LA RIFORMA DELLA SECONDARIA Il 4° e 5° anno delle superiori esulano dal diritto/dovere. Promossi o bocciati ogni due anni. Ritorna il tetto massimo di assenze fino al 25% dell'orario di Giogio Sciotto da ItaliaOggi del 21/12/2004
Due sottosistemi per la riforma della secondaria. La legge di riforma Moratti (n. 53/2003) ha disegnato il secondo ciclo, articolandolo in due sotto-sistemi: i licei e l'istruzione e formazione professionale regionale; e indicando otto licei, di cui tre articolati in indirizzi. L'attuazione è stata rinviata a un decreto legislativo. Dalla bozza cominciano a delinearsi alcune scelte, finora rinviate. I licei sono articolati in due bienni e un anno terminale (il 5°), mentre l'attuale struttura dei licei e degli istituti tecnici è di un biennio e di un triennio. Il primo biennio è comune per ognuno dei tre licei con indirizzi. Il secondo, invece, si differenzia in indirizzi. Il 5° anno approfondisce i contenuti dei precedenti bienni e quelli in coerenti agli studi successivi. Suggella la caratteristica di percorso propedeutico, privo di connotati di pre-professionalizzazione. Gli orari Vi è una differenza sostanziale tra i licei, a seconda che abbiano o no indirizzi: 1) l'orario delle lezioni sarà minore (30 ore settimanali) per i cinque licei veri, senza indirizzo, maggiore (33 ore) per i tre licei con indirizzo. Oggi l'orario del liceo classico varia da 27 a 29, quello del liceo scientifico da 25 a 30, al netto di sperimentazioni. Quello degli istituti tecnici è di 36 ore, destinati a trasformarsi in larga parte nei licei (con indirizzo) economico e tecnologico, ma non tutti trovano una corrispondenza nel nuovo impianto, per esempio il nautico, l'aeronautico, il turistico, con meno studenti; 2) ogni indirizzo è caratterizzato da un laboratorio in cui lo studente sviluppa le proprie capacità progettuali, assente invece nei licei veri. LA CULTURA LICEALE Viene introdotto un concetto nuovo: la cultura liceale, di sapore hegeliano, costituita da: strumenti culturali e metodologici per porsi con atteggiamento razionale, creativo, progettuale e critico, di fronte la realtà, ai suoi fenomeni e ai problemi che la investono; conoscenze e abilità, generali e specifiche, coerenti con le attitudini e le scelte personali, adeguate all'inserimento nella vita sociale e nel mondo del lavoro. Ogni liceo approfondisce un aspetto della cultura liceale. LE MATERIE Il piano di studio (che sarà emanato con successivo regolamento) definirà sia gli obiettivi specifici di apprendimento (gli Osa, nel nuovo gergo) sia il profilo educativo, culturale e professionale (Pecup) di ogni liceo e indirizzo. Vi saranno: 1) insegnamenti curriculari, articolati in quota nazionale (nucleo essenziale, non modificabile), quota regionale (modificabile da ogni regione), quota di scuola (modificabile da ogni istituto, utilizzando gli strumenti dell'autonomia). L'aggettivo curricolare usato per connotare questa parte del piano di studi non è della bozza, che evita di usare la parola curricolo. Non sono neanche obbligatori perché in realtà sono modificabili da regione e scuola, anche se lo spazio orario e disciplinare disponibile non è indicato. Ci sarà inserita religione, obbligatoria per la scuola, ma facoltativa per lo studente; 2) insegnamenti/attività opzionali obbligatori, previsti solo nei licei con indirizzo. Lo studente deve scegliere nella rosa indicata nel piano di studi; 3) insegnamenti/attività opzionali facoltativi, proposti dalla scuola sulla base delle richieste prevalenti delle famiglie e degli studenti e del profilo educativo del liceo/indirizzo. In quest'area si esercita l'attività progettuale della scuola in risposta a esigenze di chi la frequenta. Per lo studente costituisce la personalizzazione del piano di studi. Può non sceglierne alcuno; 4) approfondimenti disciplinari opzionali obbligatori al 5° anno che dovrebbero essere organizzati dalla scuola. Scelta Ogni scelta è (dovrebbe essere) fatta personalmente dallo studente, come avviene oggi (art.192 del dlgs n. 297/1994). Non è chiaro se sia possibile farla ogni anno. La bozza prevede che sia fatta al momento dell'iscrizione, a gennaio dell'anno scolastico precedente. Ma il decreto sul diritto/dovere prevede che lo studente si iscrive a un istituto fino al diploma, prefigurando una scelta permanente per le varie opzioni. Non tutti gli insegnamenti opzionali saranno svolti da docenti in organico; quelli di indirizzo (obbligatori) e quelli facoltativi possono essere svolti da esperti assunti con contratto privato se mancano le competenze tra i docenti in organico. I percorsi I percorsi dal 2° al 4° anno