Riforma della scuola: la sorte dell'Istruzione Tecnica Liceo tecnologico cercasi… Dopo la bocciatura del Ministro Moratti, le commissioni sugli OSA della secondaria di II grado sono al lavoro per rivedere buona parte dei risultati già conclusi. di L. P. dal sito nazionale della Gilda degli Insegnanti, 3/11/2004
Le ultime news di Tuttoscuola, sempre informatissime sui fatti ministeriali, ci hanno comunicato, nei giorni scorsi, che il lavoro delle Commissioni che dovevano elaborare gli OSA (Obiettivi Specifici di Apprendimento) per gli otto nuovi licei previsti dalla Legge 53/200 era giunto al termine, senza aver ottenuto il giudizio di gradimento da parte del ministro. Per questo, molto da rifare per le commissioni, dopo aver considerato le proposte degli ispettori ministeriali, tenuti lontano dalla prima fase dei lavori. Le informazioni giornalistiche ci dicono che i tempi siano ristretti per questa rivisitazione, tempi da misurarsi in giorni e non in mesi. E’ dunque imminente il decreto sulla Secondaria di II grado? Dovremo, di qui a breve, fare i conti, anche in questo ordine di scuola, con il proseguimento delle innovazioni già introdotte nella primaria e nella secondaria di I grado? Intanto ricordiamo che il relativo decreto attuativo dovrebbe essere emanato entro l’ 11 Aprile del 2005 (due anni dall’entrata in vigore della legge) e, prima dei necessari passaggi parlamentari, occorre avere ottenuto un parere non vincolante della Conferenza Stato-Regioni . Quindi, probabilmente, questo primo risultato del lavoro delle Commissioni servirà per l’ appuntamento con la Conferenza. Tuttavia, rimane sempre incerto il cammino di questi OSA, in assenza della soluzione per gli istituti tecnici e per gli istituti professionali (inseriti nel canale dell’ Istruzione o in quello dell’ Istruzione Formazione professionale?) sulla quale manca ancora un segnale certo, a parte le voci ufficiose che circolano. Soluzione che non sarà né agevole né breve poiché, in virtù della riforma del titolo V della Costituzione (Legge 3 Costituzionale 2001), essa richiede un iter abbastanza impegnativo, imponendo il parere preventivo e vincolante della suddetta conferenza. Insomma, non mancano le complessità per questa operazioni di riscrittura delle Commissioni. Quali saranno i punti più complicati del lavoro di rielaborazione ? Proviamo ad immaginare i binari entro cui si indirizzerà il lavoro. Prima di tutto, ricordiamo che il comma f dell’ art. 2 della Legge 53/ 2003 indica le seguenti tipologie di licei: artistico, classico, economico, linguistico, musicale e coreutico, scientifico, tecnologico, delle scienze umane. Per tre di esse si dovrà prevedere l’ articolazione in indirizzi : i licei artistico, economico e tecnologico si articolano in indirizzi per corrispondere ai diversi bisogni formativi, (comma f dell’ art. 2 della legge 53/2003) . Dunque, la prima incombenza sarà forse di:
Tenendo ben presente :
Allora, se tutte le commissioni dovranno occuparsi di questi problemi, tre di esse avranno un’ incombenza in più : definire l’ articolazione in indirizzi di tre tipi di liceo. Quali indirizzi prevedere per questi tipi di licei e soprattutto a chi affidare la prerogativa della scelta ? Al Centro, che deliberi già un modello di indirizzi predefinito o alle scuole, in base alle esigenze del territorio ? Certo, difficile pensare che le scuole abbiano libertà di decidere gli indirizzi per questi tre tipi di liceo, poiché il Decreto legislativo 112/ 1998 , all’ art. 138 , comma c) assegna alle Regioni : la suddivisione, sulla base anche delle proposte degli enti locali interessati, del territorio regionale in ambiti funzionali al miglioramento dell’ offerta formativa . Ma, fra tutti, forse, il liceo tecnologico sarà quello che con più difficoltà dovrà trovare un suo modello, stretto com’è tra le proposte ministeriali e quelle della Confindustria. L’ idea ministeriale assegna a questo tipo di liceo un modello in linea con gli altri tipi di liceo. In un quadro orario che per tutti i licei è di 27 ore obbligatorie + 3 opzionali settimanali, ai licei con indirizzi dovrebbero essere riconosciute altre 3 ore obbligatorie destinate alle specializzazioni. Qui, dove le tecnologie devono avere un ruolo centrale , si ipotizza che queste siano le materie base, comuni a tutti i licei :
A queste, prevedibilmente, dovranno aggiungersi:
Non è difficile prevedere che gli indirizzi del liceo tecnologico dovrebbero essere i seguenti:
La proposta che Confindustria ha ampiamente divulgato negli scorsi mesi invece ha queste caratteristiche. Il modello per il liceo tecnologico è l’ esperienza del Campus che si è avviata nella regione Lombardia. ( Per informazioni approfondite e analitiche su questo esperimento già consolidato, si veda il contributo di Gianluigi Dotti, che si trova nel sito del nostro centro Studi, e il commento di Telesforo Boldrini apparso su Professione docente di Giugno 2004, mentre il progetto completo si trova sul sito della Gilda Lombardia) . Il liceo tecnologico deve avere una specificità tecnologica e non scientifica e articolarsi in indirizzi fin dal secondo biennio di studi con la seguente organizzazione oraria: 1 anno del II biennio : 20 ore di curricolo generale e 16 ore di curricolo specialistico; 2 anno del II biennio : 16 ore di curricolo generale e 16 ore di curricolo specialistico; V anno : 12 ore curricolo generale e 20 ore specialistico. In sostanza, il liceo tecnologico è il modello elettivo di istruzione che risponde alle esigenze dell’ industria, per questo deve curvarsi in modo deciso alle richieste produttive. Secondo Confindustria, gli istituti tecnici dovrebbero confluire nel settore dell’ istruzione, senza porsi il problema della terminalità (leggasi “ titolo di studio, che un istituto tecnico di oggi rilascerebbe, mentre un istituto di domani, confluito nel liceo, no). L’ associazione degli industriali ritiene la terminalità un falso problema, poiché, afferma, già ora il 90 % degli studenti dei tecnici prosegue gli studi all’ Università . Naturalmente, con questa affermazione si tralascia il fatto fondamentale che la prosecuzione degli studi è un fatto elettivo e non obbligato. Per cui, non si tratta tanto di diploma, quanto di “ accesso al mondo del lavoro”, che con questo modello sarebbe agevolato. Come si vede, si tratta di due ipotesi non molto convergenti. Quella ministeriale prevede un liceo, orientato allo studio teorico e senza terminalità, mentre quella della Confindustria pensa ad uno strano tipo di Liceo, molto orientato alle materie di indirizzo, ma senza un diploma ufficiale. Sarà interessante vedere che cosa uscirà dal cappello delle mediazioni politiche, ma ancora più interessante sarebbe approfondire i motivi che sottostanno alle due visioni “ licealistiche”. |