L'Opinione.

Uno sciopero per la scuola.

Con questa parola d’ordine la Gilda chiama all’appuntamento

del 15 novembre gli insegnanti delle scuole di ogni ordine e grado.

Concretamente tradotta nei fatti la volontà di non rompere il fronte sindacale

dinanzi alle scelte del governo in materia di politica scolastica..

 di Alessandro Ameli, Coordinatore Nazionale della Gilda degli Insegnanti,
 da ItaliaOggi del 9/2004

 

Quattro le manifestazioni Gilda a Milano, Palermo, Perugia e Reggio Emilia per rappresentare simbolicamente, pur nella distinzione geografica, l’unità degli insegnanti italiani ed anche una presa di distanza dalle logiche ideologiche e di partito di chi usa i problemi della scuola per la lotta politica e ne sminuisce il valore agli occhi della società civile.

La piattaforma dello sciopero Gilda è centrata innanzitutto contro la Riforma che ha gettato le scuole italiane nel caos. La Gilda si oppone fermamente ad una riforma finalizzata unicamente al risparmio di spesa nell’ istruzione statale, con tagli di organico e di risorse economiche. Una riforma che incide pesantemente sulla organizzazione degli insegnamenti e degli apprendimenti, sugli orari e sulle discipline, riducendo spazi e possibilità ai docenti e agli studenti. Contro scelte che negano futuro ai giovani ed ad un esercizio dignitoso della professione docente è dovere opporsi.

Parallelamente allo sciopero la Gilda sta portando avanti in tutte le regioni una campagna di sensibilizzazione affinché 5 consigli regionali promuovano un referendum abrogativo della Legge 53. In molte città il 15 si raccoglieranno firme a sostegno dell’iniziativa referendaria. Lo sciopero del 15 deve convincere il governo ad uscire dalle tentazioni di una moratoria sui rinnovi contrattuali e a porre immediatamente le condizioni per l’apertura del contratto economico biennale, scaduto ormai da ben 11 mesi. Il progressivo drammatico impoverimento della categoria docente (ormai inserita stabilmente tra i cosiddetti nuovi poveri), per i terribili effetti svalutativi di questi anni, non concede alibi a nessuno.

La Gilda chiede inoltre un piano organico di assunzioni dei precari, su tutti i posti disponibili, perché cessi finalmente la vergogna tutta italiana del precariato permanente, una condizione non prevista né consentita per alcun altro tipo di lavoratore. Tra le ragioni dello sciopero la Gilda pone le questioni legate all’introduzione di una carriera e di un sistema di valutazione dei docenti completamente affidati alla dirigenza scolastica cui, per l’effetto combinato di più strumenti normativi in elaborazione, verrebbe dato il potere non solo di valutare con ampia discrezionalità, ma anche di assumere per chiamata diretta (si veda la bozza di D.lgvo ex art. 5 L. 53) e conseguentemente di licenziare. Il rischio del degrado professionale, con la limitazione della libertà di insegnamento e della autonomia didattica per gli insegnanti è molto concreto.

La riuscita dello sciopero sarà, anche in questo senso un segnale molto forte in difesa degli elementi costitutivi della professione, che non siamo disposti a scambiare con offerte parallele più o meno attraenti. Sulla scuola e sugli insegnanti è ora di voltare pagina.