Rapporto Kok: la strategia di Lisbona è a rischio. da Tuttoscuola del 4 dicembre 2004
Il Rapporto Kok, dal nome del presidente del gruppo di esperti istituito dalla Commissione Europea per monitorare gli sviluppi della strategia di Lisbona, ha lanciato un segnale d’allarme: i risultati nel raggiungimento degli obiettivi fissati quattro anni fa sono finora deludenti. Il progresso verso l’obiettivo di creare l’economia basata sulla conoscenza più competitiva del mondo è lento e pieno di difficoltà, determinate sia da fattori esterni, sia dall’assenza di sufficiente risolutezza da parte degli stati membri a intervenire in cinque settori chiave: mercato interno, clima favorevole per le imprese, mercato del lavoro, sostenibilità ambientale e società della conoscenza. Relativamente a quest’ultimo settore il Rapporto stima che nel futuro circa il 30% della popolazione attiva sarà impiegata direttamente nella produzione e diffusione della conoscenza, pertanto l’Europa deve investire di più nel bene più prezioso che ha: i suoi cittadini. Gli stati membri debbono intraprendere politiche ambiziose finalizzate a dimezzare il numero degli studenti che lasciano gli studi precocemente e dare a tutti la possibilità di partecipare alla formazione permanente. Quest’ultima opzione non è un lusso ma una necessità, poiché le potenziali disastrose conseguenze dell’invecchiamento della popolazione (l’Italia è il paese europeo con il maggior tasso di invecchiamento: ogni 100 giovanissimi vi sono 130 anziani) possono essere bilanciate solo da interventi tesi ad aggiornare le abilità della forza lavoro più anziana, pena la sua espulsione dal mercato del lavoro.
L’Italia si muove, ma troppo lentamente Altro settore chiave per realizzare la strategia di Lisbona è quello della ricerca e dell’innovazione. L’Europa non solo deve investire di più ma deve essere in grado di ritenere e attrarre giovani ricercatori e scienziati. Il Rapporto lancia la proposta di istituire un Consiglio Europeo per la Ricerca che coordini e finanzi la ricerca di base a livello europeo. Ma a che punto è il nostro Paese nel raggiungimento degli obiettivi di Lisbona? Rispetto ai quindici indicatori strutturali utilizzati dal Rapporto Kok l’Italia, nel periodo 1999-2003, è peggiorata in 8, e migliorata in 7; tra questi ultimi figurano due indicatori che riguardano il capitale umano: la percentuale di investimenti in ricerca e sviluppo, rispetto al prodotto interno lordo, che è cresciuta dello 0,04 e la percentuale di giovani di età compresa tra i 20 e i 24 anni con un’istruzione almeno di livello secondario superiore, anche questa salita dello 0,9. Si tratta di indubbi progressi, ma ancora non sufficienti a portare il Paese in linea con la media dell’Unione Europea, sia dell’Europa storica a 15, che di quella attuale a 25. |