Corteo acqueo di protesta

 di Yuri Calliandro da Il Gazzettino di Venezia di Sabato 2 Ottobre 2004

 

Venezia
Un corteo acqueo in Canal Grande per manifestare una volta ancora il proprio dissenso nei confronti della riforma Moratti. È quanto ha organizzato ieri pomeriggio il Coordinamento veneziano per la difesa della scuola pubblica insieme a Cgil Scuola, Cobas, Coordinamento Precari e Network Studentesco.

Il lungo torpedone di imbarcazioni, in tutto una trentina circa con tanto di striscioni, megafoni e bandiere, è partito da Piazzale Roma intorno alle 17 ed ha effettuato una prima sosta davanti alla sede del Csa di Riva di Biasio, dove si sono uniti precari e Cobas.Altre due soste sono state fatte di fronte al palazzo di Cà Farsetti del Comune e a Palazzo Balbi, che ospita la giunta regionale, per poi confluire in campo della Madonna della Salute intorno alle 18.30. Ma non è stato questa l'unica forma di protesta messa in atto ieri nei confronti della trasformazione in corso nel sistema scolastico. Già durante la mattinata in molte scuole del centro storico l'entrata degli alunni è stata ritardata di mezz'ora, ed in alcuni istituti le lezioni hanno preso il via alle 10.30 per fare spazio ad assemblee sindacali. Infine in Campo San Bartolomeo è stato allestito un tavolo informativo per sensibilizzare la cittadinanza sui problemi a cui, secondo il Coordinamento, andrà incontro il mondo dell'istruzione con l'attuazione delle riforma Moratti.

«La scuola che abbiamo trovato con l'inizio del nuovo anno scolastico - sostiene il Coordinamento - è più povera di risorse e di personale. È stato ridotto il tempo scuola e si è impoverita l'offerta didattica, è aumentato il numero degli alunni per classe ed è diminuita l'assistenza all'handicap ed il sostegno agli alunni stranieri. Inoltre il personale ausiliario è stato ridotto mettendo a rischio la stessa apertura degli istituti».

Viene definita inoltre "drammatica" la situazione degli insegnanti precari, «a causa dei ritardi e degli errori nella formazione delle graduatorie», mentre restano costantemente nel mirino «l'introduzione della scelta delle ore facoltative da parte delle famiglie, la personalizzazione dei piani di studio, la divisione in gruppi di livello», fattori che riporterebbero «ad una scuola che divide e seleziona in base alle possibilità economiche e all'ambiente sociale di provenienza». Il Coordinamento ha preannunciato l'adesione ad una giornata di sciopero nazionale della scuola da attuarsi in novembre.

 

Contro la riforma

Dito puntato contro le trasformazioni introdotte dal ministro Letizia Moratti. Genitori e insegnanti dicono no all'introduzione del tutor, al taglio del tempo scuola, all'abolizione del tempo pieno alle primarie e al passaggio alla Regione di tutte le competenze sull'istruzione tecnica professionale.

 

Sempre più precari

Nel mondo della scuola un quinto del personale lavora con contratti a termine. Una precarizzazione che non coinvolge solo i docenti, ma anche il personale Ata (amministrativi, tecnici, collaboratori scolastici). Consistente è stato inoltre il taglio degli organici, riduzione di posti che hanno coinvolto i precari.

 

Graduatorie addio

«Si sta già discutendo in Parlamento di introdurre la chiamata dei docenti fatta direttamente dai capi d'istituto» annuncia Luigi Rossi della Cgil. Questo significa che verranno abolite le graduatorie degli insegnanti e che a scegliere saranno i presidi con criteri non curanti delle precedenze e delle anzianità di servizio.

 

Contratto e scatti paga

Uno dei motivi che porterà allo sciopero generale è l'abolizione degli scatti di anzianità per gli insegnanti. Un'operazione che consentirà allo Stato un risparmio di 203 milioni di euro. Oltre a questo i sindacati si mobilitano per la mancata chiusura del secondo biennio economico del contratto.