Tutor e portfolio Ancora troppi dubbi

di G. Tes.  da Il Corriere della Sera del 25/10/2004

 

Il logorio della scuola moderna: annunci, smentite, condivisioni di cuore e ostilità ideologiche (o viceversa), obblighi, dubbi. Insegnanti sull'orlo di una crisi di nervi. «Andiamo avanti, nonostante tutto». C'è chi recupera grida di battaglia: «resistere», «combattere», «il tutor non passerà». «La scuola cambia, cambia la scuola» diceva lo slogan. Più colpi di scena di così. Tre esempi, tanto per pescare nel rinnovamento. Primo, il tutor, uno dei perni della legge. Pare che per quest'anno sia facoltativo e non obbligatorio, così dice l'Aran ai sindacati (e i tutor già nominati faranno 22 e non 18 ore settimanali di servizio). La proposta governativa, suggerisce di prendere la riforma con «modalità sperimentali e flessibili da attuarsi secondo criteri generali stabiliti dal collegio docenti». Pare, perché il ministero non è dello stesso avviso. Si naviga a vista. I due tanto attesi decreti sul diritto-dovere e sull'alternanza scuola-lavoro, e siamo al secondo esempio, ricevono parere negativo da Regioni, Comuni e Province (le risorse sono insufficienti sentenzia la conferenza unificata). Il parere non è vincolante, ma è comunque un segnale. Terzo esempio, il portfolio. Non ne parla la legge e neppure l'unico decreto di regolamento. C'è negli allegati, nelle «Indicazioni». Che sono appunto indicazioni. Esistono versioni online e sono già state pubblicate guide metodologiche. Ma ci sono scuole che l'hanno pensato in formato bonsai, quattro pagine e via andare.