Alla prova da settembre

anche i programmi rinnovati.

 

Obiettivi impegnativi ma con orari limitati.

 

  di Giovanni Scaminaci, Il Sole 24 Ore del 26/8/2004

 

Da settembre, insieme alla riforma del primo ciclo di istruzione, scattano le «Indicazioni nazionali per i piani di studio personalizzati», che prescrivono i livelli essenziali di prestazione che le scuole devono assicurare agli alunni «per garantire il diritto personale, sociale e civile all’istruzione e alla formazione di qualità». In sostanza si tratta dei nuovi programmi, adottati in via provvisoria con il decreto di riforma, che si differenziano dai vecchi in modo sostanziale. Una serie di novità, che contengono un pericolo: programmi impegnativi, con un numero di ore a disposizione che rischia di essere insufficiente.

 

Vecchi e nuovi programmi. In tutte le classi della scuola primaria si studierà l’inglese e l’informatica; nelle prime classi della scuola media e, man mano che si attuerà la riforma, nelle seconde e terze, sarà obbligatorio anche lo studio di una seconda lingua comunitaria.

Per la prima volta, inoltre, viene disegnato un percorso unitario che inizia nella scuola dell’infanzia e si conclude in terza media. All’interno di tale percorso non vengono ripetuti gli stessi argomenti, come avviene attualmente.

Per la scuola primaria sono previste 10 materie e 6 educazioni; fin dal primo biennio si studiano grammatica, sintassi e tabelline a memoria. Le «Indicazioni» della secondaria di primo grado comprendono 12 discipline e 6 educazioni, e qui, dal primo anno, si studiano grammatica, sintassi e analisi logica. Gli obiettivi della scuola dell’infanzia sono accorpati in quattro aggregazioni.

La storia non si ripete. Nella situazione attuale, in cui l’elementare e la media non costituiscono un ciclo unitario, gli alunni ripetono due volte gli stessi argomenti: lo studio della storia si spinge fino all’età contemporanea in quinta elementare, per ricominciare dalla Preistoria in prima media e giungere sino all’attualità in terza. Tale situazione potrebbe avere un senso se alcuni allievi concludessero il proprio percorso scolastico con la quinta elementare, per cui sarebbe opportuno completare tutta la storia. Ma non ha molto senso in una situazione in cui tutti sono obbligati a proseguire sia nella secondaria di primo grado, dove completeranno il ciclo primario e il percorso disciplinare, sia nella superiore, dove riprenderanno lo stesso percorso in modo più approfondito.

La nuova impostazione prevede lo studio della storia antica solo nella scuola primaria. Il percorso si completa nella secondaria di primo grado partendo dal Medio evo per arrivare fino ai giorni nostri. Le stesse caratteristiche dello studio della storia si riscontrano nella geografia. Nella primaria non si studieranno più i continenti ma ci si fermerà all’Italia, e il percorso sarà completato in terza media.

 

Un programma robusto di italiano e matematica. Per l’italiano, nella scuola primaria le maggiori novità riguardano il rafforzamento dello studio della grammatica e della sintassi. Le poesie vanno imparate a memoria. Si impongono inoltre tutte le nuove forme di comunicazione: testi multimediali, strategie di ascolto di testi orali complessi (giornale radio, telegiornale, conferenza); caratteristiche dei testi parlati più comuni (talk-show, pubblicità, telegiornale); testi presenti su software; costruzione di ipertesti; il film come comunicazione con l’uso di vari linguaggi e codici; caratteristiche di giornali quotidiani, di periodici e riviste specializzate. Per quanto riguarda la matematica, si rafforza lo studio dell’aritmetica e della geometria. Inoltre, senza inutili giri di parole, è espressamente previsto lo studio a memoria delle tabelline.

Il tempo non è sufficiente. Le «Indicazioni nazionali» prevedono traguardi di studio molto ambiziosi ma il tempo scuola obbligatorio previsto dalla riforma, di sole 27 ore settimanali, renderà difficile raggiungerli. Molto può essere recuperato nelle ore aggiuntive (3 nella primaria e 6 nella secondaria di primo grado), con forme di studio di tipo laboratoriale, cioè centrato sul "fare", su un’organizzazione meno formale dei gruppi di studio. Ma le ore aggiuntive sono facoltative e saranno le famiglie, consigliate dai tutor, a valutare il percorso più adatto per i propri figli.