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FORUM NAZIONALE DELL’EDUCAZIONE E DELL’ISTRUZIONE

FIRENZE -  23 e 24 ottobre 2004

 

Il 23 e 24 ottobre si terrà a Firenze il Primo Forum nazionale dell'educazione e dell'istruzione, promosso dalle organizzazioni che nel passato anno hanno dato vita al "Tavolo per fermare la riforma Moratti": tra cui ARCI, Associazione per la Scuola della Repubblica, Ass.S.U.R. (Associazione Scuola Università Ricerca), CESP, CGD, CGIL, CIDI,  Cobas, Democratici di Sinistra, Didaweb, Federazione Verdi, FLC CGIL (CGIL Scuola), FNISM, Legambiente, Libera, Movimento di Cooperazione Educativa, Movimento Interregionale Insegnanti Precari, Partito dei Comunisti italiani, Proteo fare sapere, Rifondazione Comunista, UDS.

Il Forum avrà inizio SABATO alle ore 9.30 e terminerà Domenica alle ore 16,30.

I temi in discussione saranno:

Il Forum Sociale Europeo di Londra  

Educazione, istruzione e conoscenza nella società attuale

Autonomia scolastica e sistema nazionale dell’istruzione

Fare l’insegnante nella scuola pubblica

Il valore sociale della conoscenza: saperi e progetto culturale

La scuola secondo Moratti: alternative possibili

Università in crisi: alternative possibili

La scuola funzione pubblica o servizio a domanda?

La scuola di tutte /i: intercultura, integrazione, diritti di cittadinanza

per concludere con  

Idee e mobilitazioni per sconfiggere il disegno “riformatore”

 

Hanno dato la disponibilità ad essere presenti Marcello Buiatti, Marcello Cini, Domenico Petrella.

 

Informazioni:

Legambiente Scuola e Formazione: tel. 06.86268350, e-mail: scuola.formazione@mail.legambiente.com 

 

Appello al Social Forum di Londra

14 – 17 ottobre 2004

Organizzazioni raccolte nel Comitato Fermiamo la Moratti

 

Una forte mobilitazione di genitori, insegnanti, ATA e studenti, che ha visto la costituzione in molte città di Comitati, Reti e Coordinamenti,  si è sviluppata nello scorso anno nelle scuole italiane per abrogare la legge di riforma della scuola, approvata dal governo Berlusconi su proposta del ministro Moratti, che sta destabilizzando il sistema di istruzione del nostro Paese, dalla scuola dell’infanzia all’università.

Con lo stesso obiettivo, organizzazioni professionali e sindacati di insegnanti, associazioni di genitori e studenti, partiti politici e associazioni della società civile  hanno costituito un Comitato nazionale “Fermiamo la Moratti”. Diverse per orientamento culturale, prassi sindacale e strategie politiche hanno costruito una convergenza sull’impegno a promuovere occasioni di mobilitazione e di contestazione della politica governativa, con iniziative nazionali e con il sostegno alle tante iniziative locali, e a sollecitare nel Paese un dibattito politico e culturale che affronti i nodi dell’istruzione nel mondo della globalizzazione.

Dall’interno di questa esperienza di convergenza,  che non intende annullare le diversità, è emersa l’esigenza di lanciare a questo Forum sociale europeo una proposta di azione comune per una mobilitazione europea.

 

Convinti che la scuola pubblica abbia una funzione indispensabile nella tutela del diritto all’istruzione di tutti i cittadini e che la politica scolastica dell’Europa debba muoversi in una prospettiva democratica che rifiuti la canalizzazione precoce e che garantisca a tutte e a tutti l’innalzamento dell’obbligo scolastico fino a 18 anni e il diritto all’istruzione e alla formazione per tutto l’arco della vita, è secondo noi necessario che il Forum sociale europeo lanci una mobilitazione per riaffermare:

·      l’inscindibile connessione tra sviluppo della democrazia e formazione delle nuove generazioni ai valori della pace e della solidarietà, alla cittadinanza attiva, all’integrazione e alla cooperazione tra le persone ed i popoli;

