Il ministro Moratti punta a un’applicazione flessibile e concordata.


L’Istruzione apre ai sindacati

sul ruolo dell’insegnante-tutor

 

di Luigi Illiano da Il Sole 24 Ore del  24 settembre 2004.

 

ROMA • Riparte la trattativa sul docente tutor. «Le modalità di attuazione della funzione tutoriale devono essere introdotte con la necessaria flessibilità, anche al fine di consentire l’attività di formazione dei docenti prevista dalla legge stessa. Tali modalità saranno concordate con le organizzazioni sindacali, nel rispetto di quanto verrà definito nella fase negoziale in corso all’Aran, che mi auguro si concluda al più presto». Così ha detto ieri il ministro dell’Istruzione Letizia Moratti ai sindacati della scuola, durante il summit convocato a viale Trastevere.

Di fatto è il segnale politico di apertura che le confederazioni aspettavano per far ripartire la trattativa con l’Aran, sospesa da 15 giorni. Il ministro si è impegnato a elaborare una proposta operativa di servizio e rapporto di lavoro, da presentare nel prossimo incontro all’Aran.

Affermazioni che, pur segnando la ripresa della vertenza, non sono bastate a rassicurare i sindacati. Anche perché sono aperti altri fronti di scontro: come l’ipotesi di bloccare gli scatti di anzianità dei docenti, che potrebbe essere contenuta nella Finanziaria, e il disegno di legge sullo stato giuridico degli insegnanti, che mette alla porta i sindacati nelle scuole. Tanto che Cgil, Cisl e Uil hanno immediatamente programmato una riunione per decidere iniziative di mobilitazione a sostegno dei rinnovi contrattuali e della difesa del potere d’acquisto delle retribuzioni.

Ma nell’incontro di ieri non si è parlato soltanto della questione tutor. «Per quanto riguarda gli organici — ha detto il ministro — non vi saranno interventi di riduzione per il 2005-2006. In particolare ho chiesto per la scuola dell’infanzia risorse aggiuntive. Ritengo che ci possa essere un significativo incremento dei posti». Moratti ha anche confermato le risorse previste per la valorizzazione professionale degli insegnanti: 380,80 milioni di euro. Mentre al personale Ata (amministrativo, tecnico e ausiliario) sono desti nati 33 milioni di euro. Inoltre, Moratti ha detto che per la secondaria di secondo grado in Finanziaria sarà chiesto un ulteriore innalzamento di un anno (da 10 a 11), nella prospettiva dei 12 anni previsti dalla legge. Secondo fonti sindacali, inoltre, ci sarebbe stato l’impegno alla copertura dei posti di sostegno in base alle concrete esigenze.

Duro il commento di Enrico Panini (Flc-Cgil): «Per la Cgil il tutor non è una priorità, ci sono altre emergenze come, ad esempio, le liste di attesa per entrare nella scuola dell’infanzia. Per non parlare della questione relativa ai finanziamenti a favore della scuola sulla quale non si riesce ad andare oltre generiche affermazioni». Sul tema delle risorse è intervenuto anche Francesco Scrima (Cisl) che denuncia la «persistente contraddittorietà del Governo che da una parte riconosce la centralità della scuola quale strumento e condizione di sviluppo del Paese e dall’ altra persegue una ostinata politica di taglieggiamento di risorse». Secondo Massimo Di Menna (Uil) «sulla funzione tutoriale c’è l’esigenza di gradualità dell’attuazione della legge, ma anche di contestuale applicazione del contratto, puntando sulla flessibilità e sull’autonomia delle scuole».

Apertura di credito di Fedele Ricciato (Snals-Confsal) che ha giudicato proficuo l’incontro perché, oltre all’impegno a presentare una proposta sulla quale confrontarsi in sede Aran, il ministro «si è mostrato disponibile a rivedere alcuni aspetti della funzione tutoriale (mobilità, formazione). All’Aran vedremo poi — ha aggiunto Ricciato — se ci sono le condizioni per trattare». Alessandro Ameli (Gilda degli insegnanti) afferma che «il caos e l’in certezza regnano nelle scuole e il Governo ha aperto in ritardo la trattativa contrattuale e dato disposizioni contraddittorie».