferma: niente soldi anche per chi dovrà seguire i bimbi di 2,5 anni. Scuola, riforma a singhiozzo. L'Aran smentisce il ministro Moratti sul tutor. di Alessandra Ricciardi da ItaliaOggi del 9/9/2004
L'Aran smentisce la Moratti sulla riforma della scuola. L'agenzia governativa per la contrattazione nel pubblico impiego ieri ha comunicato ai sindacati che la trattativa per l'introduzione del docente tutor nelle scuole è sospesa per la necessità di "procedere a una consultazione con la parte datoriale", ossia con il ministero dell'istruzione. Eppure, il ministro dell'istruzione, Letizia Moratti, aveva confermato, durante la conferenza-stampa svoltasi in mattinata, che la trattativa non era stata affatto sospesa e che il 10 settembre ci sarebbe stato un nuovo incontro. L'incontro, stando alla nota protocollo n. 6685 dell'Aran, non ci sarà, probabilmente per verificare la possibilità di reperire nuove risorse, quelle richieste dai sindacati non solo per il tutor, ma anche per le figure professionali che dovranno seguire i bambini di 2,5 anni iscritti anticipatamente alla scuola materna. Nel primo caso, gli attuali stanziamenti consentirebbero un compenso aggiuntivo di circa 10 euro al mese. Nel secondo, non esiste nessun fondo ad hoc.
Continua così la bagarre sulla riforma della scuola, con dati contrastanti non solo tra maggioranza e opposizione. Il tutor è un obbligo di legge, ha detto la Moratti, le scuole dovranno individuare i docenti cui assegnare questa funzione, la trattativa all'Aran "non è preclusiva rispetto all'applicazione della legge". Anzi no, ha poi rettificato nel corso della stessa conferenza, è opportuno che le scuole attendano la chiusura della trattativa con i sindacati all'Aran, che ne disciplina i profili professionali e i risvolti economici. Il dilemma sull'insegnante con funzioni di coordinamento dell'attività didattica, di guida degli alunni e di rapporto con i genitori non è dunque affatto sciolto. "Il ministro forse non sapeva che la vertenza non può andare avanti', ha commentato Francesco Scrima, segretario della Cisl scuola, "del resto avevamo detto sin dall'inizio che una trattativa senza risorse certe e adeguate era improponibile".
La Moratti ha poi elencato quanto finora fatto: un avvio regolare dell'anno scolastico 2004-2005, con tutti i professori in classe "fin dall'inizio delle lezioni per il quarto anno consecutivo", 15 mila assunzioni quest'anno, che si aggiungono alle 62 mila di tre anni fa, con una riduzione del precariato del 30%. Inoltre, 11 regioni hanno già completato l'assegnazione delle supplenze con 76 mila incarichi annuali, sono stati nominati 1.300 nuovi capi d'istituto e attivate procedure per il concorso ordinario a 1.500 posti in posizioni di dirigenza. I dati positivi continuano, con 2 mila insegnanti in più per la seconda lingua comunitaria nella prima classe delle medie e mille nuovi insegnanti di inglese nella scuola primaria; 2 mila insegnanti in più per gli anticipi, sempre della primaria.
I Democratici di sinistra, ai segni più del
ministro hanno contrapposto i tagli alle risorse economiche, ai fondi,
agli enti locali, alle cattedre, agli organici, agli insegnanti di
sostegno e al tempo pieno, all'autonomia scolastica, una scuola "che
si avvia al disastro", critica Piero Fassino, segretario dei Ds. "Dal
contratto agli investimenti, dagli organici al precariato, dalle
tensioni e contrasti sulla riforma all'edilizia scolastica, l'agenda
delle questioni che devono trovare ancora una soluzione è molto
densa", ha incalzato Massimo Di Menna, numero uno della Uil scuola.
"La realtà è sotto gli occhi di tutti ed è molto diversa da quella che
descrive il ministro, la scuola è nel caos", argomenta Enrico Panini,
segretario della Cgil scuola. |