legambiente scuola news

N. 33, DICEMBRE 2004
Notizie e commenti sul mondo della scuola

 

 

 LEGAMBIENTE SCUOLA NEWS.

N. 33, DICEMBRE 2004.

 

Indice

  1. Un coinvolgimento tardivo

  2. Più tempo per la riforma

  3. Aperto il cantiere dei Licei…

  4. … e quello della formazione professionale

  5. Riparte la riforma degli organi collegiali

  6. Così scriveva il Ministro

  7. Agenda 

1. Un coinvolgimento tardivo

“Roma, 20 dicembre 2004

Egregio………, la legge 53/2003 - art.2 lettera g) - prevede che siano definite le norme generali relative al secondo ciclo del sistema educativo di istruzione e formazione e i conseguenti piani di studio.
Si tratta di atti la cui predisposizione ha visto la partecipazione di oltre duecentocinquanta esperti di diversa estrazione culturale e professionale e l'impegno della struttura ministeriale, la quale ha esaminato la realizzabilità delle proposte dal punto di vista strutturale ed organizzativo.

Prima che i documenti possano iniziare il loro articolato percorso di formazione, secondo un metodo che ho assunto come principio ispiratore della mia azione, è mio intendimento proseguire nel percorso di coinvolgimento e di ascolto di quanti a vario titolo sono interessati al rinnovamento della scuola.
A tal fine ho ritenuto opportuno programmare una. serie di incontri per promuovere momenti di confronto e occasioni di suggerimenti e di riflessioni utili al successivo iter dei provvedimenti di attuazione della delega. In tale contesto La invito a partecipare all'incontro indetto per il giorno ……..gennaio 2005 alle ore 9,00 presso questo ministero, Sala delle Conferenze, piazzale Kennedy, 20.

Confido nella Sua presenza e nella Sua preziosa collaborazione e, ringraziandola fin d'ora, Le porgo i miei più cordiali saluti.

Letizia Moratti”

Questa la lettera inviata poco prima di Natale ad associazioni professionali, sindacali…

Sarà ancora una volta una consultazione che alla fine lascerà inalterate le decisioni ministeriali come è successo finora o sarà vero confronto? Quanto sarà disposto il Ministro ad ascoltare e accogliere i pareri che ora richiede? I tempi stringono e una manciata di mesi che ancora restano per l’approvazione dei decreti rimanenti non potranno far recuperare un dibattito vero che possa incidere sulle scelte strutturali presenti nelle bozze dei testi ufficiosi. Un decreto come quello che investe la riforma della scuola superiore non può essere concluso in breve tempo. Ecco perché questo coinvolgimento ci appare tardivo e di facciata!

 

2. Più tempo per la riforma

17 aprile 2005: era questa la data ultima per l’emanazione dei decreti legislativi per l’attuazione della riforma previsti dalla L. 53/03. Ventiquattro mesi di tempo che la legge delega aveva dato al governo, un periodo che si è rivelato troppo stretto.  Così, in silenzio e senza clamori, nel decreto n. 266 del 9 novembre scorso detto  “milleproroghe”, è stata differita  di sei mesi la scadenza entro cui portare a compimento la riforma della scuola. Slitta quindi a ottobre il termine per completare l’operazione, ancora dieci mesi di tempo per emanare i decreti attuativi mancanti, sei mesi in più per un percorso che si annuncia in salita e non privo di ostacoli.

Finora solo due dei decreti hanno concluso il loro iter:

·         il decreto 59/04 di riforma del primo ciclo, operativo già da quest’anno pur in mancanza di alcuni tasselli importanti come l’anticipo scolastico nella scuola dell’infanzia e il docente tutor sul quale la trattativa Aran - Sindacati non si è ancora pronunciata;

·         il decreto 286 del 19 novembre scorso sull’istituzione del Servizio nazionale di valutazione del sistema educativo di istruzione e formazione (INVALSI).

Quelli sul diritto dovere e sull’alternanza scuola lavoro, dopo il parere non proprio “benevolo” del CNPI, hanno iniziato il loro iter alla VII Commissione Cultura della Camera nonostante il mancato parere della Conferenza Unificata Stato Regioni Enti Locali, uno sgarbo istituzionale quello di procedere ugualmente che le Regioni non mancheranno di far pesare quando saranno chiamate a breve a discutere dell’Istruzione e formazione professionale ora di loro esclusiva competenza. I decreti dovranno poi passare al Senato per ritornare, per la ratifica finale, al Consiglio dei Ministri. Un iter che si completerà non prima di un paio di mesi.

