IL MINISTERO DELLE MERAVIGLIE.

di Dedalus da ScuolaOggi dell'1/12/2004

 

In un precedente articolo sulla scheda di valutazione provavamo a formulare alcune ipotesi circa quello che avrebbe potuto fare il MIUR. La prima ipotesi consisteva nel ragionevole tentativo da parte dell’apparato tecnico-amministrativo del MIUR di colmare l’evidente “vuoto normativo” (= inadempienza) con l’emanazione di un nuovo documento di valutazione, con l’indicazione dei livelli essenziali delle competenze da raggiungere e la certificazione/attestazione del passaggio alla classe successiva. Soluzione scartata per mancanza dei necessari tempi tecnici. La seconda ipotesi era quella di lasciare tutto così com’è, senza ulteriori interventi regolativi, o meglio ancora di rinviare la palla alle scuole, con il pretesto dell’autonomia. In pratica una scheda “fai da te” all’insegna della devolution o deregulation, nella prospettiva del portfolio. La terza ipotesi, che a dire il vero ci sembrava la più improbabile proprio perché paradossale, consisteva in una via di mezzo, dare cioè alle scuole alcune linee generali, un elenco degli obiettivi generali di riferimento (“indicazioni dalle Indicazioni nazionali”, appunto) in base ai quali riconvertire, ri-adattare, riciclare le vecchie schede. Noi vi diamo alcuni indicatori e voi vi fate le schede. In autonomia, cioè a spese vostre. Ebbene la fantasia, è proprio il caso di dirlo, ha superato la realtà, l’ha “anticipata”. La terza ipotesi parrebbe essere quella azzeccata.

Dalla bozza della circolare presentata ai sindacati viene infatti la conferma che le vecchie schede di valutazione di scuola primaria e scuola secondaria di I grado, già predisposte su modello ministeriale e abrogate da anni, non saranno più stampate dal Poligrafico dello Stato, mentre le classi seconde e terze della scuola media continueranno a utilizzare in via transitoria il vecchio modello. Per le restanti classi prime e per le classi della primaria i modelli dovrebbero essere predisposti dalle singole scuole con le modifiche strutturali rese necessarie per valutare, oltre agli apprendimenti, anche il comportamento e le attività opzionali. La nuova scheda dovrà riferirsi a nuovi indicatori di apprendimento per ogni disciplina, desunti dalle Indicazioni nazionali. Un’ampia esemplificazione di questi indicatori verrebbe riportata per ogni disciplina negli esempi allegati alla circolare stessa.
Insomma, come temevamo, una classica soluzione all’italiana. All’insegna dell’improvvisazione e della mancanza di rigore e di rispetto delle norme. Un MIUR delle meraviglie, acrobatico e stupefacente.

Persino il Sole 24 ore-scuola, giornale legato alla Confindustria quindi non sospetto di estremismo antigovernativo, in un articolo a firma di Giovanni Scaminaci (“Verso la scheda fai da te”, n. 19, 26nov.-9dic. 2004) giudica davvero strano il comportamento del MIUR a riguardo. La vecchia scheda, rileva Scaminaci, non esiste più da quattro anni, nel senso che è formalmente abrogata dal 2000, e in tutti questi anni il MIUR ha continuato a stamparla. Solo ora si accorge che è abrogata e decide di non inviarla più alle scuole. E continua:
è pacifico che non esistono più nell’ordinamento le norme sulla scheda di valutazione né per la scuola primaria né per la secondaria di primo grado. Però non esistono ancora le norme che le scuole attendono da tempo”. Ricorda inoltre, come avevamo fatto anche noi, che gli articoli 8 e 10 del Dpr 275/1999, Regolamento sull’autonomia, prevedono espressamente che spetti al MIUR la definizione degli indirizzi generali circa la valutazione degli alunni e l’adozione di nuovi modelli di certificazione.
E’ evidente, quindi, – sembrano parole nostre ma scrive sempre Scaminaci – l’inadempienza del MIUR che proprio per questo ha continuato a mandare alle scuole le vecchie schede”.
E conclude, sempre il Sole24 ore, sottolineando la confusione indebita tra portfolio e valutazione/certificazione e gli inevitabili limiti del “fai da te” (i problemi che creerà la mancanza di un documento di valutazione standard sul territorio nazionale, i "risultati aberranti" (sic) che produrrà la totale deregulation dei portfolio...). Un po’ insomma come dare dell’incompetente al MIUR e riconoscere apertamente che è stato sfornato un vero e proprio pasticcio. Non (solo) noi, ripetiamo, ma il Sole24ore.

Ha ragione Maurizio Tiriticco a parlare di “inganno” allorché il MIUR in pratica dice alle scuole di fotocopiare le schede di una volta con qualche correttivo ispirato alle Indicazioni nazionali perché in questo consisterebbe l’autonomia...! Se si pensa poi che le scuole dovranno pure produrre questi “nuovi-vecchi modelli” in proprio, è solo il caso di aggiungere che al danno si aggiunge anche la beffa.
Il MIUR insomma non cessa di meravigliarci: non si riesce a capire quanto ci sia di incompetenza, improvvisazione, irresponsabile governo “creativo” della scuola e quanto ci sia di “voluto”, nel senso, già detto, di gettare la scuola pubblica in uno stato di incertezza e di confusione permanente. Una sorta di caos programmato. Forse le due cose insieme, ma il risultato non cambia.