Scatti d’anzianità congelati? No, grazie

 da TuttoscuolaFocus del N. 70/166 27 settembre 2004

 

Le voci ufficiose di possibili congelamenti degli scatti di anzianità da prevedere nella prossima legge finanziaria hanno fatto scattare immediatamente un ferma reazione sindacale anche a difesa del personale della scuola. Del resto l’ipotesi di bloccare gli scatti di anzianità nella retribuzione dei dipendenti pubblici è sembrata un po’ avventata e fuori luogo per varie ragioni.

Innanzitutto il blocco della progressione per anzianità, mentre costituisce un piccolo vantaggio per il singolo dipendente, non porta invece risparmi sostanziali all’Amministrazione perché il turn-over determina una specie di compensazione tra anzianità in uscita e anzianità in entrata.

Inoltre non vi sono più da molti anni gli scatti biennali di anzianità e la progressione in effetti è molto lenta. Da un decennio almeno, infatti, la progressione retributiva del personale della scuola non avviene più con cadenza biennale, ma mediamente ogni sei anni, un tempo che corrisponde alla durata di permanenza nelle posizioni stipendiali (gradoni), tanto che ormai i veri aumenti retributivi non sono più determinati dalla anzianità ma dai contratti che hanno, come è noto, una cadenza biennale per gli aspetti retributivi.

Nella scuola i passaggi di gradone avvengono al 3°, al 9°, al 15°, al 21° al 28° e al 35° anno di carriera e hanno effetto dal 1° gennaio. In base all’attuale progressione stipendiale, il prossimo gennaio, finanziaria permettendo, i docenti dell’elementare che maturano l’anzianità per il passaggio di gradone fruiscono di un aumento mensile lordo che va da un minimo 34,47 euro a 110,7 euro; i docenti di scuola media da un minimo di 36,76 ad un massimo di 128,87 euro lordi mensili; i docenti delle superiori da un minimo di 74,71 ad un massimo di 169,14 euro lordi mensili.