Finanziaria & Fisco: gli effetti sulla scuola

 da TuttoscuolNews N. 175, 29 novembre 2004

 

È    stato  un  compleanno  molto  movimentato  quello  del  ministro dell'istruzione Letizia Moratti venerdì 26 novembre.  Era  il  giorno del Consiglio dei ministri per il varo della manovra  per  le  risorse necessarie al taglio delle tasse, e si è  andati  molto  vicini  alle dimissioni del ministro, che nei giorni  precedenti  aveva  rilasciato alla stampa ripetute dichiarazioni di  rassicurazione,  mentre  si  è trovata davanti un testo con pesanti tagli anche  per  la  scuola.  La Moratti ha puntato i piedi, costringendo il  presidente  Berlusconi  a rivedere le decisioni con una mediazione che  ha  consentito  il  varo unanime della manovra.

Ma quale è stato il compromesso? C'è  ancora  incertezza  sul  nuovo testo che riguarda la scuola, a cominciare  dal  fatto  che  forse  il taglio di organico è rimasto anche se,  con  calcolata  abilità,  è dissimulato e dovrebbe riguardare i posti dell'organico  della  scuola elementare  attualmente  occupati  dagli  insegnanti  specialisti  che insegnano solo la lingua straniera per garantire a  tutti  gli  alunni l'insegnamento della lingua.

La forbice riguarderà anche le supplenze nelle scuole, con  probabile innalzamento della quantità di giorni necessari  per  poter  nominare supplenti. Si parla di limite  dei  15  giorni  anche  per  la  scuola dell'infanzia e per la scuola primaria.

Se così fosse, queste scuole, per le assenze degli insegnanti fino  a 15  giorni,  dovrebbero  prevedere  l'impiego  di  docenti  interni  a disposizione (che di fatto non ci sono da  quando  questo  governo  ha abolito l'organico funzionale).

In molti casi le scuole primarie potrebbero però essere  costrette  a ricorrere,    con   buona  pace  del  miglioramento  dei  livelli  di apprendimento, alla ripartizione  degli  alunni  sulle  classi  e  non potrebbero utilizzare i  docenti  in  compresenza  con  compromissione delle attività opzionali previste dalla legge di riforma e  che  sono possibili grazie proprio alle ore eccedenti di servizio ( ).

A questo punto l'eventuale quota oraria sottratta all'insegnamento per svolgere la funzione tutoriale (trattativa  contrattuale  permettendo) diventerebbe un lusso insopportabile.

Insomma, alla fine non è prevalso, forse, l'interesse  della  scuola, ma la necessità  di  andare  comunque  avanti,  di  realizzare  sulla "carta" la riforma. Che poi essa diventi  o  meno  pratica  quotidiana nelle scuole, sembra un problema rimandato a dopo.