·   il diritto all’istruzione per tutti e l’obbligo delle Istituzioni pubbliche (Stati ed Istituzioni comunitarie) di  rendere esigibile tale diritto in un sistema pubblico, libero da vincoli confessionali e da ogni subordinazione alla logica del mercato e al modello aziendalistico del liberismo, che riduce il sapere a merce, trasforma gli alunni e gli studenti in clienti/utenti di una scuola diventata un servizio a domanda individuale, favorisce la selezione precoce tesa a confermare e rafforzare la stratificazione sociale esistente.

 

La scuola dell’Europa deve garantire a tutti l’esercizio concreto del diritto allo studio e la possibilità di accedere ai più alti livelli dell’istruzione. Deve mirare alla formazione delle nuove generazioni perché possano partecipare attivamente al governo democratico dei loro paesi e dell’Unione, contribuendo criticamente allo sviluppo economico compatibile e promuovendo per sé e per gli altri il miglioramento della qualità della vita, in modo compatibile con i bisogni collettivi della società e dell’ambiente.

In questa prospettiva  la scuola deve costituirsi come luogo pubblico collettivo che accoglie, riconosce, valorizza e fa interagire i soggetti  diversi (docenti, studenti, genitori, territorio) e le diversità culturali, che promuove, attraverso il confronto tra orientamenti e culture diverse, solidarietà e condivisione in questa fase in cui le società europee stanno diventando sempre più multiculturali e multireligiose.

La conoscenza si produce, infatti, nell’interazione sociale che diventa prima risorsa per l’apprendimento in una scuola che educa alla complessità e al pensiero critico, che valorizza le differenze di genere e che lavora per promuovere una solidarietà planetaria.

Il raggiungimento di queste finalità è affidato alla valorizzazione della professionalità docente fondata sulla libertà d’insegnamento a tutti i livelli, sul contrasto dei processi di gerarchizzazione e di precarizzazione, nella consapevolezza che l’essere e fare l’insegnante oggi si confronta con i processi di globalizzazione che accrescono e ampliano i conflitti sociali, territoriali, culturali e politici, e costituiscono delle sfide epocali per i sistemi dell’istruzione in generale e per tutti coloro che hanno responsabilità educative.

Contro la realizzazione di questa scuola si muovono forze economiche multinazionali, controllori palesi ed occulti dei media a livello mondiale,  centrali ideologiche e confessionali, che si riconoscono nella proposta avanzata dal WTO di privatizzare l’istruzione, trasformandola in merce da comprare e vendere, e negando che la sua diffusione sia una fondamentale funzione istituzionale pubblica.

A tal proposito chiediamo che il Forum europeo non resti estraneo al Forum mondiale dell’educazione convocato per il prossimo luglio a Porto Alegre, che contro questa politica si è mobilitato.

Su questi temi pensiamo sia necessario promuovere la mobilitazione generale di studenti, insegnanti, cittadini, per porre al centro del processo per la costruzione della nuova Europa la qualità sociale e culturale dei sistemi formativi pubblici e per riaffermare  la priorità della funzione pubblica della scuola. Una Giornata Europea di manifestazioni ed iniziative per l’istruzione pubblica per realizzare un fronte comune, senza annullare anzi valorizzando le differenze nazionali e di orientamento delle diverse organizzazioni, da tenersi nei prossimi mesi, per contrastare in tutta Europa le politiche liberiste nell’istruzione.

 

ARCI, Associazione per la Scuola della Repubblica, Ass.S.U.R. (Associazione Scuola Università Ricerca), CESP, CGD, CGIL, CIDI,  Cobas, Democratici di Sinistra, Didaweb, Federazione Verdi, FLC CGIL (CGIL Scuola), FNISM, Legambiente, Libera, Movimento di Cooperazione Educativa, Movimento Interregionale Insegnanti Precari, Partito dei Comunisti italiani, Proteo fare sapere, Rifondazione Comunista, UDS,

 

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