Il ministro: "Abbiamo ereditato una situazione disastrosa

Nonostante tutto, gli obiettivi previsti sono stati raggiunti".
 

Ecco la scuola della riforma

il primo esame è per la Moratti.


"Quali tagli, abbiamo speso 5 milioni di euro in più"

E i computer nelle scuole sono aumentati".
 

 di Cristina Nadotti da la Repubblica dell'8/9/2004

 

ROMA - Letizia Moratti presenta l'anno scolastico 2004/2005, quello della riforma, e mette le mani avanti: "Con le nuove disposizioni non ho la pretesa di risolvere tutti i problemi della scuola, ma porto dei dati positivi. Le criticità restano, ma abbiamo ereditato una situazione disastrosa che si trascinava da 40 anni, con problemi di bilancio spaventosi. A molte cose noi abbiamo messo un freno".

Finché Letizia Moratti sciorina ininterrotta le cifre dell'anno scolastico 2004/05, in cui riprenderanno le lezioni otto milioni 700 mila ragazzi e un milione 73mila tra insegnanti e personale non docente, è quasi convincente. Peccato per il lapsus, per un ministro che ha ritoccato pesantemente i programmi di storia e geografia: "Mi sembra giusto ricordare gli eventi tragici della scuola in Cecenia" afferma Letizia Moratti, spostando dunque Beslan dall'Ossezia a un altro stato. Poi l'elenco degli obiettivi raggiunti.

Insegnanti. "Abbiamo completato 15 mila assunzioni, di cui 2500 del personale tecnico e ausiliario - dice il ministro - un ottimo risultato visto che abbiamo ereditato una disastrosa situazione di precariato, che si trascina da 40 anni e ha avuto un picco negli anni '80 con il decremento demografico. Sappiamo che la situazione è ancora critica, ma le assunzioni hanno ridotto il precariato del 30 per cento rispetto all'estate del 2001. E' inoltre previsto un piano di immissioni in ruolo pluriennale, una programmazione che terrà il fenomeno sotto controllo".

Avvio delle lezioni. "Le lezioni inizieranno regolarmente, nonostante le modifiche di legge che hanno reso necessaria la compilazione di nuove graduatorie. L'amministrazione ha lavorato anche a Ferragosto per pubblicare le graduatorie definitive nei tempi stabiliti, ciò ha permesso di assegnare tutte le cattedre disponibili. Per quanto riguarda invece le supplenze annuali, otto regioni hanno già concluso le operazioni, le altre lo faranno entro il primo giorno di scuola". E qui il ministro si lamenta dei titoli dei giornali, colpevoli di parlare di "caos" quando "negli anni passati, quando la situazione era molto peggiore, si leggeva al massimo di 'balletto di cattedre'".

Spesa. "Non è vero che ci sono stati tagli, anzi la spesa è passata dai circa 35 milioni di euro del 2001 ai 40 del 2004. Questo testimonia l'impegno nel sostegno alla riforma". Il dato del quale la Moratti è particolarmente soddisfatta è quello sui laboratori: "Ci sono più computer in tutte le scuole: nel 2001 il rapporto era di 1 ogni 28 alunni, oggi è di 1 a 15, siamo dunque rientrati nella media europea".

Integrazione. "Gli alunni stranieri sono 50 mila in più rispetto al 2003 e l'obiettivo è l'integrazione piena. E' in atto un'indagine per valutare i risultati conseguiti dagli alunni stranieri, in modo da verificare il loro processo formativo e assicurarsi che proceda come quello degli alunni italiani".

Dispersione. "La percentuale di abbandoni scolastici è scesa dal 22 al 20 per cento - legge il ministro - quindi siamo vicini alla media europea, che è del 18-19 per cento. In ogni caso abbiamo dedicato a questo tema numerosi progetti per raggiungere l'obiettivo stabilito in sede Ue a Lisbona, del 10 per cento". Per questo la Moratti ha citato innovazioni nelle modalità dell'istruzione, con la possibilità di alternare scuola e lavoro e ha sottolineato gli accordi raggiunti con tutte le regioni per i corsi di formazione professionale.

 

Fin qui, dunque, quelli che Letizia Moratti considera i fiori all'occhiello del suo lavoro. Quando però ci sono le domande, il ministro appare subito meno sicura. Non parla di formazione degli insegnanti, di progetti per aggiornarli sui contenuti della riforma: quando le viene fatto notare afferma: "La formazione seguirà gradualmente il processo di riforma" poi accenna a progetti degli anni passati, parlando di corsi archiviati, come quelli che hanno dato a 198 mila insegnanti la patente europea del computer.

Quando, ancora, le si fa notare che gli insegnanti sono disorientati circa i tempi e i modi di attuazione della riforma, e si torna ancora una volta sull'ambiguità della funzione del tutor, Letizia Moratti gira intorno ai concetti, si contraddice: "E' legge dello Stato, quindi la funzione tutor va già istituita" afferma prima, poi dice ancora "Del tutoraggio non vorrei parlare perché è ancora in corso una trattativa con i sindacati".

Sull'ultima domanda ("ma insomma, se sono ancora previste modifiche alla riforma e ci sono trattative in corso, cosa studieranno quest'anno gli alunni") il ministro afferma perentorio: "Le indicazioni ministeriali saranno seguite", poi si alza e se ne va.