Indagine Pisa, ovvero chi di spada ferisce . . .

 da Tuttoscuola del 18 dicembre 2004

 

Nei primi due anni del suo mandato il ministro Moratti ha più volte sostenuto che il livello di preparazione degli studenti italiani nel confronto internazionale, prima del suo arrivo al ministero dell’istruzione, era insoddisfacente. Da qui la necessità, secondo lei, di riformarlo profondamente.

In particolare aveva anche (impropriamente) utilizzato i dati della ricerca Ocse-Pisa sui livelli di competenza linguistica per affermare che la scuola elementare dei moduli aveva prodotto un abbassamento dei livelli di competenza rispetto alla situazione esistente prima del 1990 (arrivo della riforma dei moduli e scomparsa del maestro unico).

A parte il fatto che quei dati si riferivano agli studenti 15enni italiani (non quindi a quelli della scuola elementare), era quanto meno discutibile che il ministro dell’istruzione volesse misurare la qualità dell’intero sistema scolastico italiano da una statistica internazionale su cui più di un esperto avanza riserve di attendibilità stante la differenza di partenza dei sistemi di istruzione, della non corrispondenza dei settori scolastici e la difficoltà di rilevazione oggettiva.

Ora però che la nuova rilevazione Ocse-Pisa per il 2003 conferma livelli di competenza dei 15enni italiani molto bassi, il ministro si sente colpito al cuore (anche se la sua riforma non ha ancora prodotto effetti rilevabili in quell’indagine).

Se all’inizio fosse stata un po’ più prudente e cauta nei giudizi sul sistema scolastico trovato al suo arrivo, oggi non rischierebbe di essere giudicata per una scuola che non è ancora completamente frutto della sua riforma.