Ma, soprattutto, manca un importante tassello: la riforma del secondo ciclo, vero “bersaglio” di tutto il disegno riformatore. Il decreto è pronto, preparato all’interno del palazzo (commissioni di studio di cui non si conoscono i componenti, staccati e lontani dal mondo della scuola). Non è stato cercato preventivamente il consenso che può scaturire solo da un ampio dibattito culturale e politico che coinvolga il mondo della scuola e l’intero paese. Per un’operazione di questo genere occorre tempo e la proroga di sei mesi, visto come sono andate le cose finora, non sembra sufficiente a riannodare il filo del dialogo che può scaturire solo da un ampio dibattito culturale e politico che non c’è stato.

 

3. Aperto il cantiere dei Licei

E’ in circolazione, anche se non è ancora stato reso noto ufficialmente, lo schema di decreto sul riordino della scuola superiore. Apparso in internet, secondo una ormai consueta tecnica del MIUR, ha fatto conoscere in modo informale i contenuti che aprono il “cantiere della riforma” nella scuola del secondo ciclo che dovrebbe prendere forma già dall’anno scolastico 2006/07. Confermati il doppio canale (il sistema dei licei statale e il sistema professionale affidato alle regioni) e gli otto licei (artistico, classico, economico, linguistico, scientifico, tecnologico, scienze umane, musicale e coreutico), alcuni con diversi indirizzi: tre l’artistico (arti figurative, architettura – design - ambiente), due l’economico (economico-aziendale, economico-istituzionale) sette il tecnologico (meccanico, elettrico ed elettronico, informatico e della comunicazione, chimico e biochimico, sistema moda, agrario, costruzioni e territorio).

Ma il Ministro fa finalmente chiarezza anche su un altro punto. “A partire dall’anno scolastico 2006/07 gli istituti di istruzione secondaria superiore del testo unico emanato con decreto 16 aprile 1994 n. 297, ad eccezione degli istituti professionali di Stato assumono la denominazione di Licei”. Non sarà però una modifica solo nominale: tra le materie di studio entrano filosofia, latino, una seconda lingua comunitaria.

L’art. 3 del presunto decreto è tutto dedicato  all’orario annuale delle lezioni: quota oraria obbligatoria (comprensiva della quota riservata alle regioni, alle istituzioni scolastiche autonome e all’insegnamento della religione cattolica) e quota facoltativa.

§         30 ore settimanali obbligatorie + 3 facoltative per i licei classici, scientifici, linguistici, musicali e delle scienze umane;

§         30 ore settimanali obbligatorie + 3 opzionali obbligatorie + 3 facoltative per i licei articolati in indirizzi (artistici, economici, tecnologici);

Al 5° anno le ore obbligatorie scendono a 27, il resto rimane inalterato.

Appare anche il docente tutor. A orientare l’alunno nella scelta delle attività opzionali e facoltative, a coordinare le attività educative e didattiche, ad aver cura delle relazioni con le famiglie e della documentazione del percorso formativo compiuto dallo studente sarà un “docente in possesso di specifica formazione”.

Questi i contenuti della bozza di decreto che dovrebbe essere portato al confronto dal prossimo gennaio, un confronto che è auspicabile non sia solo sui “dettagli” (quantità oraria, discipline, obiettivi specifici di apprendimento…) ma investa l’asse culturale ed educativo per una scuola che educhi alla democrazia, all’etica civile, che sviluppi uno spirito critico.

 

4. … e quello della formazione professionale

La presunta bozza di decreto che ridisegna l’istruzione superiore, dall’art. 15 all’art. 24 detta le linee guida anche per il sistema dell’istruzione e formazione professionale che comprenderà percorsi formativi di almeno 990 ore annue, triennali che daranno titolo a una qualifica, oppure corsi di quattro anni che faranno conseguire un diploma professionale che permetterà l’iscrizione all’istruzione tecnica superiore. All’art. 19 il decreto indica i livelli essenziali riferiti agli standard minimi dei percorsi formativi: “Le regioni assicurano, quale livello essenziale… il conseguimento di competenze linguistiche, matematiche, scientifiche, tecnologiche, storico-sociali ed economiche e di competenze professionali…”. Al loro conseguimento nei primi due anni sarà dedicata una quota oraria prevalente dell’orario complessivo obbligatorio. Inoltre il MIUR detta le regole per i requisiti dei docenti che dovranno possedere l’abilitazione all’insegnamento oppure essere “esperti in possesso di documentata esperienza maturata per almeno cinque anni nel settore professionale di riferimento. All’INVALSI il compito di monitorare e valutare i percorsi formativi.

Inoltre “dall’anno scolastico 2006/07… gli istituti professionali di Stato sono trasferiti gradualmente alle Regioni… sono trasferiti alle Regioni… i beni, le risorse e il personale…”.

