Un manifesto contro l'esclusione

della letteratura per l'infanzia

dalla scuola primaria

 da Orizzonte scuola del 23 settembre 2004

da www.liberweb.it

 

Il manifesto che pubblichiamo per intero in queste pagine è stato promosso da Emy Beseghi dell’Università di Bologna e ha finora raccolto le adesioni di studiosi e docenti del mondo accademico tra i più prestigiosi, appartenenti a varie aree culturali. È una lista volutamente “non corporativa”, volta a evidenziare la trasversalità delle competenze nella difesa della letteratura per l’infanzia.

C’è davvero da stupirsi che un’area culturale di tanto rilievo nell’ambito della comunicazione, dell’editoria e del settore mediatico possa essere trascurata e addirittura dimenticata nelle Indicazioni Nazionali per i Piani di Studio personalizzati nella Scuola Primaria. E lo stupore cresce ancora se si pensa che in Italia la Letteratura per l’Infanzia è nata nella Scuola (Primaria) e in essa ha tracciato una sua storia, un suo valido percorso, confermato da numerosi studi scientifici.

Può sopravvivere una scuola senza il racconto delle storie? Può la conoscenza, anche quella scientifica, fare a meno dell’immaginazione? Le Indicazioni Nazionali del ministero dell’Istruzione sembrano non tenere in considerazione questi interrogativi, in quanto mancano di riferimenti precisi o specifici al valore educativo della lettura e del racconto, in vista della formazione di personalità capaci di scelte motivate.

Questa carenza risulta inspiegabile specialmente ora che la vita dell’infanzia si nutre, in tanti spazi educativi, del contributo del libro in ogni sua forma.
I libri, e quindi la Letteratura per l’Infanzia, rappresentano un’importante chiave d’accesso alla relazione educativa tra genitori e figli, tra insegnanti e allievi, tra educatori e ragazzi; aprono a un mondo di emozioni, di riflessioni, di scoperte che aiutano a crescere e a pensare.

I libri per bambini offrono un’ampia varietà di generi e di stili (dall’albo illustrato al romanzo, dalla fiaba alla raccolta di poesie): un vero e proprio universo culturale da cui la Scuola non può essere esclusa.

Le Indicazioni Nazionali per la Scuola Primaria non considerano in modo adeguato il rapporto tra il bambino e il piacere della lettura. Viene ribadita così una distanza incolmabile tra il modello di scuola proposto e l’Immaginario dei ragazzi che si nutre anche di libri e di storie. Il progetto di scuola, che sembra emergere dalle Indicazioni Nazionali, non dialoga con la ricca e variegata produzione editoriale, che negli ultimi vent’anni si è posta in comunicazione intensissima con il mondo dell’infanzia, conquistando sempre nuovi lettori.

L’insegnante non può rinunciare ai libri e alla lettura, in quanto la narrazione rappresenta un viatico per accostarsi al mondo dell’infanzia e dell’adolescenza e per promuovere interesse alla conoscenza.

Se è vero che nelle Indicazioni Nazionali per la Scuola dell’Infanzia la letteratura per i bambini ha avuto almeno il diritto a un esplicito richiamo, questo non accade nelle Indicazioni predisposte per la Scuola Primaria. Consideriamo lesivo della dignità professionale dei docenti un simile silenzio.

Vogliamo credere che ciò sia accaduto solo per involontaria dimenticanza, la quale ci impone comunque di chiedere al ministero, in vista della riforma della scuola italiana, l’inserimento nelle Indicazioni Nazionali di precisi riferimenti alla Letteratura per l’Infanzia, preziosa risorsa per il rinnovamento della scuola.

 

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