Indagine di ItaliaOggi sui benefici per la figura al centro della lite ministero-sindacati. Tutor, scontro per pochi spiccioli. Ai docenti prescelti andranno appena 10 euro in più al mese. di Alessandra Ricciardi da ItaliaOggi dell'1/9/2004
Uno scontro per un pugno di euro. Sull’introduzione nelle scuole della figura del tutor, una delle novità previste dalla riforma Moratti, che parte oggi con l’avvio dell’anno scolastico, si sta consumando l’ennesima frattura governo-sindacati. In gioco, il ruolo del docente e la sua carriera e, dal punto di vista economico, una manciata di euro in più. Ammonta infatti a circa 10 euro al mese il compenso che un docente delle elementari e delle medie potrà ricevere come tutor. Secondo una stima fatta da ItaliaOggi, in base al numero di classi coinvolte e ai finanziamenti disponibili per il 2004 e il 2005, il lordo dipendente annuo per un docente con funzioni di tutor delle elementari potrà arrivare a 197,27 euro, alle medie a 262 euro. il che, tolte le tasse e diviso per 12 mensiità, significa un incremento in busta paga rispettivamente di 9,53 euro e 12,66 (si veda tabella). Le carte sono state scoperte lunedì scorso, quando, in base a quanto prevede l’articolo 43 del contratto di lavoro, si è aperta all’Aran la trattativa per l’introduzione di figure apposite per accompagnare l’inserimento dei bambini di due anni e mezzo alle materne e, appunto, il tutor alle elementari e al primo anno delle medie. Per finanziare il tutor saranno impiegati 63,81 milioni di euro per il 2005, a cui si aggiungono 21,27 milioni per gli ultimi quattro mesi del 2004. Complessivamente circa il 70% di quanto messo a disposizione per l’intera riforma Moratti. Le classi coinvolte dalla nuova figura sono 137.500 alle elementari e oltre 80 mila alle medie (circa 26 mila se si considera solo il primo anno della secondaria inferiore). L’atto di indirizzo inviato all’agenzia governativa per la contrattazione nel pubblico impiego, all’articolo 4, delinea la figura del nuovo insegnante: «Oltre a essere in possesso di specifica formazione deve svolgere, in costante rapporto con le famiglie e il territorio, e avvalendosi del contributo degli altri insegnanti, compiti di orientamento in ordine alla scelta delle attività e degli insegnamenti rientranti nell’offerta opzionale/facoltativa organizzata dalle scuole... di tutorato degli allievi, di coordinamento delle attività educative e didattiche, di cura delle relazioni con le famiglie e della documentazione del percorso formativo compiuto dall’allievo». Le funzioni in questione saranno «affidate in ogni classe a un docente». Se dunque dovesse trovare seguito nell’articolato finale la previsione di un tutor per ogni classe si arriverebbe appunto a un compenso per la funzione che oscilla sui 10 euro netti al mese. Molto meno di quanto oggi i docenti possono guadagnare per lo svolgimento di funzioni strumentali al piano dell’offerta formativa: una funzione vale circa 1.500 euro lorde annue. «Le risorse sono esigue e aleatorie, visto che la loro copertura è affidata all’approvazione della legge di assestamento di bilancio del 2004 e alla Finanziaria per il 2005», commenta Francesco Scrima, segretario della Cisl scuola, «il tutto per inserire nella scuola una funzione che è in contrasto con l’autonomia scolastica, che intacca pesantemente la collegialità, la corresponsabilità e la contitolarità del team docenti», dice Scrima. «L’avvio della riforma avviene in un clima di caos assoluto. Grazie alla superficialità ministeriale la trattativa all’Aran è partita in ritardo e le scuole non sanno che cosa fare», aggiunge Alessandro Ameli, coordinatore del sindacato autonomo Gilda. «Soprattutto al la scuola primaria l’introduzione del tutor determinerebbe la rottura del lavoro di team, che da più parti ha funzionato bene», spiega Massimo Di Menna, segretario della Uil scuola, che chiede un’integrazione dell’atto di indirizzo, «per disciplinare tutti gli aspetti previsti dall’articolo 43». «il tutor rappresenta un ritorno al passato, con un impoverimento per le scuole, che vedrebbero ridotta la loro capacità di risposta rispetto alle esigenze degli studenti e delle famiglie», puntualizza Enrico Panini, numero uno della Cgil scuola. Insomma, la trattativa, che riprenderà il prossimo 6 settembre, si annuncia in salita. Nonostante l’invito contenuto nell’atto di indirizzo all’Aran a concludere in fretta, pare difficile che il tutor possa essere inserito dalle scuole nella normale organizzazione didattica almeno in tempo utile per l’inizio delle lezioni. «I tempi della trattativa non possono essere imposti dalla controparte, ma saranno determinati dalla complessità delle scelte da assumere in via contrattuale», dice profetico il segretario della Cisl scuola.
Supplenze. Intanto ieri con un comunicato il ministero dell’istruzione
ha reso noto che sono state assegnate le supplenze annuali in otto
regioni. Le ultime operazioni di conferimento degli incarichi saranno
concluse in tempo utile per l’avvio regolare delle lezioni in tutte le
scuole. |