Partiti ieri al Miur i sei tavoli tecnici. La deadline è il 28/2.

Le lauree riformate

Tempi brevi per modificare le classi

a cura di Ginevra Sotirovic, da ItaliaOggi del 29/9/2004

 

Parte la riforma delle classi di laurea e sarà realizzata in tempi brevissimi grazie a un enorme contributo tecnologico e informatico. Sei tavoli tecnici costituiti da esponenti del mondo accademico e da quello ordinistico dovranno definire i contenuti delle discipline in attuazione alla nuova università a Y che il ministero guidato da Letizia Moratti sta limando dopo le osservazioni critiche della Corte dei conti. Il decreto del ministro che sarà emanato nei prossimi giorni fisserà al 28 febbraio prossimo la data ultima per consegnare il lavoro.

Una scadenza strettissima e che per poter essere rispettata dovrà contare su uno scambio continuo di informazioni tra tutti i componenti dei singoli tavoli di lavoro e tra i diversi tavoli tra loro e il comitato di coordinamento (costituito dai vertici del ministero, degli ordini professionali, dei docenti, dei presidi di facoltà e dei rettori).

 

Per farlo il Miur ha chiesto il supporto del Cineca, il centro di calcolo nazionale delle università, che ha messo a disposizione moderni strumenti tecnologici per comunicare e continuare il lavoro anche al di fuori delle mura ministeriali. La prima riunione si è tenuta ieri al ministero dell'università e, subito dopo la firma del decreto, si terrà il prossimo incontro operativo.

 

"Si partirà dalle vigenti 47 classi di laurea e 109 di laurea specialistica (dm 4 agosto 2000, 28 novembre 2000, 2 aprile 2001, 12 aprile 2001), senza alcun vincolo anche rispetto alle ipotesi di accorpamento in passato elaborate", ha tenuto a precisare la Siliquini che ha assicurato come sia comunque "necessaria un'opera di semplificazione delle attuali classi, con riferimento particolare a quelle specialistiche, nell'ottica di perseguire l'efficacia e l'efficienza dell'azione formativa".

 

Il lavoro non sarà comunque semplice, anche se l'atmosfera di partenza sembra piuttosto positiva se si tiene conto che per la prima volta le università hanno dovuto incassare la presenza di ordini professionali a tavoli di lavoro su materie fino a ora di stretta competenza dell'ambiente accademico. Una scelta di metodo che è stata accolta con favore dal Cup, il Comitato unitario degli ordini professionali.

 

"Mi sembra che almeno per il momento la divisione dei compiti sia assolutamente paritaria ed equilibrata", ha commentato Armando Zingales, vicepresidente e delegato Cup per le questioni universitarie. Ma certo la decisione di affidare ai presidi di facoltà il coordinamento di ogni tavolo di lavoro fa capire il non facile lavoro di mediazione che la Siliquini dovrà compiere in questi mesi per ottenere un risultato già fallito da un'altra commissione ministeriale presieduta da Adriano De Maio, allora consulente del ministro Moratti che gli aveva affidato anche la gestione del commissariamento del Cnr (Consiglio nazionale delle ricerche) e il cui lavoro ora (anche per le proteste che aveva fatto sollevare) è stato completamente accantonato.
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