Entro il 25 agosto 15 mila immissioni in ruolo, tra caos e reclami.

Precari, anzianità negata a 180 mila.

In crescita il ricorso ai supplenti: costano meno degli assunti.

di Alessandra Ricciardi, da ItaliaOggi del 17/8/2004

 

Sempre più precari nella scuola italiana. E' composto di oltre 180 mila lavoratori, tra insegnanti, dirigenti, personale educativo, ausiliario e tecnico, l’esercito che è stato reclutate lo scorso anno dal ministero dell’istruzione per far fronte ai buchi di organico. Un numero che è in crescita rispetto allo scorso anno, +30% solo i decenti, e che dovrebbe essere confermato grosso modo anche per il prossimo, nonostante le 15 mila immissioni in ruolo che scatteranno dal 25agosto prossimo. A guadagnarci, le casse dell’erario: ai precari, infatti, in servizio fino al termine delle attività didattiche, non vengono pagate ferie; per gli incarichi temporanei neanche la retribuzione professionale. E a tutti, nessuno escluso, non va conteggiata l’anzianità di servizio, che invece matura chi ha un contratto a tempo indeterminato. Insomma, tutti qualificati e retribuiti come assunti di prima nomina, anche se si tratta di supplenti che da anni, spesso decenni, sono reclutati ogni anno. E tutti licenziabili senza motivazioni e apposite previsioni di legge. La stabilità della precarietà, che è diventata il distintivo della scuola italiana soprattutto nell’ultimo decennio, difficilmente potrà essere corretta nel prossimo futuro: il numero de gli studenti è in aumento, come dichiara lo stesso ministero dell’istruzione nel rapporto 2004 sullo stato della scuola italiana, ma vanno applicate le misure di contenimento della spesa, e dunque di riduzione del personale, imposte dalle ultime tre Finanziarie.

Il contingente. Per quanto riguarda i docenti, tra insegnanti di ruolo e assunti a tempo determinato, il contingente in servizio nell’anno scolastico 2003/04 è arrivato a 817.850 unità, 12 mila in meno rispetto al 2002-2003. Il decremento ha riguardato però esclusivamente i decenti di ruolo. I docenti con contratto annuale sono invece passati dai 26.514 del 2002/2003 ai 32.936 dello scorso anno. Quelli fino al termine delle attività sono arrivati a oltre 78 mila. Ci sono poi le supplenze brevi, disposte direttamente dal preside, che non sono prese in considerazione. Insomma, la turnazione sulle cattedre è diventata uno standard per la didattica. Precariato consistente anche tra gli Ata: a fronte di 182 mila di pendenti di ruolo, 70 mila sono a tempo determinato. Qualche centinaia gli educatori, oltre tremila i presidi incaricati.

Come cambia la busta paga dei prof. Un docente di scuola elementare e materna che ha un’anzianità inferiore ai due anni ha una busta paga lorda di 1.391 euro, a cui si somma la retribuzione accessoria decente; voce analoga è prevista per gli Ata. Tra imposte e ritenute previdenziali, il netto a pagare è di 1.134 euro. Pochi euro in meno per i docenti a tempo determinato che svolgono attività per tutto l’anno; per gli assunti fino a 30giugno, niente ferie pagate. Dopo dieci anni di servizio cresce la busta paga dei dipendenti di ruolo di circa 100 euro, di 200 a metà carriera. Stipendio fisso per i supplenti.

Quanti alunni ci sono. Gli alunni di tutte le scuole pubbliche sono stati complessivamente 7.669.505, circa lo 0,65% in più rispetto al 2002/03: il loro aumento, in valore assoluto, corrisponde al complessivo incremento di studenti di nazionalità non italiana, registrato nello stesso periodo. Il settore in cui si registra la crescita maggiore delle iscrizioni è la scuola dell’infanzia, dove nel 2003/2004 ci sono stati 11 mila bambini in più rispetto all’anno precedente. Entro un biennio, sottolinea il ministero, questo settore potrebbe raggiungere un milione di iscritti, soprattutto se dovesse andare a regime la riforma della scuola. In crescita le iscrizioni anche alle elementari dove, a fronte del costante calo medio annuo di 15 mila unità dal 1998/99, nell’anno scolastico appena chiuso è stato toccato quota 2.523.240 studenti, circa 8 mila in più rispetto al 2002/2003. Segno positivo per gli alunni delle scuole medie (1.708.599 in totale, in crescita di 7.150 unità) e delle superiori (2.465.416 iscritti). (riproduzione riservata del quotidiano Italia Oggi)