Sei mesi in più per la riforma.

I problemi da affrontare.

 da Tuttoscuola di sabato 11 dicembre 2004

 

L’adozione del decreto legislativo sul secondo ciclo sarà solo il primo passo di una complessa serie di azioni volte ad implementare la legge.

Ecco un elenco dei principali problemi che dovranno essere risolti almeno 9-12 mesi prima dell’inizio dell’attuazione della riforma, per mettere gli studenti e le loro famiglie in condizione di scegliere in modo consapevole e informato tra i diversi percorsi di studio (servirà un adeguato piano di comunicazione ad hoc):

  1. Adozione in via definitiva del decreto legislativo concernente il secondo ciclo, contenente anche l’indicazione dei livelli essenziali di prestazione (durata, tipologia dei corsi, criteri di valutazione e certificazione delle competenze degli allievi che conseguono qualifiche e diplomi riconosciuti a livello nazionale) che dovranno essere assicurati dalle Regioni nella gestione dei percorsi di istruzione e formazione professionale.

  2. Emanazione del regolamento concernente i nuovi piani di studio dei licei, che dovranno essere costruiti in modo da consentire i passaggi all’interno del sistema di istruzione e tra questo e quello di istruzione e formazione.

  3. Contestuale predisposizione, da parte delle Regioni, dei piani di studio dei percorsi di loro competenza, che dovranno essere raccordati con quelli dei licei per consentire i passaggi tra i due sistemi.

  4. Chiarimento, con relativi passaggi sindacali, della posizione giuridica dei dirigenti scolastici e dei docenti che insegneranno nei percorsi del sistema di istruzione e formazione professionale (classi di concorso, mobilità verso e dai licei, contratto nazionale).

  5. Formazione in servizio dei dirigenti e dei docenti sui nuovi contenuti e metodi.

  6. Predisposizione dei libri di testo e degli ambienti didattici (laboratori ecc.)

 

Ma quando partirà davvero?

Anche ammesso che il nuovo termine del 18 ottobre 2005 venga rispettato (tutt’altro che scontato), il governo dovrà poi provvedere ad altri adempimenti successivi, come i regolamenti, che richiedono tempo, anche per ragioni procedurali.

Altre operazioni, come la preparazione dei nuovi libri di testo, la formazione dei docenti e l’adeguamento degli ambienti, richiederanno a loro volta tempo. Dovranno essere effettuate operazioni di raccordo interistituzionale, e non mancheranno passaggi e verifiche a livello sindacale. In tali condizioni, non si può dare per certo che il nuovo secondo ciclo riesca a fare il suo esordio il 1° settembre 2006. Fra l’altro il 2006 sarà un anno di elezioni politiche, come lo fu il 2001 per il governo Amato-De Mauro, che secondo alcuni osservatori pagò a caro prezzo le soppressione della scuola media, prevista dalla legge n. 30/2000, che sarebbe dovuta diventare esecutiva dopo le elezioni.

Ora c’è chi teme che la storia possa ripetersi, poiché anche la legge n. 53/2003 si pone a cavallo tra due legislature, proiettando su quella nuova profondi cambiamenti degli assetti istituzionali, dei piani di studio, delle prassi didattiche consolidate. L’opposizione, come in parte ha fatto (e sta facendo) nei confronti della riforma del primo ciclo, potrebbe contrapporsi in maniera ancora più dura e radicale a quella del secondo, di gran lunga più incisiva, annunciando il suo proposito di sospenderne gli effetti o di abrogare l’intera legge, come chiede già da ora a gran voce una parte della sinistra. A quel punto, anche per togliere all’opposizione un argomento di forte polemica durante la campagna elettorale, l’attuale maggioranza potrebbe ritenere più conveniente far partire la riforma (esito delle elezioni permettendo) dal 1° settembre 2007.