Secondo ciclo: Regioni: un impiccio o una risorsa? da Tuttoscuola di venerdì 19 novembre 2004
I tempi per il primo decreto dovrebbero essere ovviamente più brevi, almeno sulla carta. Nelle scorse settimane si sono svolti al MIUR vari incontri di lavoro per la definizione degli "Obiettivi specifici di apprendimento" degli otto licei, e non si dovrebbe essere lontani dalla possibilità di redigere una prima bozza di decreto, sempre che si risolva il nodo relativo agli indirizzi dei licei tecnologico, economico e artistico. Il fatto è che da come verrà sciolto questo nodo dipenderà l’impostazione del secondo decreto legislativo, quello che deve preventivamente acquisire l’intesa delle Regioni. Il problema è questo: se i tre licei che si articolano (soprattutto il tecnologico) lo faranno in modo tale da favorire la confluenza in essi della domanda sociale che attualmente si rivolge agli istituti tecnici e professionali, quanto spazio resterà per il sistema di istruzione e formazione di competenza delle Regioni? E come potrà essere "di pari dignità"? Quale significato avrebbe presentare due decreti distinti? La riforma del Titolo V, parte seconda della Costituzione postula che lo Stato e le Regioni assumano una logica cooperativa e partenariale. Ricorrere a due decreti potrebbe suonare come un considerare le Regioni un impiccio fastidioso e non una positiva risorsa istituzionale. Del resto, come si può procedere all’articolazione del sistema dei licei se non sono stati predisposti i livelli essenziali che lo Stato chiede alle Regioni di rispettare per organizzare il loro sistema dell’istruzione e formazione professionale spendibile ai fini dell’esercizio del diritto–dovere a 12 anni di istruzione e formazione per tutti di pari dignità? |