Scuola: ancora possibile il salto dall’asilo in seconda elementare. Quest’anno 36 mila anticipi. Le «primine» sopravvivono alla riforma.
di Giulio Benedetti da Il Corriere della Sera del 12/12/2004
ROMA - L’iscrizione anticipata alla prima elementare prevista dalla riforma Moratti non ha cancellato le «primine». Il nuovo ordinamento dell’Istruzione consente alle famiglie di mandare a scuola i propri figli con sei mesi di anticipo. È il caso di un bambino che compie 6 anni il 28 febbraio e più avanti, quando la riforma andrà a regime, il 30 aprile. Ma accanto al nuovo sopravvivono le vecchie norme che hanno reso possibile per decenni il «salto» di un anno grazie ai corsi privati o all’educazione paterna. Insomma ci sono due percorsi. Uno ufficiale, una sorta di autostrada che garantisce uno sconto di sei mesi. L’altro un po’ meno ufficiale, piuttosto controverso, più simile a una strada che non è segnata in tutte le mappe, che offre un buono di dodici mesi. È la strada delle «primine», ma anche degli alunni «clandestini», dei «progetti di continuità» utilizzati in maniera distorta. La riforma ha fatto emergere in buona parte questa realtà, rimasta sommersa per tanto tempo. Ma non sembra in grado di soddisfare interamente la domanda di anticipo. I percorsi alternativi infatti resistono e risultano ancora concorrenziali. In un mondo in cui tutti cercano di non arrivare troppo tardi. In Europa l’ingresso all’università è anticipato quasi ovunque. Da noi a diciotto anni si prende la patente, si vota ma si frequenta ancora il liceo.
L'IDONEITÀ -
La parola magica è «idoneità». Consente di frequentare la seconda
elementare a sei anni e pochi giorni, dopo aver sostenuto un
amichevole accertamento. La circolare del 3 dicembre, quella sulle
nuove pagelle, ricorda alle scuole che «le iscrizioni agli esami di
idoneità per la frequenza delle classi seconda, terza, quarta e quinta
della scuola primaria e della prima classe della scuola secondaria di
primo grado (non ci sono più gli esami di quinta, ndr ) sono
consentite agli alunni che abbiano compiuto o compiano, entro il 31
agosto dell’anno in cui svolgono gli esami, rispettivamente il sesto,
il settimo, l’ottavo, il nono e il decimo anno di età». Prima quel
termine arrivava fino al 31 dicembre. Il ministro Moratti l’ha
ritenuto eccessivo e ha tagliato quattro mesi. Non ha però stabilito
un’unica data. |