I PROGRAMMI DI LAVORO DELLE CITTA’ DELLE SCUOLE
2 settembre 2004
La gamma delle iniziative assunte dai Comuni per questo primo Settembre pedagogico risulta ampia, variegata e concretizza l’impegno delle città nei confronti dei bambini, delle famiglie, degli insegnanti e dà conto del buon esito del raccordo e della collaborazione tra la scuola e la comunità locale. I programmi giunti sono numerosi e ben articolati. Molti di essi si segnalano per l’ampiezza e la qualità degli incontri organizzati, per il coinvolgimento delle diverse componenti del sistema formativo locale, per l’impegno profuso. Particolare attenzione è riservata dai comuni alla informazione e alla comunicazione coi cittadini sulle problematiche della scuola. A questo tema il comune di Torino dedica una intera sessione dal titolo “La comunicazione come cultura”, coinvolgendo l’Università, gli operatori culturali e la RAI con la trasmissione Melevisione Sappiamo che le istituzioni scolastiche sono investite di un numero sempre maggiore di compiti: oltre alla trasmissione dei saperi ogni scuola è oggi impegnata in attività di socializzazione, di sostegno agli alunni e alle loro famiglie, di integrazione delle differenze culturali, di prevenzione delle varie forme di disagio soprattutto nelle fasce di età cosiddette a rischio. Molte iniziative vengono messe in campo per affrontare nuovi bisogni dei ragazzi e nuove emergenze sociali. Ciò avviene in situazioni spesso difficili, che richiedono alla scuola l’elaborazione di nuove strategie e di nuove modalità di relazione col contesto in cui opera. Alla scuola viene oggi assegnato un ruolo più incisivo all’interno del territorio, mentre alla comunità locale si chiede di rafforzare le funzioni educative. E al comune si guarda come all’interlocutore che ha mezzi e risorse per garantire la stipula del patto, dell’alleanza pedagogica tra le diverse agenzie formative della città, per assicurare sul territorio piena espansione ai processi di socializzazione e di acculturazione delle nuove generazioni. Per sottolineare l’importanza del dialogo e della collaborazione tra le varie componenti del sistema formativo cittadino, vi sono comuni - come nel caso di Perugia, di Spilamberto, in provincia di Modena o di Ancona - che promuovono una inaugurazione pubblica e solenne dell’anno scolastico, con la presenza dei massimi rappresentanti delle istituzioni formative, dai dirigenti scolastici all’Arcivescovo, al Prefetto, per concordare od aggiornare il patto d’intesa tra la città e la scuola, per verificare e riprogettare le collaborazioni. Sono altresì presenti iniziative – come nel caso di Pontedera – in cui col Settembre Pedagogico si procede alla costituzione di nuovi organismi di coordinamento sul territorio tra la scuola, il comune e le famiglie. Numerose inoltre le attività – come nel caso di Firenze – finalizzate alla presentazione e alla sottoscrizione di intese per l’integrazione degli interventi tra enti diversi, per la governance territoriale, per promuovere la continuità educativa. Diverse le manifestazioni pubbliche del Settembre Pedagogico – da Reggio Emilia a Campoformido (UD), da Modena a Chiaromonte (PZ) - volte ad esaminare e valutare i cambiamenti introdotti dalla Riforma e le loro conseguenze sulla scuola e sul contesto cittadino, con approfondimenti di forte spessore quali quello dedicato ai “Tempi della scuola… tempi del bambino” a Tolmezzo, in provincia di Udine, organizzato dalla Comunità Montana della Carnia. Le riforme scolastiche dell’ultimo decennio hanno trasferito poteri e competenze dal centro alla periferia, con l’autonomia degli istituti scolastici e il decentramento di funzioni agli enti locali. Sono state valorizzate esplicitamente le risorse e le opportunità culturali del territorio. Ad ogni scuola è stato richiesto di elaborare una politica formativa al servizio degli alunni e delle famiglie che sia radicata nel territorio. In questa ottica il Piano dell’Offerta Formativa è diventato il documento di pianificazione con cui ogni istituto sceglie l’identità e la sua strategia nei rapporti col territorio e col contesto ambientale di riferimento. Col POF ogni istituto precisa il ruolo che intende giocare in relazione agli altri soggetti presenti sul territorio: le famiglie e gli alunni, l’ente locale, le altre istituzioni scolastiche e formative, il mondo produttivo, l’associazionismo. Il POF rappresenta per la scuola lo strumento di costruzione del patto tra i vari attori del sistema formativo. La presentazione alla città del Piano dell’Offerta Formativa da parte delle scuole, la sua discussione coi diversi attori del sistema formativo, la concertazione di proposte innovative e di accordi di collaborazione sono al centro del Settembre Pedagogico di comuni piccoli come Certaldo (FI) e di grandi comuni come Genova, che da oltre 4 anni ha istituzionalizzato un vero e proprio Patto operativo per la Scuola con tutti gli istituti della città. L’apertura al territorio consente alla scuola di entrare in rapporto con una ampia e articolata gamma di opportunità e di risorse per realizzare esperienze ed attività educative e culturali integrate e produttive, di cui è un bell’esempio la giornata dedicata al tema “I nostri ragazzi e le persone anziane”nel comune di Carbone, una piccola realtà nella provincia di Potenza. Molteplici sono le opportunità formative offerte dal territorio: biblioteche, musei, teatri, mediateche, ateliers, centri sportivi, ricreativi, culturali, consultori, spazi naturalistici. Gran parte di queste strutture sono gestite o partecipate dai comuni, che in occasione del Settembre Pedagogico diventano