COME SI INDIVIDUA L'HANDICAP? di Rolando A. Borzetti da Fuoriregistro del 18/11/2003
Riduzione del numero di certificazioni dell'alunno disabile, rischio di tagli alle risorse, lo spettro della ricostituzione delle scuole speciali. Questi i rischi individuati e contenuti in un documento che domenica 16 novembre è stato sottoposto al giudizio e all'approvazione dei numerosi esperti - oltre 3000 - riuniti a Rimini per il convegno ''La Qualita' dell'integrazione è la Qualità della scuola", promosso dal Centro Studi Erickson. Il documento, proposto dalla Regione Marche, analizza con preoccupazione e fissa nodi di criticità dello schema di decreto del Presidente del Consiglio dei ministri su "Regolamento recante modalità e criteri per l'individuazione dell'alunno come soggetto in situazione di handicap, ai sensi dell'art. 35, comma 7, della Legge 27/12/2002 n. 289 del 29 luglio 2003" su proposta del Miur e del Ministero della Salute, pre-sentato nei giorni scorsi agli Assessori Regionali. Lo scorso luglio su richiesta della Conferenza Unificata era stato istituito dalla Presidenza del Consiglio dei ministri un tavolo interistituzionale sulla disabilità tra i cui compiti vi era anche la verifica dello stato di attuazione della legge 104 e la formulazione di eventuali proposte di aggiornamento, ma su quel tavolo, si lamenta, la bozza stilata dai due Ministeri non è mai arrivata. "L'intero impianto del documento è dichiaratamente orientato a indurre una riduzione del nu-mero di certificazioni, caratterizzandosi così di fatto come una manovra di taglio delle risorse da investire in materia di integrazione scolastica", si legge nel testo. Una riduzione operata grazie alla "ridefinizione delle procedure finalizzate alla realizzazione dell'integrazione scolastica" in modo restrittivo Questo, secondo gli esperti, può aprire la porta al ripristino delle classi e scuole speciali. Una possibilità che vede nettamente contraria la Regione Marche; in merito a questo aspetto il documento sottolinea infatti un preciso rifiuto per ogni forma di scuole del genere che, come dimostrano anche le scelte operate i molti Paesi occidentali dove si stanno moltiplicando gli sforzi per realizzare l'integrazione scolastica, sono inefficaci e non economiche. Il testo
esplicita una netta posizione critica rispetto alla bozza del Dpr. "Se
si vuole ribadire nei fatti l'enunciazione di principio del valore dell'integrazione
scolastica, - si legge - occorre dare segnali di incremento piuttosto
che di decremento delle risorse umane e finanziarie, come accaduto ad
esempio per il finanziamento alle famiglie che scelgono la scuola paritaria".
Inoltre si sottolinea nel documento a fronte di una esigenza sempre
più sentita di ampliare i criteri di valutazione degli alunni
disabili, il nostro Paese è quello che già adotta quelli
più restrittivi in ma-teria di certificazione. La responsabilità della famiglia è molto forte; ai genitori spetta anche l'obbligo di farsi tramite tra le istituzioni scolastiche e quelle sanitarie: il verbale di accertamento infatti secondo le nuove indicazioni ministeriali è trasmesso ai genitori - o a chi ha la titolarità della tutela - e a questi spetta di comunicarlo alla scuola presso cui l'alunno sarà o è iscritto, perché siano adottati i provvedimenti necessari. E per
gli alunni già certificati al momento dell'entrata in vigore
del decreto? L'autorizzazione
all'attivazione di posti di sostegno in deroga dipenderà dal
dirigente preposto all'Ufficio Scolastico Regionale sulla base della
certificazione attestante la particolare gravità dell'alunno.
Rolando A.Borzetti |