Scuola, due lingue e programmi stravolti

Meno ore d´italiano,

la Storia si studia dal Medioevo.

Caos tra i docenti

La riforma prevede una nuova distribuzione di orari e materie

27 ore di lezione obbligatorie. I professori temono adesso la riduzione degli organici

"cala l´offerta formativa". I piani del ministero hanno "tagliato" l´insegnamento

dalla preistoria all'anno Mille: programma svolto dalle elementari.

Tra battaglie sindacali e novità disciplinari le famiglie

non riescono più a capire cosa succede nelle classi dei ragazzini


di Marina Cavallieri da la Repubblica del 29/9/2004

 

ROMA - Meno ore d'italiano, inglese ed educazione tecnica, arriva però un´altra lingua mentre i programmi di Storia sono stravolti. Nella cabala degli orari, nello scacchiere delle discipline, nel balletto organizzativo, la scuola media affronta la sua crisi d´identità. La secondaria di primo grado - così si chiama ora - è scombussolata da tanti piccoli terremoti che per qualcuno preludono alla scossa definitiva. Se la primaria è alle prese con il tutor, le medie affrontano il ridisegnamento degli orari, il cambiamento dei programmi e delle discipline, l´avvento del bilinguismo, novità che lasciano gli insegnanti confusi e incerti sul loro futuro, uno stato d´animo sintetizzato da un docente di Portici: «Il panorama è oscuro, andiamo avanti per tentativi ed errori, anno per anno».

Scuola media: oltre un milione e seicento mila alunni, 27 ore obbligatorie e 6 opzionali e 173 mila docenti di cui molti si sentono con un futuro alle spalle e un presente molto accidentato.

«La nostra scuola ha sempre avuto una funzione di cerniera e ha attraversato più volte momenti di criticità», dice Claudia Pacher, preside. «I docenti il loro ruolo lo tengono ma hanno sentore di una grande confusione. La riforma per ora è difficilmente applicabile, noi, per esempio, non abbiamo adottato i nuovi programmi di Storia, abbiamo riconfermato quelli dell´anno scorso, per il resto possiamo garantire le stesse ore perché abbiamo lo stesso organico, il problema sarà il prossimo anno se lo riconfermeranno o se sarà valutato esclusivamente sulle 27 ore obbligatorie».

Scuola media addio? «Si teme, si sospetta, fa parte delle paure», dice Stefania Birindelli, capo d´istituto del "Massarosa 2" di Lucca. «Non nascondiamo i rischi di una riduzione dell´organico, quest´anno ce la caviamo, abbiamo detto alle famiglie che se loro chiedono il tempo massimo di scuola l´istituto deve garantirlo. Poi chissà...». Incertezza sul futuro, intanto si affrontano i nodi della riforma. «Abbiamo deciso che il tutor è colui che ha più ore nella classe, usiamo questo criterio, abbiamo anche adottato i nuovi libri di testo, abbiamo già pronto il nostro portfolio. La nostra non è un´adesione cieca alla riforma ma cerchiamo di valorizzare le risorse e le possibilità date dall´autonomia».

Anche nella ex scuola media gli istituti si dividono in quelli ribelli o allineati alla riforma Moratti. «Non c´è più una stabilità d´orario, disciplinare, c´è un monte ore minimo, medio e massimo e una conseguente confusione organizzativa», spiega Lamberto Montanari dell´Istituto comprensivo di Ozzano dell´Emilia. «Si fa meno educazione tecnica, meno italiano e inglese così abbiamo avuto le proteste degli insegnanti di queste discipline e ci siamo trovati a dover spiegare alle famiglie che quelle ore perse possono essere recuperate come tempo opzionale». Orari e programmi, in questi giorni d´inizio anno i collegi docenti sono impegnati in una sfida continua nel tentativo di far quadrare i conti. Così, calcoli alla mano, si scopre che «l´insegnamento della seconda lingua è andata di fatto a scapito dell´inglese. L´educazione tecnica invece non si sa bene cosa riguardi, tra le indicazioni nazionali ci sono anche principi di economia domestica, un ritorno agli anni Cinquanta». Ma è la Storia la questione più dura da digerire: «E´ stata tagliata quella parte che va dalla preistoria all´anno Mille, dovremmo cominciare dal Medioevo ma qual è il bambino che viene dalla quinta tanto preparato da riprendere da questo punto?».

Incertezze che s'intrecciano con rivendicazioni sindacali. «La scuola media già aveva vissuto male la riforma Berlinguer che prevedeva un anno di meno, vive ora con sconcerto la riforma Moratti», spiega Enrico Panini, segretario della Cgil-scuola. «Prima aveva un impianto unitario, ora diventa di passaggio con una riduzione dell´offerta formativa. Tra l´altro la riforma Moratti prevede per il tempo opzionale contratti di prestazione d´opera con il conseguente rischio di tagli d'organico».

Tra battaglie sindacali e novità disciplinari c´è anche l´ansia delle famiglie. «Non è facile far comprendere ai genitori cosa succede, ci vorrà del tempo».