Immigrati nelle scuole: conferenza dei Direttori regionali Convocata dal ministro Moratti per affrontare il problema dell'integrazione degli immigrati. Istituito l'Ufficio per l'integrazione degli studenti stranieri. di Santi Coniglio da La Tecnica della Scuola del 17/09/2004
Il ministro Moratti ha annunciato, in un'intervista rilasciata ad una radio, la convocazione della conferenza dei Direttori scolastici regionali, al fine di approntare risposte adeguate al problema dell'integrazione degli studenti stranieri nelle scuole italiane. La Moratti è decisamente contraria ad iniziative miranti ad introdurre nelle scuole un tetto massimo alla percentuale di studenti stranieri. Il riferimento probabile è all'azione espressa dalla Lega Nord di Brescia, che ha annunciato una raccolta di firme in tal senso. Il Ministro ha, infatti, dichiarato: "La scuola statale deve essere capace di fare integrazione e non può prevedere discriminazioni". Ha ricordato che in Italia, la presenza degli studenti stranieri, 3,5% rispetto al totale degli iscritti, è bassa rapportata ad altri Paesi europei (si confronti altro articolo presente in "Ulteriori approfondimenti") ed è del parere che le scuole, nell'ambito dell'autonomia e della personalizzazione dei percorsi didattici, siano in grado di far fronte al problema dell'integrazione degli stranieri. La Moratti ha annunciato, inoltre, l'istituzione di un Ufficio per l'integrazione presso il Miur, attraverso il quale conoscere e valorizzare "le buone pratiche che possono diventare patrimonio comune".
Indagine sulla presenza degli alunni stranieri nelle scuole italiane
di G.V. da La Tecnica della Scuola del 17/09/2004 Sono 282.683 gli alunni iscritti nelle scuole italiane provenienti da ben 191 etnie e Paesi diversi. Il Nord-Est del nostro territorio è il luogo di maggior insediamento, 8,5 per cento. Il Sud Italia solo terra di transito.
E' quanto emerge dall'indagine del Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca (Miur) su "Alunni con cittadinanza non italiana - Scuole statali e non statali - Anno Scolastico 2003/2004". La pubblicazione analizza con dovizia di particolari la presenza degli alunni stranieri nella scuola italiana. Si scopre, ad esempio, che il 90, 5 per cento degli alunni stranieri frequenta le scuole statali; il 40 per cento è iscritto nella scuola primaria. L'area geografica del nostro Paese a maggiore incidenza di stranieri si conferma, anche quest'anno, il Nord Est, con percentuali che vanno dal 6,1 all'8 ,5 per cento, rispetto alla popolazione scolastica di riferimento. L'aumento progressivo negli ultimi anni del numero di alunni stranieri, 282.683 con una percentuale del 3,5% sul totale della popolazione scolastica, pone l'accento sul carattere di stabilità e sulla presenza di nuclei familiari e prefigura una dimensione multicolore della nostra scuola futura caratterizzata da una grande quantità di differenze. Nel complesso, nella scuola italiana sono rappresentati, in base alle etnie di provenienza di origine degli alunni stranieri, ben 191 Paesi diversi. "Una realtà mobile e cangiante, ma anche stabile e strutturale". Così l'ha definita il ministro Letizia Moratti nella presentazione al testo pubblicato dalla Direzione generale per i Sistemi Informativi e dalla Direzione generale per lo Studente. Certamente "mobile" lo è in quanto il fenomeno è in continua crescita. La "stabilità" del fenomeno, invece, è caratterizzata dalla presenza dei nuclei familiari residenti sul territorio. Nell'anno scolastico 1983/84, cioè 20 anni fa, la popolazione degli alunni stranieri era di 6.104, passata a 30.547 dell'a.s. 1992/93. Oggi sono 282.383, una crescita di circa 30.000 unità l'anno. I Paesi più rappresentati sono l'Albania, il Marocco, la ex Jugoslavia, la Romania e l'Ecuador. L'Italia, comunque, rimane il Paese della Comunità che ha minor numero di scolari stranieri nelle proprie scuole. In Francia, per esempio, ve ne sono 610.452; in Inghilterra 973.100; in Germania 961.381; in Spagna 303.827; in Svizzera 284.041 (in quest'ultimo un tempo quasi tutti bambini italiani, oggi la maggior parte della ex Jugoslavia). Interessante la presenza degli "indiani del Po" rappresentata da indiani provenienti dal Panjab, India del Nord (etimologicamente: Terra dei cinque fiumi). |