Riforma del secondo ciclo:

qualcosa forse si muove

 da Italiascuola del 18/10/2004

 

Finalmente qualcosa si muove sul fronte istruzione secondaria superiore. E chissà che non sia anche in conseguenza delle cattive performances degli studenti messe in luce dal Progetto Pilota 3 di valutazione. Fatto sta che, per la prima volta da quando è stata approvata la Legge 53, la tecnostruttura ministeriale che si occupa di secondo ciclo è stata formalmente investita del compito di formulare proposte utili alla definizione del decreto legislativo per il nuovo sistema dei licei e dell'istruzione e formazione, nonché delle relative "Indicazioni nazionali". Insomma, più o meno lo stesso percorso già seguito per il primo ciclo e che ha portato al varo del Decreto 59.
Della convocazione improvvisa degli otto gruppi di lavoro, uno per ogni tipo di liceo previsto dalla Riforma, ne dà notizia Tuttoscuola.com che riferisce anche come, malgrado la povertà di tempo disponibile, non si debba partire completamente da zero. I gruppi infatti cominceranno a lavorare sui documenti redatti dai presidenti e dai coordinatori delle Commissioni di studio, ovvero quegli esperti "esterni" designati in un primo tempo dal ministro e causa di più di un mugugno tra il personale interno del Miur.

Tra i compiti primari dei gruppi di lavoro, che dovrebbero riunirsi per un primo confronto entro la fine del mese, ci sarà quello di individuare conoscenze e abilità, liceo per liceo e disciplina per disciplina, alle quali le scuole e gli insegnanti faranno riferimento per costruire i Piani di studio personalizzati. Il cammino non si annuncia semplice. Bisognerà, tra l'altro, attenersi al vincolo, stabilito dalla Riforma Moratti, che vuole garantita la possibilità dei "passaggi" all'interno dei sistemi dei licei e degli istituti d'istruzione e formazione professionale e, soprattutto, tra un sistema e l'altro. Quindi tra un sistema, quello dei licei, che si articola in 5 anni di studio, e un altro, quello di istruzione e formazione professionale, che ne prevede invece 4. Anche le "indicazioni" dovranno evitare la tentazione dei repertori rigidi, ma bensì essere il più possibile ampie e inclusive, tali da consentire l'autonomia necessaria ai piani di studio personalizzati e prevenire quelle "crisi di rigetto"da parte degli insegnanti, che già stanno avvenendo in alcune scuole del primo ciclo. Niente facile insomma.

Tuttoscuola.com si sofferma poi su quello che sembra l'ostacolo più ostico: la questione dei tempi tecnici per l'approvazione del decreto. Tutti i decreti attuativi dovranno essere approvati entro l'11 di aprile 2005, ovvero a 24 mesi dall'entrata in vigore della Legge delega 53/2003. Molto improbabile che il tempo rimanente, 6 mesi appena, possa bastare ad approvare i decreti che restano per dare piena attuazione alla Riforma della scuola. E il provvedimento di riforma del secondo ciclo dell'istruzione è forse quello che presenta le maggior difficoltà. In primo luogo di ordine politico e istituzionale, visto che la stessa maggioranza appare divisa sulle modalità di costruzione dei due sistemi e vista la necessità di un accordo con le Regioni (che già reclamano maggiori spazi). In secondo luogo esistono difficoltà di ordine progettuale e di gestione del personale, vista la straordinaria complessità in cui si dovrà articolare l'architettura dei due sistemi.

A quando la riforma del secondo ciclo? Chi lo sa, alzi la mano.