Regolarità delle nomine annue,

(non) basta la parola

 

 da TuttoscuolaFOCUS del 18/9/2004

 

Nella conferenza stampa di inizio d’anno il ministro Moratti ha annunciato che quasi tutte le nomine del personale supplente erano state fatte e che l’anno scolastico sarebbe partito regolarmente, con l’eccezione di alcune situazioni in via di normalizzazione.

Dopo avere fornito queste rassicurazioni, il ministro ha voluto evidenziare i meriti acquisiti proprio su questa materia con i provvedimenti emanati nel 2001 che hanno reso (o avrebbero dovuto rendere) normale l’avvio delle lezioni, ponendo fine al carosello di nomine che negli anni precedenti vedevano arrivare in cattedra gli insegnanti a Natale e oltre.

Non si può negare che in assenza di nomine in ruolo di personale docente negli ultimi due anni scolastici le cose siano andate abbastanza bene. E che quest’anno si è aggiunto un ostacolo (la legge sui punteggi delle permanenti che ha modificato i criteri di valutazione dei titoli di servizio dei docenti) di cui complessivamente il ministro non ha colpa (se non quella di non aver fatto "blindare" il testo di legge in Parlamento), però far credere che tutto va bene e che i ritardi di nomina sono contenuti e fisiologici è dire mezza verità.

Nelle grandi città infatti vi sono pesanti ritardi nella definizione delle graduatorie, massacrate dai nuovi punteggi, da errori e da ricorsi. La pubblicazione non potrà avvenire prima delle operazioni di correzione in autotutela dei punteggi errati attribuiti da parte degli uffici scolastici provinciali. Roma, ad esempio, ha fatto sapere che disporrà delle graduatorie definitive per le nomine del personale annuo e supplente non prima di ottobre: facile prevedere che migliaia di docenti nella capitale saliranno in cattedra tra un mese e forse più.

Perché, dunque, nascondere con dichiarazioni rassicuranti una grama realtà, in parte imputabile ad altri, pensando che siano sufficienti a dissolvere l’area della protesta? Perché scandalizzarsi se qualche titolo di giornale ha calcato già la mano parlando di caos nelle nomine, quando in effetti migliaia di famiglie toccheranno con mano questi ritardi di nomina?

Non basta evocarla la normalità, per renderla vera e concreta.