LA RIFORMA DELLA SECONDARIA

 Parabola discendente per la classe di concorso A019.

La Moratti mette all'angolo il diritto.

Le materie economiche e giuridiche cedono spazi alle lingue.

 di Antimo di Geronimo da ItaliaOggi del 21/12/2004

 

La riforma Moratti mette all'angolo i docenti di diritto ed economia. Il rischio è la riconversione e, nei casi limite, il licenziamento. Stando alle norme sulla secondaria, in corso di emanazione, le discipline giuridiche ed economiche, che oggi si insegnano negli istituti tecnici e professionali, dovrebbero subire un brusco ridimensionamento. Il tutto per fare spazio all'insegnamento della seconda lingua straniera, che dovrebbe entrare a far parte del curricolo di tutti i licei riformati.
Insomma, una sorta di parabola discendente, che dovrebbe riportare la classe di concorso A019, discipline economiche e giuridiche, ai livelli di partenza. Fino a circa 15 anni fa, infatti, questi insegnamenti venivano impartiti solo al geometra e alla ragioneria. Negli anni successivi, invece, grazie a vari progetti di sperimentazione, fecero il loro ingresso negli istituti professionali. E dopo un po' vennero ricondotti a ordinamento. In altre parole, diventarono stabili anche nelle scuole dove prima erano sperimentali. E ciò comportò un ampliamento del numero delle cattedre di A019.

Cattedre che, con la riforma, rischiano di scomparire. E con esse i posti di lavoro di migliaia di docenti che lavorano su questa classe di concorso: precari e docenti a tempo indeterminato.

IL TRATTAMENTO DEGLI ESUBERI

La riduzione dei posti determinerà, infatti, una conseguente riduzione del numero delle disponibilità per le supplenze. E comporterà anche la necessità di fare i conti con esuberi molto consistenti.

Per quanto riguarda i docenti precari, la legge non prevede la possibilità di ricorrere ad alcuna forma di ammortizzatori sociali ad hoc. E quindi, salvo modifiche sostanziali nei curricoli previsti dalla riforma, il futuro è la disoccupazione.

Per quanto concerne, invece, i docenti di ruolo, è possibile ricorrere alla riconversione professionale o, in alternativa, alla mobilità intercompartimentale.

Se nemmeno in questo modo sarà possibile ricollocare i docenti senza cattedra, gli interessati saranno inclusi nelle liste di disponibilità per 24 mesi. Durante questo periodo i docenti in esubero percepiranno un'indennità di circa 800 euro mensili e allo scadere dei 24 mesi saranno licenziati.

La legge prevede però l'obbligo di ripescare i lavoratori in disponibilità prima di disporre nuove assunzioni (articolo 7 della legge n. 3/2003). Ma con il blocco del turnover, previsto dalla Finanziaria di quest'anno, c'è ben poco da sperare.

SUL LICENZIAMENTO NORME BIPARTISAN

Le procedure per il trattamento degli esuberi sono contenute negli articoli 33 e 34 del decreto legislativo n. 165/2001. Si tratta, peraltro, di uno degli ultimi provvedimenti varati dal governo di centro-sinistra nella passata legislatura. Che, nel caso specifico, ricalca senza modifiche sostanziali il testo originario contenuto nel decreto legislativo n. 29/1993, varato dall'allora governo Amato.

Finora queste norme non sono mai state applicate nella scuola. Resta il fatto, però, che il governo Berlusconi nel 2002 ha varato un provvedimento nel quale viene disposto l'obbligo di applicarle (si veda il decreto legge n. 212/2002). E quindi, salvo ripensamenti dell'ultima ora, il destino dei docenti in esubero sembrerebbe essere segnato.

ESUBERI ANCHE NEGLI ALTRI ORDINI DI SCUOLA

Il problema degli esuberi, peraltro, non è limitato alla classe di concorso A019. Sono tante le categorie di docenti che rischiano di perdere il posto con l'entrata a regime della riforma Moratti.

In tutti gli ordini e gradi di scuola. Con la sola eccezione della scuola materna, dove, presumibilmente, ci potranno essere addirittura degli ampliamenti di organico per via degli anticipi. Sempre che il governo riesca a trovare i fondi necessari per consentire effettivamente l'allargamento del servizio. La stessa cosa non si può dire, invece, per la scuola elementare e media. L'organico della scuola elementare, infatti, potrebbe subire un forte ridimensionamento qualora le famiglie decidessero di non avvalersi delle attività opzionali e facoltative. Ciò potrebbe comportare, a regime, una stabilizzazione dell'organico sulle 27 ore, con ricadute pesantissime sull'occupazione. Idem per la scuola media.

Dove, peraltro, al problema dell'organico ballerino, per le attività opzionali, si aggiunge il fatto che l'orario di lezione di quasi tutte le materie sta subendo forti diminuzioni. Si pensi, per esempio, alle cattedre di lettere che, a regime, saranno costituite nell'ordine di due classi per ogni cattedra, contro le attuali tre classi per due cattedre nel tempo normale e, addirittura, una classe per cattedra nel tempo prolungato. Oppure alla riduzione delle ore di tecnica: da tre a un'ora di lezione la settimana.