Aspettando lo sciopero.

Mentre a scuola c'e' chi lavora da mesi

senza prendere un euro.

da Scuola oggi del 5/11/2004

 

Una decina di giorni, e la scuola italiana si ferma. Allo sciopero generale del prossimo 15 novembre ci sarà lo schieramento sindacale quasi al completo. Con la sola eccezione dello Snals che ha scelto una forma di protesta autonoma e anomala, specchio delle contraddizioni che attraversano un sindacato che non riesce a scegliere tra l'interesse dei lavoratori che dovrebbe tutelare e la "collateralità politica" con il governo in carica.

E dire che alcuni delle motivazioni dello sciopero sono inequivocabili: come il rinnovo di un contratto di lavoro per cui sono previste solo briciole. Per non parlare dei problemi già presenti nella realtà quotidiana. Come il fatto che ci sono decine di migliaia di insegnanti che lavorano magari da tre mesi e non hanno ancora visto una lira di stipendio. Un disagio che negli ultimi anni riguardava per lo più i precari più precari: questa volta coinvolgono anche i supplenti annuali e persino gli ultimi immessi in ruolo.

Nel resoconto del dibattito politico in corso si ha un quadro della situazione: delle gravità dei problemi che emergono, e di quel che risponde il minsitro. Che forse è male informata dai suoi collaboratori, e che comunque sembra parlare di una realtà che esiste solo nella sua testa. In questi giorni nelle scuole stanno arrivando le graduatorie di istituto, almeno quelle della prima fascia. Seconda e terza fascia arriveranno. E per ogni pezzo di graduatoria i dirigenti scolastici dovranno riprendere in mano le supplenze assegnate all'inizio dell'anno scolastico e assegnarle "agli aventi diritto".

Dopo tre mesi, insomma, si viola uno dei cardini della qualità della scuola: la continuità didattica. Non fosse per altro, ecco perchè lo sciopero del 15 novembre non riguarda solo chi lavora nella scuola, ma anche i suoi utenti, studenti e genitori, a cui viene offerto un servizio sempre più squalificato.