SCUOLA

I docenti non di ruolo hanno organizzato un'assemblea per i primi di settembre al Pacinotti, sul tavolo i tagli al personale previsti dalla riforma Moratti

 

Precari in classe, la parola d'ordine è rivolta

Scuola, gli insegnanti precari si mobilitano

 

Studieranno manifestazioni di protesta per far sentire la loro voce, visto che rappresentano il 20\% degli insegnanti

di R.C. Il Gazzettino di Venezia di venerdì  27 Agosto 2004

 

Si ritroveranno mercoledì 8 settembre alle 17 all'Itis Pacinotti autonomamente: sono i precari della scuola inclusi nelle Graduatorie Permanenti della provincia di Venezia sia in prima sia in seconda e terza fascia, abilitati con concorso ordinario, riservato o specializzati Ssis, insegnanti delle scuole di pianura, di montagna o di piccola isola, con molti o pochi punti in graduatoria. Tutti accomunati da qualche lustro o decennio di sfruttamento in qualità di supplenti brevi, supplenti fino al termine dell'attività didattica e supplenti annuali. «Sì, sfruttamento - precisa uno dei portavoce, Stefano Micheletti - visto che mediamente un supplente costa all'Amministrazione circa 7.000 euro in meno di un docente a tempo indeterminato, visto che un supplente non gode degli stessi diritti in quanto ferie, permessi, malattia, diritti sindacali e quant'altro di un docente di ruolo, pur essendo la prestazione professionale la medesima».

«Dopo averci rovinato l'ennesima estate, periodo in cui, tra l'altro, la maggior parte di noi non percepisce alcuno stipendio - spiega Micheletti - con la farsa della pubblicazione delle graduatorie colme d'errori e omissioni e il conseguente spostamento delle convocazioni per il conferimento delle supplenze alla seconda metà di settembre, dopo la risibile immissione in ruolo in provincia di 117 docenti, cifra che nemmeno rimpiazza i pensionamenti di quest'anno, dopo averci precarizzato l'esistenza facendoci fare i supplenti per una vita, siamo molto incazzati». L'anno scolastico che si apre rappresenta ancora una fase di transizione nell'applicazione della Riforma Moratti. Quest'anno si comincia con la scuola primaria e la prima classe della secondaria di primo grado. A regime, con il monte ore ridotto e senza tempo pieno e prolungato, nel primo ciclo d'istruzione, si perderanno quasi 70.000 posti in organico, tra docenti e Ata. «Ma quest'anno - protesta il portavoce dei precari - uscirà anche il Decreto Legislativo d'attuazione della De-forma alle superiori: la riduzione dei posti di lavoro ammonterà, complessivamente per tutti gli ordini di scuola, a circa 200.000 unità. Numero magico, corrispondente all'ammontare dei precari della scuola (oltre 210.000 contratti a tempo determinato stipulati lo scorso anno). Per molti di noi quindi l'anno in corso sarà l'ultimo anno di lavoro nella scuola; tanto mica licenziano qualcuno, semplicemente non ci assumeranno più all'inizio dell'anno scolastico seguente, noi non esistiamo, siamo invisibili. Per il futuro, quando avranno bisogno di nuovi docenti, passeranno all'assunzione diretta (con contratti di formazione, CoCoCo, od altri contratti atipici) da parte dei Dirigenti Scolastici scegliendo tra i nuovi specializzati all'insegnamento nell'Università del 3+2 e quando avranno bisogno di nuovi collaboratori scolastici (bidelli, applicati, ecc.) basterà dare tutto in appalto alle cooperative, esternalizzando i servizi. Menti e braccia fresche da sfruttare, dopo aver spremuto noi come limoni!».

L'invito è rivolto a tutti i precari, perché smettano di litigare tra loro per qualche punto nelle graduatorie permanenti che presto non esisteranno più e articolare una protesta massiccia per rendere disordinato l'inizio dell'anno scolastico, che funziona per il 20 per cento proprio grazie ai precari. Ma anche a insegnanti di ruolo, personale Ata, genitori che lo scorso anno si sono battuti per la difesa del tempo pieno e prolungato, studenti universitari per capire cosa pensa ciascuno sulla riforma.