In attesa di risposte dal governo

bloccato il tavolo aperto all'Aran sull'iscrizione alle materne.

Scuole d'infanzia, no all'anticipo.

Mancano le risorse: impossibile il riordino già nel 2004-2005.

 di Alessandra Ricciardi da ItaliaOggi del 9/9/2004

 

La riforma Moratti non entra alle materne. Resta sulla carta l'anticipo delle iscrizioni alle scuole dell'infanzia previsto dalla legge n. 53/2004 a partire già da quest'anno, a causa dell'assenza di risorse adeguate.

La parola fine l'ha decretata il tavolo aperto all'Aran con i sindacati, che lunedì scorso è stato sospeso in attesa di una risposta politica da parte del governo. La trattativa è incentrata sull'introduzione del docente tutor alle elementari e alle medie (si veda ItaliaOggi del 31 agosto e di ieri), ma riguarda anche la previsione di figure di supporto per seguire i bambini di due anni e mezzo che i genitori decidono di iscrivere alle materne e non al nido.

Un anticipo che, nella logica della riforma varata dal ministro dell'istruzione, Letizia Moratti, dovrebbe compensare le iscrizioni alle elementari a cinque anni e mezzo, questo sì già operativo da quest'anno. Ma i sindacati hanno verificato che non è stato stanziato neanche un euro per retribuire il lavoro aggiuntivo dei docenti o dei bidelli già assunti, né per assumere personale aggiuntivo. Un'assenza che non potrà essere compensata per quest'anno scolastico, visto che le risorse per la riforma, 90 milioni di euro complessivi stanziati con la Finanziaria 2004, sono state già ripartite.

"Non è proponibile che il governo ci proponga di fare lavorare di più i dipendenti in servizio senza alcun tipo di compenso, né siamo disposti ad accettare aumenti che tolgano risorse al contratto da rinnovare per l'intero settore", spiega Massimo Di Menna, segretario della Uil scuola. Lo stesso decreto n. 59/2004, attuativo della riforma per la scuola dell'infanzia, primaria e primo anno delle medie, subordinava l'avvio dell'anticipo all'esistenza di alcune condizioni minime: nell'istituto richiesto non devono esserci liste di attesa, devono essere garantite strutture adeguate e personale formato appositamente per seguire i bambini più piccoli. Sempre che il comune abbia dato il proprio assenso a fornire i servizi strumentali aggiuntivi: trasporti, mense, attrezzature.

L'atto di indirizzo inviato dalla funzione pubblica, d'intesa con l'istruzione, all'Aran prevedeva tre soluzioni sul fronte del personale: istituire un nuovo profilo professionale; arricchire le mansioni connesse ai profili già esistenti di collaboratore scolastico; ricondurre le nuove professionalità nell'ambito delle funzioni aggiuntive degli Ata. Ma fronte di uno stanziamento finanziario inesistente, Cgil, Cisl-Uil scuola e Snals si sono rifiutati di prendere in esame la proposta. "Al di là dell'opportunità di far convivere nella stessa classe bambini di età diverse e con esigenze diverse, non è proponibile che a fronte di un'utenza che cresce non si preveda più personale, ma neanche più risorse per retribuire chi lavora di più", aggiunte Enrico Panini, segretario della Cgil scuola. Resta sul tavolo invece l'istituzione del tutor. "Nel 2005 è previsto che il tutor sia esteso anche agli altri due anni delle medie. Ma i fondi restano sempre gli stessi, 63 milioni di euro. Non possiamo accettare compensi, in questo caso anche irrisori, che inoltre calano negli anni", dice Francesco Scrima, segretario della Cisl scuola.

La parola passa al governo, che dovrà decidere se, e con quali fondi, integrare l'atto di indirizzo dell'Aran. La risposta dovrebbe essere data entro il 10 settembre, quando l'agenzia governativa per la contrattazione nel pubblico impiego ha in calendario un incontro con i sindacati. (riproduzione riservata)
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