Governo della scuola

Più spazio ai genitori.

di Giuseppe Tesorio da Il Corriere della Sera del 13/12/2004

 

Saranno i nuovi «organi di governo» della scuola. Parola grossa, governo, ma pare che «organi collegiali» non rimandi più a una certa idea di autorevolezza. Sarà, comunque siamo in ritardo.

Al debutto dell'autonomia, 1 settembre 2000, si fronteggiavano due proposte legislative per cambiare le regole del gioco, una dell'Ulivo (l'allora maggioranza) e l'altra del Polo (l'allora opposizione). Niente da fare. Due anni fa, a ruoli invertiti, fallì anche il tentativo di procedere su un testo unificato.

Adesso, qualcosa si sta movendo, ma siamo solo al gran dibattito: i nuovi organi in discussione non piacciono a nessuno, o quasi. Le novità sono grosse.

Primo, ed è un bene, si riduce il numero: consiglio di scuola (l'attuale consiglio di istituto, con in più un rappresentante dell'ente locale proprietario dell'edificio), collegio docenti (compresi gli esperti a contratto e i prof degli insegnamenti facoltativi) e gli organi di valutazione degli alunni (al posto degli attuali consigli di classe). A questi si aggiunge un comitato di valutazione della scuola, che prenderà il polso della qualità complessiva.

I cambiamenti più sostanziosi sono nel consiglio di scuola: la presidenza è affidata a un genitore, al posto del preside; parità numerica tra docenti e genitori-studenti; esclusione del personale amministrativo e tecnico; entra il rappresentante ente locale. Il collegio docenti avrà un vicepresidente nominato dal preside. Sono solo proposte, le ultime in ordine di tempo.