Quando la patologia psichiatrica

minaccia la scuola.

Per la prima volta al mondo la Medicina del Lavoro

riconosce ufficialmente agli insegnanti il rischio

di sviluppare una psicopatologia professionale.

Una piaga affrontata con strumenti impropri dai dirigenti scolastici

mediante sanzioni e trasferimenti.

 da Orizzonte scuola del 2 settembre 2004

 

Fondazione IARD
Il clima educativo avvelenato da conflitti tra colleghi e denunce legali di studenti e genitori. L'utenza penalizzata da assenze e disservizi. Istituzioni e sindacati che discutono riforma scolastica e previdenziale ignorando sorprendentemente la questione. Di fronte a tutto ciò la Fondazione Iard propone interventi ad hoc per correre ai ripari.
Ora che l'autorevole rivista La Medicina del Lavoro ha scoperchiato il vaso di Pandora sulle reali condizioni di usura psicofisica degli insegnanti, oltre ad affrontare il disagio dei giovani, si dovrà finalmente pensare a quello dei docenti. Trattando l'argomento correttamente come fanno i sociologi inglesi che, da almeno dieci anni, pubblicano interi libri sul fenomeno del drop-out da burnout (cioè l'abbandono scolastico degli studenti causato da insegnanti esauriti).

Va piuttosto di moda parlare di mobbing, in quanto la colpa è sempre addossata al datore di lavoro - afferma l'autore dello studio pubblicato dalla Medicina del Lavoro - rifuggendo dal pensare che 9 volte su 10 si tratta di manie di persecuzione, un tipico segno di esaurimento psicofisico dell'individuo. Non esiste altresì - prosegue il medico - alcun tipo di supporto o assistenza psichiatrica (da intendersi come prevenzione, diagnosi, orientamento alla cura e reinserimento al lavoro) per i docenti vittima dell'usura mentale. Attualmente i dirigenti scolastici non sanno a che santo votarsi - sostiene Lodolo D'Oria - perciò esercitano la loro creatività, talvolta improvvisandosi psichiatri e formulando azzardate ipotesi diagnostiche, talaltra "invitando" il malcapitato a trasferirsi per incompatibilità ambientale.

Altri manager della scuola preferiscono confinare il "diverso" in una biblioteca o comminargli sanzioni disciplinari. Più raramente lo affidano al giudizio del Collegio Medico della ASL competente, sperando in un improbabile pre-pensionamento. Nel frattempo la patologia del soggetto si aggrava - continua il ricercatore - fino a rendere invivibile il clima di lavoro, deteriorato da inevitabili conflitti, minacce e denunce nei confronti di tutto e tutti. Senza un supporto medico diviene inoltre impossibile "agganciare" i casi più delicati che, bisognosi di cure, si trincerano dietro un'ostinata quanto scontata negazione della patologia. Il disagio mentale, in costante aumento dalla riforma previdenziale del 1992, è direttamente proporzionale all'anzianità di servizio.

Non si capisce pertanto - secondo lo studioso - perché istituzioni e sindacati, non inseriscano l'argomento all'O.d.G. in fase di riforma. Le parti sociali - conclude Lodolo D'Oria - avrebbero altresì l'obbligo statutario di approfondire il tema, considerando l'ipotesi della causa di servizio almeno per alcune delle affezioni psichiatriche riportate dagli iscritti.

Anche il settore medico-scientifico dovrebbe dare il suo contributo - riprende l'autore - indagando sulla reale entità del problema, allo scopo di allertare medici del lavoro (ai sensi della 626/96) e/o di famiglia, in merito al rischio professionale dei docenti. Non è certo un caso - afferma preoccupato Lodolo D'Oria - se abbiamo dovuto attendere il 2004 per vedere ipotizzata la correlazione tra psicopatie e professione docente, ma in fondo fu proprio grazie ad un'osservazione occasionale che la silicosi venne riconosciuta quale patologia professionale dei minatori.

Naturalmente a nulla servirebbe intervenire su chi soffre se non si pensasse anche a fare prevenzione su chi abbraccia la professione ex-novo e su coloro che si trovano in una fase di stress relativo - noto ai più con il nome di burnout. Pertanto, in attesa che le istituzioni si adoperino - solo Lombardia e Veneto, al momento, sembrano porre una timida attenzione all'argomento - la Fondazione IARD ha attivato appositamente l'Area Scuola e Sanità che propone un intervento a tre livelli: prevenzione, supporto e orientamento alla cura. A tal fine sono stati allestiti servizi di prevenzione, counselling, formazione, orientamento alla cura per medici e insegnanti nonché corsi per dirigenti scolastici che prevedono la gestione medico-legale ed il reinserimento lavorativo.