Tutor:
s'avanza uno strano ircocervo?
di Dedalus da
Scuola oggi del
12/10/2004
Che differenza c’è tra figura (docente) e
funzione? Dicesi FIGURA “la persona stessa, in rapporto alle
caratteristiche che riassume in sé, in rapporto al ruolo, alle
funzioni che deve svolgere”. Si intende per FUNZIONE “un’attività che
una persona svolge in relazione alla carica, all’ufficio che ricopre”
(dal dizionario italiano di Tullio De Mauro).
Questi due termini, queste diverse espressioni linguistiche qualche
mese fa erano al centro di un dibattito televisivo sulla riforma della
scuola con il Ministro Moratti, l’on. Melandri ed altri interlocutori.
Il Ministro, pardon la Ministra, reiteratamente sosteneva che il tutor
non è una figura ma bensì una funzione. Ci domandiamo ancora oggi se
si rendesse conto di quel che diceva, visto che in realtà leggeva
frasi appuntate.
Ora, come si evince abbastanza chiaramente dal D.Lvo 29/2004 non solo
tutte le funzioni tutoriali dovrebbero essere assegnate ad un solo
docente della cosiddetta équipe pedagogica, ma questo stesso dovrebbe
svolgere almeno 18 ore sullo stesso gruppo classe. In questo senso il
dott. Criscuoli, direttore generale del MIUR, a Milano è stato
esplicito: il tutor è uno e indivisibile, altro che “tutor diffuso”!
Non vuol dire questo una diversa articolazione dei ruoli e delle
mansioni dei docenti, almeno così come sono state definite
contrattualmente sinora? Come è stato rilevato, sono però presenti
all’interno della stessa normativa sfumature diverse (vedi Legge
53/2003, Indicazioni nazionali e Circolare 29/2004). Contraddizioni
all’interno della normativa o contraddizioni in seno al MIUR?
Par di capire che nella contrattazione in corso con i sindacati la
posizione dell’Aran su questo punto specifico é più sfumata,
possibilista. Fino al punto da prevedere anche la possibilità per i
Collegi docenti, nell’ambito dell’autonomia didattica e organizzativa
delle scuole, di optare per la soluzione ritenuta più adatta? Si
farebbe strada in questo caso un’ipotesi gradualista, attendista.
Almeno per quest’anno scolastico. Siccome l’introduzione della figura
del tutor unico incontra forti resistenze e opposizioni fra movimenti
di insegnanti e genitori e sindacati, si propenderebbe allora per una
via d’uscita a metà. La Riforma come “processo” da attuare
gradualmente, senza forzature eccessive. Chi vuole distribuire in
maniera “diffusa” le funzioni su tutto il team docente per il momento
potrebbe anche farlo, chi invece vuole concentrarle su alcuni docenti
in particolare, con incarichi attribuiti dal dirigente scolastico,
vada avanti speditamente sulla retta via della riforma. Fermo restando
che questa è la strada maestra alla quale tutti, prima o poi, dovranno
adeguarsi, una volta dissolta l’ambiguità.
Si profilerebbe dunque all’orizzonte uno strano ircocervo, animale
mitologico a metà strada tra un caprone ed un cervo. Queste le
sembianze che assumerebbe, almeno per quest’anno, il tutor. Sarà un
caso, ma “L’ircocervo” è anche il titolo di una rivista culturale
promossa dagli azzurri Fabrizio Cicchitto e Paolo Guzzanti (Forza
Italia). Altri casi clamorosi di trasformismo nazionale.
In questa oscillazione fra due diverse posizioni, linea dura e linea
morbida, non poco conterà l’esito del prossimo sciopero nazionale
della scuola. La stessa trattativa sindacati-Aran sembra quasi in
surplace, in attesa dello sciopero. Questo dunque è il prossimo
appuntamento.