Quali gli effetti di questo annuncio a ridosso delle iscrizioni per il prossimo anno? Si vogliono influenzare le ormai prossime iscrizioni degli alunni di scuola media alla scuola superiore dirottandoli verso porti più sicuri quali i licei? Negli ultimi tre anni, incerti sul futuro di tecnici e professionali, si è visto la “fuga” degli alunni verso i licei (+6,75% dall’anno scolastico 2001/02) con conseguente abbandono dei professionali, senza contare i docenti e non docenti di ruolo che hanno via via abbandonato questi istituti lasciandoli prevalentemente a personale precario. Sarà così più facile il passaggio alle regioni di istituti professionali ormai indeboliti. Ma le Regioni saranno disposte a cedere tutti gli Istituti Tecnici, accontentandosi dei soli professionali sui quali dover costruire una formazione professionale che, come dice la L. 53/03 dovrà essere di pari dignità del canale liceale?

 

Il cantiere di riforma del secondo ciclo è aperto ma se il Ministro vuole arrivare alla sua approvazione nei tempi previsti (17 ottobre 2005) deve avviare quanto prima l’iter formale di approvazione che mal si concilia con l’intenzione di voler aprire una discussione con le parti. Una nuova proroga è possibile ma perché la nuova scuola parta il 1 settembre 2006, tutto deve essere pronto a gennaio 2006 quando gli alunni di terza media dovranno decidere dove iscriversi. Con le regioni in “blocco” per le elezioni di primavera, non sarà facile raggiungere con esse, in tempi utili, la prescritta intesa.

 

5. Riparte la riforma degli Organi Collegiali

Il 15 dicembre scorso la VII Commissione Cultura della Camera ha licenziato il testo unificato del disegno di legge sulla riforma degli Organi Collegiali della scuola “Norme concernenti il governo delle istituzioni scolastiche”, un testo che, nelle intenzioni del comitato ristretto che lo ha elaborato, dovrebbe riassumere le varie proposte presentate dalla maggioranza.

Dirigente scolastico, consiglio della scuola, collegio dei docenti, organi di valutazione collegiale degli alunni e nucleo di valutazione dell’istituto sono gli organi di governo della scuola come emergono dai 12 articoli che si riaffacciano al dibattito dopo una pausa di più di due anni (vedi Legambiente Scuola News n. 2).

Il Consiglio di Circolo o di Istituto è sostituito dal Consiglio della scuola composto da 11 membri: Dirigente scolastico, 4 docenti, 4 genitori (uno dei quali lo presiederà), il Direttore dei Servizi Generali e Amministrativi, un rappresentante dell’Ente Locale. Nelle scuole superiori saranno due i genitori affiancati da due studenti. Non appare il personale ATA se non nella figura del Direttore dei Servizi, membro di diritto.

Il Collegio dei docenti sarà formato, oltre che dai docenti di ruolo e  non di ruolo, anche dai docenti a contratto ed esperti incaricati dell’insegnamento nelle attività facoltative ed opzionali. E’ presieduto dal Dirigente scolastico che sceglie tra i docenti di ruolo un vicepresidente. Ma la vera novità sta tutta nell’art. 9 che istituisce il nucleo di valutazione del funzionamento dell’istituto che dovrà pronunciarsi sull’efficienza ed efficacia del servizio erogato. E’ presieduto dal Dirigente Scolastico e viene nominato dal Consiglio della scuola (un genitore, un docente, un soggetto esterno).

Alcune osservazioni:

  • Ci sembra che rappresenti un grave indebolimento ed una netta delegittimazione del valore collegiale dell’azione didattica ed educativa la cancellazione dei Consigli di classe e interclasse, che ad oggi rappresentano il principale terreno di partecipazione di genitori e studenti, il piano prioritario attraverso cui entrare in contatto con un sistema organizzativo del tutto originale qual è la scuola. Nella stessa prospettiva ci sembra del tutto contraddittorio enfatizzare, come si fa  in diversi articoli, il ruolo dei genitori e poi indebolirne di fatto la partecipazione escludendo dagli indirizzi generali la costituzione del Comitato dei genitori, che in molte scuole rappresenta a tutt’oggi l’organo prioritario di partecipazione dei genitori stessi. Lo stesso vale per gli studenti delle scuole superiori, e forse, in una logica di crescita del senso civico e della partecipazione, varrebbe la pena suggerire la costituzione di una tale organismo anche nelle scuole medie.

  • Eccessivo ci sembra il ruolo affidato al Dirigente Scolastico nella gestione del Consiglio della scuola che finisce per operare solo su proposta del Dirigente stesso, a cui, inoltre, spetta anche la presidenza del Nucleo di valutazione, che in ultima analisi dovrebbe valutare il suo stesso operato.

  • Inoltre ci sembrerebbe necessario, in merito ai compiti del Consigli della scuola, fare riferimento alla necessità di elaborare, su indicazioni del Collegio dei docenti, un piano di sviluppo (in termini culturali e pedagogici) della scuola stessa che si basi su attività di ricerca e formazione, anche in collaborazione con soggetti del territorio.

