Con il progetto di riforma si rafforza il ruolo delle singole scuole e dei genitori

Cresce anche il peso degli «esterni».

Modello “campus” per i licei.

Sul secondo ciclo si gioca gran parte della legge di riordino dei percorsi scolastici.

 

di Luigi Illiano da Il Sole 24 Ore del 4/12/2004

 

ROMA - Spazio ai “campus” l’attuazione del secondo ciclo dell’istruzione della riforma Moratti comporterà prima di tutto la riorganizzazione degli attuali istituti secondari e la loro ricollocazione secondo i nuovi percorsi liceali e d’istruzione e formazione professionale. Con il modello “campus” si tratterà di individuare delle scuole, o delle reti di istituti, che in un ambito territoriale siano in grado di proporre un’offerta formativa capace di garantire ampia scelta di percorsi d’istruzione, formazione professionale e anche liceali (in particolare tecnologico, economico e artistico). Soluzine organizzativa che verrebbe preferita proprio per la possibilità di mettere in connessione e realizzare la pari dignità tra tutti i percorsi, come previsto dalla legge Moratti.

D’altra parte, il lavoro degli esperti di viale Trastevere trova paletti precisi piantati dalla riforma del Titolo V della Costituzione, che affida alle Regioni la competenza esclusiva dell’organizzazione scolastica, in particolare tutti i percorsi tecnico-professionali. Mentre allo Stato sono affidati quelli liceali. Scenario che pare aver provocato in molti la voglia di’ liceizzare’ quasi tutta l’offerta dell’istruzione, per evitare di affidare il compito alle Regioni. Ma sarà soltanto dal lavoro di mediazione tra queste ultime e lo Stato che potrà emergere il quadro definitivo. Per scongiurare il pericolo di ritrovarsi con sistemi organizzativi diversi e non compatibili tra le regioni.

E stato lo stesso ministro Letizia Moratti ad annunciare, nei giorni scorsi, che dopo le vacanze di Natale partirà il confronto con le parti sociali sulla bozza di decreto attuativo della riforma (si veda «Il Sole-24 Ore» di ieri) sulla quale il Parlamento ha spostato il termine di adozione da aprile a ottobre 2005. E proprio sul secondo ciclo si gioca gran parte della legge sul riordino dei cicli dell’istruzione. Non a caso, negli ultimi cinquant’anni tutti i tentativi di riformare la secondaria superiore sono falliti.

Intanto, in questi giorni si moltiplicano le indiscrezioni sui contenuti della bozza. Ipotesi che, spesso, si contraddicono. Sarebbe prevista per esempio la permanenza degli istituti tecnici nell’area dei licei, e soltanto gli istituti professionali verrebbero lasciati alla giurisdizione delle regioni. Ma non è un risultato scontato.

Sul fronte dei programmi. inoltre, troverebbe conferma la riscossa di latino e filosofia che saranno insegnati in tutti gli indirizzi liceali. La commissione incaricata di scrivere la riforma dei Licei, articolata in otto gruppi, corrispondenti a ciascuno degli otto indirizzi (Artistico, Classico, Economico, Linguistico, Musicale, Scientifico, Tecnologico, delle Scienze umane) ha consegnato al ministro gli Obiettivi specifici di apprendimento (programmi) dei licei. I gruppi di lavoro avevano il compito di far quadrare un insieme di obiettivi, ai quali corrispondono specifiche discipline, in un’organizzazione quinquennale articolata in due bienni più un quinto anno di completamento e di orienta mento all’università.