Cresce la tensione dopo la nota
inviata dal ministro dell'istruzione ai
direttori scolastici regionali.
Riforma scuola, battaglia sul tutor
In arrivo sanzioni disciplinari. I sindacati:
violata l'autonomia
di Alesandra Ricciardi da ItaliaOggi del 25 agosto 2004
Il tutor getta nuova benzina sul fuoco delle
polemiche relative alla riforma della scuola, che parte dal 1°
settembre. "Un atto di inaudita gravità", questo il commento unanime
dei sindacati alla minaccia del ministero dell'istruzione di comminare
sanzioni disciplinari ai docenti che dovessero rifiutarsi di dare
attuazione alla legge n. 53/2004, la riforma della scuola che decolla
tra qualche giorno e che ha tra i suoi capisaldi appunto l'istituzione
del docente tutor alle elementari e alle medie (per approfondimenti si
rinvia a ItaliaOggi di martedì prossimo). Una figura sempre contestata
dalle sigle sindacali e che alcune scuole, confidando sull'assenza di
risorse specifiche e sull'autonomia didattica, avevano deciso di non
introdurre.
La ventilata disapplicazione dalla norma ha fatto correre ai ripari il
ministro dell'istruzione, Letizia Moratti, che, con una nota riservata
del suo capo di dipartimento, datata 30 giugno 2004, invitava i
direttori scolastici regionali ad attivare "gli interventi adeguati
anche di carattere disciplinare in presenza di eventuali comportamenti
che configurino violazioni delle norme vigenti".
Secondo il dicastero di viale Trastevere, si legge nella comunicazione
interna, non esiste nessun margine per appartare deroghe parziali o
totali, "a prescindere da personali e pur rispettabili convinzioni di
segno diverso o contrario, e ciò soprattutto da parte di chi assolve a
funzioni e compiti istituzionali al servizio dello stato e della
collettività".
Le scuole, insomma, non si potrebbero trincerare dietro la loro
autonomia nel decidere di non attuare integralmente la riforma. Una
tesi che è avversata dai sindacati, i quali hanno chiesto al ministero
di fare un passo identico. "È uno scivolone imbarazzante
dell'amministrazione. Al di là del merito, non si amministra così il
sistema scolastico. La scuola non è un ring", commenta Massimo Di
Menna, segretario della Uil scuola. "Le decisioni assunte dalle
scuole, per quanto riguarda l'attuazione della legge 53', spiega
Enrico Panini, segretario della Cgil scuola, "sono decisioni
pienamente legittime perché le norme sull'autonomia scolastica sono in
vigore. Tra l'altro, le sanzioni disciplinari per i dirigenti
scolastici non esistono in più. E visto che non si possono censurare
le posizioni degli insegnanti, restano solo le delibere dei collegi
dei docenti, che però possono essere oggetto di impugnazioni, non di
sanzioni", spiega Panini. Sarebbe dunque non solo fuori luogo ma
addirittura impraticabile la strada del pugno di ferro da parte della
Moratti.
Ma resterebbe l'atto, di "violazione dell'autonomia didattica", dice
Francesco Scrima, segretario della Cisl scuola, "molto grave per il
clima di tensione che crea all'interno della scuola". Fuori dal coro
l'Anp, l'associazione nazionale dei presidi, che invece ritiene
"giustificabile anche l'uso di sanzioni per chi non applica le nuove
disposizioni della riforma Moratti. La sanzione", dice il presidente
dell'Anp, Giorgio Rembado, "è una conseguenza deprecabile, come tutte
le conseguenze negative, ma forse necessaria. Mi rendo conto che il
ministero ha il dovere di far rispettare le leggi".
Non si può parlare di retromarcia, ma di un segnale di apertura sì,
quello che ieri è giunto dalla Moratti che ha annunciato la firma, da
parte del ministro per la funzione pubblica, Luigi Mazzella, dell'atto
di indirizzo relativo alla definizione del profilo del tutor e alla
sperimentazione di nuove figure professionali finalizzate agli
anticipi nella scuola dell'infanzia. Dovrebbe dunque partire a
settembre la trattativa con i sindacati. "Sono soddisfatta, perché si
stanno creando le condizioni per dare concreta attuazione, con il
prossimo inizio delle lezioni, a questa innovativa figura
espressamente prevista dalla legge di riforma", ha detto il ministro
Letizia Moratti. Come dire che da sola la legge non basta a istituire
la figura del tutor. Ma, intanto, la nota interna con l'invito a
comminare sanzioni resta.
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