possono essere realizzati in alternanza studio/lavoro. Il decreto che regola questi aspetti (ora all'esame delle commissioni parlamentari) non ha chiarito quali insegnamenti e quanta parte dell'orario può essere svolto con questa modalità. Anche in questo decreto manca ogni indicazione in merito. Dai documenti che circolano in modo informale risulta che le materie che dovrebbero esserci in ogni liceo/indirizzo sono: italiano e conoscenza del mondo classico (o letteratura italiana e latina), inglese, lingua straniera 2, storia, filosofia, matematica, informatica, fisica e chimica, biologia e scienze della terra, educazione fisica, religione. Gli insegnamenti rischiano di essere eccessivi. È auspicabile che la frammentazione disciplinare sia attenuata o prevedendo insegnamenti integrati di discipline scientifiche o affidando materie riconducibili a una stessa area a uno stesso insegnante. SCRUTINI ED ESAME DI STATO I docenti valutano gli apprendimenti e il comportamento degli studenti. Come oggi. Lo faranno con i voti fino a 10. Cambiano le cadenze: sarà periodica (e non più trimestrale o quadrimestrale), con cadenze decise dalla scuola, e annuale. In base agli esiti ogni istituto organizza (deve organizzare) interventi di recupero. Cambia la cadenza dei giudizi di promozione: non più annuale ma alla fine di ogni biennio. Negli anni intermedi uno studente può essere bocciato solo in casi gravi e motivati. Il che comporta cambiare un comportamento consolidato: i docenti tendono a bocciare soprattutto alla fine del primo anno del biennio e del triennio. Viene ripristinato il tetto alle assenze (25% del monte ore annuale), superato il quale non sarà valutato, qualunque sia la causa dell'assenza. Correzioni all'esame di stato È ripristinata l'ammissione: le prove sono od organizzate dalla commissione (docenti della scuola) o predisposte e gestite dall'Invalsi. L'intervento del ministro sembrerebbe limitato alla scelta della materia oggetto di una prova scritta e non nel contenuto delle prove. Le scuole paritarie diventano sedi di esame per i candidati esterni. I PASSAGGI Il percorso dei licei è quinquennale. Il diploma consente solo l'accesso agli studi universitari. Alla fine del secondo biennio (4° anno) è prevista l'uscita di chi vuol conseguire un diploma di istruzione e formazione tecnica superiore (Ifts). Le legge n. 53 prevede che lo studente possa cambiare indirizzo e tipo di liceo, ma anche di passare dai licei al sistema regionale e viceversa. Il passaggio avviene attraverso il riconoscimento dei crediti formativi maturati, la cui regolamentazione viene rinviata a un successivo regolamento. La legge n. 53 prevede che il credito matura con la frequenza positiva di qualsiasi segmento del secondo ciclo, ma non chiarisce che cosa sia un anno, un'unità didattica. Non è neanche chiarito quanto e come la scuola certifichi esperienze ed esercitazioni, anch'esse previste dalla legge. Questo sistema viene clamorosamente contraddetto dal mantenere le norme sull'esame di idoneità (del 1925), di cui si specializzano gli istituti legalmente riconosciuti. Il che vuol dire che il ministero non intende presentare il decreto di superamento delle disposizioni su questi istituti previsto dalla legge sulla parità (n. 62/2000). DIRITTO DOVERE La legge n. 53 ha previsto 12 anni di diritto/dovere (ex obbligo scolastico), da realizzare gradualmente con i decreti attuativi. Quello sul diritto/dovere, all'esame delle commissioni parlamentari, prevede di aumentare da nove a dieci anni il periodo. La bozza sul secondo ciclo prevede un ulteriore allungamento ma a 11 anni. E il 12°? In tal modo esula dal diritto/dovere la frequenza del 4° anno del liceo. In ogni caso rimarrebbe fuori il 5° anno. SEDI L'istituzione dei nuovi licei sarà fatta con decreto del ministro. Le regioni sono relegate a un ruolo secondario. Il che prelude a un conflitto di competenza che lascia aperta la questione cruciale: se i futuri licei vivranno separati per tipologia o costituiranno un centro in cui convivranno un liceo classico, uno musicale e un liceo tecnologico con indirizzo meccanico. I DOCENTI Negli istituti tecnici e professionali sono state realizzate negli ultimi due decenni le innovazioni più significative per adeguare contenuti e metodologie alle richieste delle imprese e della multiforme utenza. È utile questa esperienza? Una scuola che deve offrire insegnamenti opzionali, percorsi personalizzati, alternanza studio lavoro ecc. ne ha bisogno? O questo vale solo per i licei con indirizzo? Oppure basterà un docente tutor che pensa a tutto? Il decreto di riforma va in quest'ultima direzione. |