Con il progetto di riforma si rafforza il ruolo delle singole scuole e dei genitori Cresce anche il peso degli «esterni». Organi collegiali, più autonomia. Reazioni negative dei sindacati: servono cambiamenti sostanziali .
di Luigi Illiano da Il Sole 24 Ore del 4/12/2004
ROMA - Genitori protagonisti e maggiore autonomia per gli istituti: con queste indicazioni riparte il dibattito parlamentare sugli organi collegiali della scuola. Mercoledì scorso, con l’audizione dei sindacati, la proposta di legge è tornata in commissione Cultura alla Camera. Di fatto è stato riaperto il confronto in sede referente, dopo che il tentativo di giungere a un testo condiviso, attraverso il comitato ristretto della commissione, è fallito. E il testo in discussione è quello unificato predisposto dal relatore, in seguito alle deliberazioni del comitato ristretto. Documento che, in alcuni casi, rappresenta un cambio di rotta della stessa maggioranza rispetto alle versioni precedenti. Il riordino degli organi collegiali è in discussione da due anni e stenta a decollare. Passando da momenti di dibattito acceso a periodi nei quali sembra finire in soffitta, nonostante si tratti di una questione di enorme importanza per l’autogoverno delle scuole, in strettissima connessione con il regime dell’autonomia. Lo testimonia la trasversalità politica e il numero di disegni di legge presentati in materia. Il bisogno di restyling, del resto, è urgente: basti pensare che le norme vigenti risalgono sostanzialmente al Dpr 416/74, alla stagione dei cosiddetti ‘decreti delegati’. «Questa è la volta buona — garantisce l’onorevole Angela Napoli (An) perché nelle condizioni attuali gli organi di autogoverno delle scuole sono smagnetizzati. E, anche in considerazione della riforma, vanno rinnovati al più presto. Credo che entro giugno 2005 si arriverà all’approvazione definitiva. Per poter esordire già dal prossimo anno scolastico». Autonomia. Il testo unificato stabilisce che le scuole, nella loro autonomia, «costituiscono i loro organi di governo e ne disciplinano il funzionamento secondo le norme generali previste dalla presente legge». In pratica non è prevista una gabbia rigida, ma coordinate ampie entro le quali le scuole possono elaborare i propri regolamenti attuativi. Genitori. La prima modifica riguarda il Consiglio della scuola, organismo destinato a sostituire il Consiglio di istituto. Torna a presiederlo un genitore e non il dirigente scolastico, come previsto dalla stesura precedente del testo. Cambia anche la composizione del Consiglio: nella primaria si passa da tre docenti e cinque genitori a quattro docenti e quattro genitori. Nel secondo ciclo i genitori saranno due, con altrettanti studenti. Ma il testo precisa che «il regolamento della scuola può prevedere, in relazione alle dimensioni e alla complessità dell’istituto, l’aumento dei componenti fino a un massimo di quattro unità suddivise, in modo paritetico tra genitori e docenti, nel primo ciclo dell’istruzione. E in misura pari a un genitore, uno studente e due docenti, nelle scuole del secondo ciclo». Inoltre, viene soppressa la figura del Garante dell’utenza, prevista nel vecchio testo. Collegio dei docenti. Cresce il ruolo degli esperti esterni. Entrano di diritto nel collegio dei docenti. Infatti l’articolo 6 stabilisce: «Il collegio dei docenti è composto da tutti gli insegnanti, di ruolo e non di ruolo, in servizio nella scuola, nonché dai docenti a contratto e dagli esperti che svolgono incarichi per gli insegnamenti facoltativi e opzionali, secondo quanto previsto dalle norme in vigore». Inoltre, viene istituita la figura del vicepresidente del collegio, che affianca il dirigente scolastico (presidente) e viene scelto da quest’ultimo tra i docenti di ruolo. Reazioni. Secondo Enrico Panini (Flc-Cgil) «il testo fornisce un altro tassello del pericoloso mosaico costruito dal Governo e, se fosse approvato, rappresenterebbe un ulteriore attentato alla scuola pubblica». Massimo Di Menna (Uil) punta il dito contro «un progetto che ignora totalmente la presenza del personale Ata nella scuola». Per Fedele Ricciato (Snals-Confsal) «è un documento che richiede sostanziali modifiche, abbiamo presentato in Parlamento proposte emendative, anche sulle competenze degli organi». Secondo Francesco Scrima (Cisl) «nel testo sopravvive la traccia di una scuola-azienda che va eliminata. Gli organi collegiali sono l’espressione della partecipazione democratica e lo spirito deve rimanere tale». Alessandro Ameli (Gilda degli insegnanti) dice: «Giudizio è negativo: la proposta riduce il ruolo dei docenti nel governo delle scuole». |