  • Inopportuno e pericoloso, per la trasparenza e la gestione democratica, potrebbe essere il delegare al Consiglio di ogni scuola la definizione delle modalità di elezione dei suoi membri.

  • In merito al Collegio dei docenti esprimiamo parere assolutamente contrario al fatto che ne facciano parte a tutti gli effetti (quindi anche con diritto di voto) i docenti a contratto, se impegnati in attività facoltative ed opzionali, e gli esperti incaricati delle stesse attività.

  • Ci sembra inoltre opportuno, per rinforzare il ruolo autonomo e professionale del Collegio, che esso sia presieduto e convocato da figura diversa dal Dirigente.

  • Infine un’ultima osservazione critica in merito alla scomparsa del personale ATA dalle rappresentanze nel Consiglio della scuola che denota, in coerenza con le politiche di esternalizzazione avviate, una grave sottovalutazione che queste figure possono svolgere nella scuola dell’autonomia e che spesso già svolgono, almeno nella scuola del primo ciclo.

6. Così scriveva il Ministro

“Caro Ministro… consapevole dell’impegno che il governo ha assunto di contenere la spesa corrente questo ministero provvederà ad adottare interventi strutturali finalizzati a tale obiettivo. Le iniziative che si stanno definendo riguardano tra l’altro…. La riduzione del numero dei docenti “specialisti” impegnati nell’insegnamento delle lingue straniere nella scuola elementare facendo ricorso in misura più ampia alla formazione del personale….”. Così scriveva il Ministro Moratti nell’agosto del 2001 al Ministro Tremonti, allora Ministro dell’Economia. Dopo tre anni ecco apparire la misura nella finanziaria 2005. “L’insegnamento della lingua straniera nella scuola primaria è impartito dai docenti della classe in possesso dei requisiti richiesti… Al fine di realizzare quanto previsto dal presente comma, la cui applicazione deve garantire il recupero all’insegnamento sul posto comune di non meno di 7.100 unità per ciascuno degli anni scolastici 2005/06 e 2006/07, sono attivati corsi di formazione, nell’ambito delle annuali iniziative di formazione in servizio del personale docente, la cui partecipazione è obbligatoria per tutti i docenti privi dei requisiti previsti per l’insegnamento della lingua straniera”. Il Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca adotta ogni idonea iniziativa per assicurare il conseguimento del predetto obiettivo”. La conoscenza dell’inglese quindi dovrà rientrare nelle competenze di ogni docente ma… per la formazione di chi non ne è ancora in possesso non sono stanziati fondi appositi, saranno utilizzati i “fondi ordinari” che ogni anno il Ministero stanzia per la formazione in servizio.  I fondi dell’E.F. 2004 sono già stati utilizzati per la formazione sulla riforma, quelli 2005 arriveranno non prima dell’estate prossima. Inoltre, i tempi  per avviare i corsi e formare i docenti, non sono brevi mentre il Ministro si è impegnato ad attuare i tagli già dal prossimo anno scolastico, senza contare che modificare le prestazioni dei docenti nelle scuole elementari richiede una trattativa al tavolo negoziale tra governo e sindacati. Tavolo che ancora vede aperta la trattativa sul docente tutor.

 

7. Agenda

Roma, 15-16 gennaio 2005 - Circolo Bateson  - Legambiente

sede: Legambiente, via Salaria 403

Seminario nazionale sul tema: "L'uno, i molti, i luoghi: identità in costruzione". La doppia descrizione: la riflessione epistemologica e la pratica sociale

Il seminario, organizzato in collaborazione con il Circolo Bateson, è un’occasione di riflessione ed approfondimento culturale della complessa tematica dell’”identità” affrontata da diversi punti di vista (sociologico, filosofico, epistemologico ed educativo). E’ articolato in tre sessioni (per un totale di 12 ore): 1) Empatia e conflitto. Il problema dell’identità; 2) Appartenenza e separazioni. Identità in bilico; 3) Le difficoltà della cosa pubblica. Luoghi e pratiche.

Per informazioni: scuola.formazione@mail.legambiente.com

 

Dal 1 febbraio  al 15 maggio 2005

Corso di formazione “Tesori d’Italia. Alla scoperta delle risorse locali”

Il corso, interamente a distanza on line, fornisce riflessioni e strumenti per utilizzare le risorse locali come risorse educative. Ambiti tematici: biodiversità, paesaggio, espressioni artistiche, culture locali e beni culturali dell’Italia minore, le tipicità territoriali. Il corso inizia a febbraio e procede per 10 settimane. Saranno forniti i materiali del programma di educazione ambientaleTesori d’Italia.

Per informazioni: scuola.formazione@mail.legambiente.com

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