La manovra si sposta al senato
e i sindacati organizzano lo sciopero generale del 30 novembre.

La Finanziaria non taglierà i prof.

Letizia Moratti promette: gli organici non saranno toccati.

 di Alessandra Ricciardi da ItaliaOggi del 23/11/2004

 

La camera ha detto sì alla Finanziaria, una manovra che però è già vecchia. L'aula di Montecitorio ha approvato il relativo disegno di legge, anche complice il centro-sinistra che ha ritirato tutti gli emendamenti in segno di protesta.
Confermata per la scuola la proposta del governo: alle elementari saranno i docenti già di ruolo a insegnare la lingua inglese, basta con gli insegnanti specializzati. Stanziati 375 milioni di euro per il rinnovo degli appalti per la pulizia delle scuole e 110 milioni per l'avvio della riforma. Per gli organici la norma contenuta nell'articolo 16 prevede che il prossimo anno non potranno essere superiori a quelli del 2004/2005. Ma la manovra sarà quasi sicuramente rimaneggiata al senato. Fiato sospeso per l'emendamento sulla riduzione delle aliquote fiscali.

Per la copertura di un provvedimento del genere è aperta da tempo la caccia alle risorse, che vede coinvolti in prima battuta i dipendenti del pubblico impiego e quelli della scuola in particolare: dal blocco turnover al rinvio dei contratti. Intanto, i sindacati affilano le armi in vista dello sciopero generale del prossimo 30 novembre, che vede l'adesione di tutto il pubblico impiego: blocco dei contratti e Finanziaria i pilastri della protesta. Il ministro dell'istruzione, Letizia Moratti, ha negato che ci sarà un taglio al personale della scuola del 2%, come paventato dal ministero dell'economia. In un intervento a tutto campo, la Moratti ha difeso il suo operato.

"Il bilancio dell'istruzione in realtà è aumentato: nel 2001 era di 35 miliardi e 787 milioni di euro, poi è diventato di 37 miliardi e 734 milioni nel 2002, di 39 miliardi e 736 milioni nel 2003, di 40 miliardi e 269 milioni nel 2004". Il ministro ha poi negato che ci sia stata una riduzione degli organici: "Sono gli stessi dello scorso anno, e il tempo pieno è garantito. In caso contrario, le famiglie devono denunciarlo ai direttori scolastici regionali".

Per quel che riguarda il contratto, "abbiamo stanziato per gli insegnanti 380 milioni di euro nel biennio 2002-2003, con un aumento di 147 euro al mese per docente, e nel biennio 2004-2005 altri 413 milioni di euro da ripartire in accordo con i sindacati".

A chi sostiene che la riforma Moratti rimarrà incompiuta per mancanza di risorse necessarie, il ministro replica che il sostegno finanziario già c'è: "Per quanto riguarda le iscrizioni anticipate alle elementari abbiamo ricevuto 12 milioni di euro nel 2003, 45 milioni nel 2004 e dal 2005 avremo 66 milioni di euro a regime.
L'anno scorso abbiamo avuto in Finanziaria 90 milioni di euro in più che serviranno per il tutor, l'innalzamento dell'obbligo scolastico e le nuove tecnologie.
Quest'anno abbiamo già ottenuto 110 milioni di euro". Scettici i sindacati.

"A fronte di un impegno del consiglio dei ministri a investire oltre 16 mila miliardi di vecchie lire in cinque anni nella scuola, sono stati resi disponibili in due anni solo 200 milioni di euro, pari a 400 miliardi circa di vecchie lire, ampiamente recuperati con i tagli di organico già fatti", attacca Enrico Panini, segretario della Cgil scuola.

"Se ci sono le risorse per i contratti, non si capisce perché allora non ci sia l'apertura delle trattative, dopo 11 mesi dalla scadenza del passato biennio economico e a fronte di un'inflazione crescente che fa perdere potere d'acquisto ai salari", commenta Massimo Di Menna, segretario della Uil scuola. Attendista la Cisl. "Prendiamo atto delle dichiarazioni del ministro, ora ci attendiamo un passo indietro da parte del ministero dell'economia. È necessario però che quanto prima il dialogo con i sindacati, a cui la Moratti ha dato la sua disponibilità, sia nei fatti ripreso", dice Francesco Scrima, segretario della Cisl scuola.