Riforma:
240 mila potenziali tutor,
tra disciplina e ribellione
da TuttoscuolaFOCUS N. 67 del 6/9/2004
Un aspetto significativo della riforma Moratti
che parte da questo anno scolastico è il docente tutor, una figura non
ancora pienamente definita, al centro di discussioni, critiche e
voglia di disubbidienza.
Secondo la normativa di riforma vi dovrebbe essere un docente
incaricato di funzione tutoriale per ogni gruppo-classe. Nella scuola
dell’infanzia le funzioni tutoriali sono più ridotte ed entrambi i
docenti di sezione sono considerati tutor. Proprio per questo nella
scuola dell’infanzia non vi è stata la turbolenza registrata invece
nella scuola primaria dove il docente tutor è stato visto con
diffidenza e, a volte, con vera e propria ostilità.
Dal 30 agosto proprio sul docente tutor e sui suoi impegni di servizio
è stata aperta una trattativa sindacale per definire riconoscimenti
giuridici o economici per le responsabilità e i carichi di lavoro
determinati dalla nuova funzione.
Non si sa ancora se l’accordo che uscirà dalla trattativa comporterà
l’erogazione di compensi accessori per tutti i tutor oppure solamente
per una parte di essi costretti a prestazioni aggiuntive, mentre
un’altra parte potrebbe beneficiare solamente di riduzione dell’orario
di insegnamento per svolgere la funzione tutoriale.
Né si sa se la contestazione serpeggiante in diverse scuole con
minaccia di non dare attuazione alla norma andrà in porto.
L’unica cosa che si sa con certezza è il numero delle classi, in
ognuna delle quali dovrebbe operare questa nuova figura tutoriale:
41.450 sezioni di scuola dell’infanzia, 136.696 di scuola primaria e
26.029 prime classi della secondaria di I grado che dovrebbero
comportare, potenzialmente, 241.768 docenti tutor. Un piccolo
esercito, tutto ancora da addestrare e incentivare.