sede di pregiate iniziative come quella organizzata dal comune di Reggio Emilia, nel Cortile di Palazzo Casotti, con l’attrice Ivana Monti e le sue letture di “Maestri e Poeti”. O nel caso del comune di Perugia che promuove al Teatro Morlacchi “Il castello di DO FA LA”, una favola musicale, realizzata e rappresentata dalle scuole materne cattoliche e un “Racconto in musica” di e con Stefano Benni. Mentre il comune di Gela, tra le altre molte manifestazioni, promuove una riflessione a più voci su un tema legato alla cultura del territorio: “Persistenza e diversità del divino femminile nei culti di Gela: dalle divinità greche alla devozione Mariana”. Nel territorio sono altresì presenti le offerte dell’associazionismo, del privato sociale, del mondo produttivo locale, rispetto alle quali i comuni svolgono sovente un ruolo di raccolta e di mediazione nei confronti del sistema formativo territoriale, come nel caso della Giornata Europea del Patrimonio organizzata dal comune di Potenza, per riflettere sulla memoria storica. L’importanza del comune come interlocutore e partner della scuola per la promozione dell’offerta formativa e per la gestione dei rapporti col territorio viene ben messa in evidenza nelle realtà cittadine in cui la scuola gode di buona salute e di una buona reputazione presso l’utenza, tanto da poter avanzare proposte controcorrente, come quella dei comuni della Valdera, che presentano ai genitori il progetto “A scuola senza zaino”, riprendendo la riflessione sul peso dei libri di testo e l’esigenza di individuare forme diverse dal libro personale per ogni alunno. Rilevante è l’impegno del comune per la scuola: non vanno dimenticati gli investimenti dell’ente locale per l’edilizia scolastica, per le attrezzature, per le mense, per il trasporto degli alunni, per i libri di testo, per le borse di studio, per il sostegno ai disabili, per l’inserimento degli alunni stranieri, per il contrasto al disagio e alla dispersione scolastica, per la promozione della cultura della sicurezza nei luoghi di lavoro, sulle strade, nell’alimentazione, per promuovere la continuità educativa, per sostenere i progetti educativi delle scuole paritarie, per favorire l’orientamento scolastico, per realizzare l’educazione degli adulti, per la gestione dei nidi d’infanzia, che non sono visti come “pesi”, ma come componenti della qualità della vita delle città. In questo contesto si segnalano le iniziative del comune di Forlì in cui il Prof. Canevaro dell’Università di Bologna interviene nel tema “Nuove frontiere della scuola: l’integrazione degli alunni disabili scelta di valore e di qualità” e del comune di Pisa “Ecce giovani – siamo fatti così” dibattito sui problemi degli adolescenti e preadolescenti. Numerosissime le iniziative del Settembre Pedagogico che propongono laboratori didattici e incontri di formazione legati alla ricerca d’ambiente (naturale e storico), ai nuovi alfabeti, alle attività espressive, alle specificità culturali delle diverse comunità locali. Dal recupero dei giochi dimenticati, laboratorio organizzato dal Comune di Caldera (Potenza), all’ apprendimento linguistico in un English City Camp promosso per i bambini dal Comune di Bucine, alla serie di giornate tematiche (dalla stampa alla musica, dall’archeologia alla letteratura infantile) organizzate dal Comune di Potenza. Altrettanto numerose ed articolate le iniziative di studio e di formazione riservate agli insegnanti dei diversi ordini di scuola sui processi di apprendimento/insegnamento, sui contenuti disciplinari, sull’organizzazione scolastica: gli interventi di contrasto del disagio scolastico e di promozione dell’agio ad Ancona e a Modena la letto-scrittura e le abilità di base, la dislessia e la discalculia. L’esigenza di questa forte integrazione della scuola e della cultura, della scuola e dell’extrascuola, dei molteplici luoghi (istituzionali e non) dell’educazione viene considerato un orientamento anche per la costruzione di un sistema formativo europeo. Un’esigenza quella dell’integrazione che richiede un cambiamento non solo delle procedure amministrative, ma un mutamento culturale complesso nella gestione dei processi formativi. Infatti la ricerca di un rapporto di reciprocità, secondo linee di complementarietà e interdipendenza delle reciproche risorse formative, al fine di rispondere ai bisogni educativi e alle aspettative culturali delle singole comunità locali, necessita di strutture di mediazione più consolidate tra la scuola e il comune, di livelli organizzativi di coordinamento diversificati rispetto ai problemi affrontati e gli obiettivi. Questo raccordo tra la scuola e la comunità locale - con la mediazione indispensabile del comune - richiede una interazione sin dalla fase di programmazione, la costruzione e il mantenimento di canali di comunicazione stabili e una più solida cultura pratica per la collaborazione e l’integrazione, come segnalano il CIDI, i Dirigenti scolastici e il comune a Livorno nella giornata di studio su “La Città e la scuola, costruire il sistema educativo territoriale” . Il Settembre Pedagogico promosso dai comuni italiani rappresenta dunque una sfida alla progettualità dei diversi attori del sistema formativo per promuovere i diritti dei bambini e dei ragazzi, per sostenere le responsabilità educative delle famiglie, per contribuire allo sviluppo sociale e culturale della comunità locale. Questo per il primo anno. A Genova in novembre, durante l’Assemblea Nazionale, si verificherà il lavoro svolto e si programmerà per il settembre 2005, con più tempo a disposizione e con una esperienza pregressa cui far riferimento. |