Parte tra molte incertezze

il primo anno della riforma

 

 da TuttoscuolaFOCUS N. 67 del 6/9/2004

 

Parte il nuovo sistema di istruzione voluto dalla Casa delle libertà. Dopo la delusione dell’anno scorso per il ministro Moratti, che aveva progettato di avviare, già riformate, le prime classi della primaria e la scuola dell’infanzia, partono con il 2004/2005 tutta l’infanzia, tutta la primaria e il primo anno della secondaria di I grado.

Tra scuole statali e paritarie sono coinvolti poco meno di 5 milioni di giovani alunni e più di mezzo milione di docenti.

Molte ancora le incertezze che accompagnano questo avvio "storico" della riforma del sistema di istruzione, a cominciare dalla trattativa sindacale, appena avviata, sulle figure professionali per gli anticipi nella scuola dell’infanzia e sulla figura del tutor per non parlare degli umori, niente affatto favorevoli, di molti collegi dei docenti.

Scongiurato il pericolo di una sospensiva dell’intera riforma per il rigetto del ricorso dei sindacati al Tar del Lazio, resta comunque la pendenza del giudizio di merito atteso per i prossimi mesi.

Dopo il quasi simbolico finanziamento della riforma della Finanziaria 2004, si aspetta ora il primo sostanzioso finanziamento del piano quinquennale per gli investimenti necessari a farla decollare, ma le pesanti ombre che stanno calando sul bilancio statale fanno già temere il peggio.

 

 

Come è noto, del piano programmatico di investimento si sono perse le tracce dopo l’approvazione preliminare nel Consiglio dei Ministri del 13 settembre 2003, e sembra tra l’altro che ciò sia stato il motivo determinante del mancato esame da parte della conferenza unificata nella seduta del 29 luglio scorso degli schemi dei decreti delegati relativi al diritto-dovere e all’alternanza scuola lavoro.

A questo punto per la riforma Moratti la Finanziaria 2005 rappresenta una sorta di "ultima chiamata": se neanche la manovra in preparazione prevedesse le ingenti risorse necessarie, resterebbe la sola Finanziaria "pre-elettorale" per il 2006. Figuriamoci. Né certo gioverebbe alla credibilità del progetto di riforma che i restanti decreti attuativi attesi entro aprile 2005 siano emanati senza il previo stanziamento delle risorse finanziarie necessarie.

La più grande incertezza che accompagna l’avvio di riforma è comunque il suo destino nel caso di cambio di maggioranza. Molti esponenti dell’opposizione, contrariamente a quando dichiarato recentemente da Rutelli e ancor prima da D’Alema, pretenderebbero in caso di cambio di maggioranza la cancellazione della riforma Moratti.

Si è di fronte ad una grande, concreta questione per il Paese, la cui soluzione passa attraverso una consapevolezza: l’ammodernamento del sistema scolastico non può essere fatto con riforme di legislatura. Una cosa sembra chiara: senza un recupero da parte delle forze politiche di ampi spazi di condivisione, non ci sarà modernizzazione della scuola.