Manovra.

Sì del Senato:

è legge la Finanziaria 2005.

Berlusconi: svolta epocale Pera: sull'iter il Governo sia più attento.

L'opposizione: è un «pasticcio epocale» Per l'ultimo via libera non è servita la fiducia.

 

di Dino Pesole da Il Sole 24 Ore del 31 dicembre 2004

 

Quattro letture, due voti di fiducia, con le Camere convocate inusualmente tra Natale e Capodanno, continue riscritture e riformulazioni per far posto alla manovra fiscale e ai mezzi finanziari per finanziarla. Con il voto definitivo di ieri da parte del Senato, la manovra economica da 24 miliardi varata per ridurre il deficit del 2005 al 2,7% del Pil, con il suo corredo di tagli fiscali per complessivi 6,5 miliardi, ha superato l'ultimo scoglio, a soli due giorni dall'ultimo termine utile per evitare l'esercizio provvisorio.

Non vi è stato bisogno di ricorrere a una nuova votazione di fiducia, ma è bastata una sola seduta mattutina per approvare sia la Finanziaria nel testo pervenuto dalla Camera, sia il Bilancio dello Stato. Si chiude così una lunga e tormentata vicenda politico-parlamentare, con questo entusiastico giudizio del presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi: «È una manovra che può essere definita epocale, che segna un cambiamento profondo». Non era peraltro del tutto scontato che i parlamentari della maggioranza, convocati per votare la Finanziaria nel bel mezzo delle ferie natalizie, assicurassero la presenza minima per evitare brutte sorprese. Per questo, il premier sottolinea la «straordinaria prova di compattezza e solidità della Casa delle libertà».

Valutazione non condivisa dall'opposizione, che parla al contrario di «pasticcio epocale». Unanime, invece, il coro di critiche alle procedure, peraltro puntuale ogni anno alla conclusione della sessione di bilancio. Nel 2005, ha osservato il presidente del Senato, Marcello Pera, il Governo dovrà essere «più attento e operoso» e attuare una riforma della Finanziaria. Pera ammette che quest'anno, forse più che nei passati esercizi, l'iter parlamentare della manovra è stato «piuttosto faticoso». Da qui l'auspico perché il 2005 «sia finalmente l'anno della revisione e del ripensamento dello strumento e delle modalità della sua discussione».

Un solo articolo e 572 commi. Questa la versione definitiva della Finanziaria, che viene sottoposta ora alla controfirma del Capo dello Stato. E proprio dal Quirinale è giunto l'invito, pienamente onorato dalla Camera in terza lettura, a eliminare dal testo norme non in linea con il dettato costituzionale. Sono state così soppresse le misure relative al blocco del turn-over delle Regioni, per recepire gli effetti della recente sentenza della Consulta. Nel testo non compare più la sanatoria dei procedimenti per le consulenze nella pubblica amministrazione, finita nel mirino della Corte dei conti, ed è stata altresì soppressa la norma che autorizzava l'installazione di videogiochi nelle sale bingo.

Per il resto, l'impianto generale della Finanziaria (9,5 miliardi di tagli, 7,5 miliardi di nuove entrate, 7 miliardi di dismissioni) è rimasto sostanzialmente invariato. Anzi, secondo quanto ha reso noto il sottosegretario all'Economia, Giuseppe Vegas, si registra nell'ultimo passaggio parlamentare un lieve miglioramento dei saldi per 13 milioni. Buona parte della riuscita di questa manovra è affidata ai risparmi di spesa che deriveranno dall'imposizione del tetto del 2% alla crescita della spesa corrente. Per quel che riguarda le nuove entrate, è saltato l'automatismo nella revisione degli studi di settore, che non sono più agganciati all'indice Istat e che, comunque, dovranno garantire 3,7 miliardi di maggior gettito. Ma la novità più rilevante, rispetto al testo originario, è la manovra di riduzione delle imposte attraverso le tre nuove aliquote Ire: 23% per i redditi fino a 26mila € , 33% da 26mila a 33.500 € , 39% oltre i 33.500 € , con il contributo del 4% che scatterà per i redditi superiori a centomila € annui, e le nuove deduzioni. Per l'Irap è previsto l'aumento della franchigia da 7.500 a 8mila € per le imprese con base imponibile inferiore a 180.759 € , nonché l'aumento a 20mila € per lo sconto contributivo per i nuovi assunti che sale a 40mila € nel Sud.
Tra le novità introdotte dal Senato in seconda lettura, per effetto del maxi-emendamento governativo, la copertura degli sgravi fiscali, con 1,1 miliardi di aumento dell'imposizione indiretta (bolli, imposte di registro, concessioni governative, imposte ipotecarie e catastali) e 2 miliardi di nuove entrate affidate allo slittamento al 2005 della seconda e terza rata del condono edilizio.

 

  Il testo definitivo approvato dal Senato (non ufficiale).

  Il testo del decreto taglia-deficit.

  Il decreto milleproroghe.

  Il DPEF 2005-2008.