14 mila maestri specialisti di inglese in meno: taglio vero o finto? da Tuttoscuola del 6 dicembre 2004
Aveva destato scalpore la notizia di una drastica riduzione di 14.200 maestri specialisti di inglese che, secondo le prime anticipazioni del maxi-emendamento alla Finanziaria, nell’arco di un biennio avrebbero dovuto rientrare in classe come docenti comuni. Il testo dell’emendamento recitava infatti ". . . garantire il recupero all’insegnamento sul posto comune di non meno di 7.100 unità per ciascuno degli anni scolastici 2005/2006 e 2006/2007". Il rientro in classe come docenti comuni, oltre ad equivalere come quantità complessiva a quei 14.200 posti non tagliati per l’intervento del ministro Moratti, significherebbe un’equivalente copertura di altrettanti posti vacanti con la conseguenza di annullare le corrispondenti nomine di docenti annui (da qui il risparmio). Significherebbe anche che in due anni circa 57 mila classi di scuola elementare rimarrebbero prive dell’attuale insegnamento della lingua straniera, visto che ogni specialista copre attualmente 6-7 classi e che, rientrando in classe, insegnerebbe da specializzato normalmente su due classi. A questo punto le ironie sulle tre "i" non fanno neanche più sorridere. Dopo la prima sorpresa per l’emendamento, è stato però possibile accertare che la previsione del rientro degli specialisti si inserisce nella formulazione del precedente testo che prevede ". . . sono attivati corsi di formazione, nell'ambito delle annuali iniziative di formazione in servizio del personale docente, la cui partecipazione è obbligatoria per tutti i docenti privi dei requisiti previsti per l'insegnamento della lingua straniera." In poche parole, si avvia la formazione di nuovi docenti di inglese per una quantità stimabile in almeno due nuovi docenti formati per ogni specialista che rientra, cioè 28-30 mila maestri da specializzare nell’insegnamento dell’inglese nell’arco di due anni. Insomma il taglio rimane, ma almeno il servizio verrebbe garantito. Tutto chiaro? Nient’affatto. I tempi richiesti per avviare i corsi e formare i docenti non sono brevi (si paga ora l’interruzione delle iniziative di formazione di lingua avvenuta nel 2001), mentre i tagli hanno una precisa scadenza. E poi i fondi adeguati per questa formazione dove sono? |