PERVERSIONI

 

Le tabelle per l’attibuzione dei  punteggi per la mobilità contengono complicazioni illogiche e perverse.

 

Sono tanti i docenti che hanno avuto a che fare in febbraio con l’Ordinanza sulla mobiltà e con il relativo Contratto decentrato per presentare la domanda di trasferimento o di passaggio. La tabella per il calcolo del punteggio era piena di clausole e alcune rivelavano una particolare perversità.

 

Provo a fare un parziale elenco.

 

** I 10 punti per coloro che non hanno presentato una domanda di trasferimento provinciale o di passaggio provinciale nel triennio precedente.

Dieci punti non sono certo qualcosa di indifferente; vengono dati in pratica a coloro che non hanno nei fatti avuto una necessità di presentare una domanda di trasferimento provinciale o di passaggio provinciale.

 Si premia nei fatti chi una necessità non l’ha avuta e si penalizza chi ha sentito impellente una necessità. Non solo vengono penalizzati quelli che hanno presentato una domanda di trasferimento ma anche quelli che hanno osato chiedere un passaggio, in pratica quelli che hanno voluto servirsi  delle stesse opportunità di mobilità professionale che l’Ordinanza invitava ad usare.

 Il significato recondito sembra essere: state buoni per tre anni così poi potete saltare davanti al collega che invece si è  lasciato tentare. 

 Per i sindacalisti e i responsabili del ministero (autori del contratto)  le domande di trasferimento e di passaggio sembrano far parte del  gioco dell’oca o di quello del monopoli.

 

** Lo stesso punteggio per la continuità ha una sua perversità di fondo: mentre può avere una logica per la compilazione della graduatoria interna,  non risponde a logica ai fini della domanda di trasferimento. L’essere stati fermi non si può considerare un titolo di maggiore anzianità di servizio.

 

** La punizione per il servizio pre-ruolo. Il servizio di ruolo vale sei punti per ogni anno, quello pre-ruolo 3 punti. Questa penalità sembra avere una logica anche se ancorata al disprezzo di un lavoro pur sempre prestato. Ma l’assurdo si rivela in tutta la sua entità quando si va a calcolare il punteggio di tutto il servizio pre-ruolo: i primi quattro anni si considerano con un valore di tre punti per ogni anno, tutti gli anni che superano i quattro vengono diminuiti di valore (valutati per due terzi). Una specie di ulteriore punizione: punito perché eccessimente sfortunato.

 

** Il valore dei titoli generali di studio per la domanda di trasferimento. La frammistione delle esigenze di trasferimento con titoli di studio ha spesso determinato la ricerca di conseguire titoli di studio non per spenderli a fini professionali ma per avvicinarsi a casa. Tale stortura ha solo determinato uno spreco di risorse umane ed economiche. I titoli di studio debbono valere per i passaggi di cattedra e di ruolo e per una valorizzazione della professione, non ha senso che vengano utilizzati per esigenze di famiglia. Per il  solo trasferimento dovrebbero valere gli anni di servizio e l’esigenze di famiglia.

 

** Un titolo particolare che vale 1 punto: l’aver partecipato ai nuovi  esami di Stato e fino al 2000/2001. Una specie di eredità lasciata dal ministro Berlinguer. Tutti gli esami di prima e tutti quelli di dopo non valgono una cicca. Qui il perverso diventa ridicolo.

 

 Queste clausole, a mio avviso, perverse e  stonate vanno in qualche modo cambiate nel prossimo contratto sulla mobilità.

 La GILDA non essendo firmataria del Contratto Collettivo Nazionale  non ha potuto partecipare in dicembre alla trattativa sulla mobilità; forse la presenza della nostra Associazione poteva contribuire a diminuire la perversità di qualche clausola.

 Nel prossimo contratto sulla mobilità è ancora da vedere se la GILDA sarà presente o no nella trattativa; ma in ogni caso l’elenco delle clausole assurde va fatto, raccogliendo  le istanze dei colleghi, e va in qualche modo condotta una battaglia per la loro modifica lottando o dentro il tavolo delle trattative o anche fuori dal tavolo.

 

Francesco Zaffuto