ISTRUZIONE SUPERIORE:

ALTRI SEI MESI PER UNA RIFORMA CHE NON C'E'.

da ScuolaOggi del 28/11/2004

 

Letizia Moratti si dimette. Anzi no. Chissà con quali argomenti il suo presidente del consiglio l'ha convinta a ingoiare il rospo di altri tagli alle risorse della scuola. Sta di fatto che il ministro dopo il colloquio con Berlusconi ha deciso di rimanere al suo posto, rimangiamdosi clamorosamente quello che aveva detto fino al giorno prima: "La scuola no, non si tocca".

In ogni modo un altro duro colpo alla sua credibilità: persino lo Snals che pur aveva rinunciato allo sciopero del 15 novembre per accreditarsi come interlocutore privilegiato dell'attuale maggioranza di governo anche a scapito dei più elementari diritti dei suoi iscritti, questa volta ha preso le distanze manifestando il proprio disappunto con un sit in di protesta.

Moratti, insomma, sempre più sola, sempre più impotente. Tanto impotente che con quel decreto noto come "cento rinvii" è stata costretta a farsi approvare una norma che le consenta di avere sei mesi in più per presentare la proposta di riforma delle superiori.

Non più entro il prossino marzo, insomma, ma entro il settembre del 2005. A pochi mesi dalla scadenza elettorale. Difficile prevedere se ce la farà, ma è certo che con questo governo la scuola superiore resterà quella che è. Magari, come è avvenuto per la scuola dell'obbligo si arriverà ad approvare una qualche legge di riforma, ma non certo ad attuarla. Impresa impossibile, infatti, e comunque maldestra. I

mpresa tentata senza nemmeno un minimo consenso tra le stesse forze di maggioranza tuttora divise sulle scelte di fondo da fare. Impresa comunque che potrebbe contare più sui tagli in atto che su le risorse necessarie. Impresa contro la stragrande maggioranza degli operatori della scuola.

Ma forse non è per loro, nè per chi essi lavorano (famiglie e studenti) che la Moratti sta loperando. E per che cosa allora?

La risposta sta forse nel colloquio che il ministro ha avuto con Berlusconi: andare avanti comunque per mettere sulla carta una riforma, perchè quello ha promesso agli elettori. Che poi la riforma, bella o brutta che sia, si faccia, poco importa. Conta solo mettere la bandierina. Da sventolare durante la prossima campagna elettorale.

Un imbroglio, insomma. Che porterà anche la firma di Letizia Moratti.