Iscrizioni. Le contraddizioni dalla Gilda degli insegnanti di Venezia, 17.1.2015 In una recente comunicato "interno" rivolto ai Dirigenti Scolastici della Provincia di Venezia, la Dott.ssa Beltrame, dirigente dell'USR del Veneto ha invitato le scuole a limitare il numero di iscritti laddove il numero di aule a disposizione appaia insufficiente. Ciò è legittimato dal fatto che nel territorio della provincia ci sono istituti scolastici che offrono percorsi di studio simili e che in alcuni casi ci sono spazi inutilizzati. Una ipotesi di distribuzione degli iscritti su tutte le scuole del territorio in modo da ottimizzare gli spazi sembrerebbe di buon senso. Peccato che tale scelta sia nettamente contraria alla logica della legge fondante dell'autonomia scolastica. Il buon Berlinguer, seguito poi da Moratti e soprattutto da Gelmini, ha infatti valorizzato la specificità dell'organizzazione e dei percorsi scolastici definiti dalle singole scuole attraverso i Progetti dell'Offerta Formativa che possono essere diversi da scuola a scuola anche in modo significativo. Il sistema delle scuole dell'autonomia prevede quindi una sorta di concorrenza tra istituzioni scolastiche che, rispetto ai progetti dell'offerta formativa proposti agli utenti-clienti, potranno essere premiate o penalizzate in una logica di "mercato". Del resto appare evidente che l'orientamento fatto da molte scuole superiori della provincia sembra adesso più vicino alle tecniche di marketing commerciale che alla corretta informazione su cosa effettivamente uno studente dovrebbe imparare nel percorso degli studi. L'ulteriore problema in tale situazione nasce dal fatto che gli edifici scolastici sono di proprietà o dei comuni (scuola dell'infanzia, primaria e secondaria di primo grado) o delle province (secondaria di secondo grado). Alla Regione Veneto spetta invece la potestà sull' organizzazione della rete scolastica regionale. In questa incredibile fase di "grandi riforme" le province sono state abolite, ma restano le competenze originarie in capo agli uffici preesistenti (ma sono abolite o no?). Stiamo attendendo la città metropolitana di Venezia e siamo in campagna elettorale per l'elezione degli organi della Regione Veneto. Ma allora chi definisce in concreto il piano dell'offerta scolastica a livello territoriale? La dott.ssa Beltrame? Ha ragione la dott.ssa Scandella, dirigente del Musatti di Dolo, che ha ricordato che l'iscrizione degli studenti alla scuola pubblica è una libera scelta e che l'autonomia scolastica rafforza tale libertà di scelta perché le scuole non sono tutte uguali. Sta all'ente locale riorganizzare l'utilizzazione degli edifici per garantire tale libertà di scelta. Altrimenti si dovrebbe riconoscere che tutto il sistema dell'autonomia scolastica così come è stato concepito è sbagliato. Ricordiamo che la Gilda degli Insegnanti ha da sempre criticato la visione mercantile che è allo sfondo della legge sull'autonomia e lo ha fatto troppo spesso da sola. Ma non ci fa piacere ripetere a tutti: l'avevamo detto. Se la Dott.ssa Beltrame riconosce il fallimento dell'autonomia scolastica ne saremo ben lieti. Per il momento aspettiamo un segnale di qualsiasi tipo dalla politica che ha promesso "scuole belle" e uno storico piano di manutenzione e nuova costruzione di edifici scolastici. Fatto sta che l'attuale diritto delle famiglie e degli studenti di scegliere la scuola più adeguata non può essere limitato a priori da "atti di indirizzo" impropri e sulla cui competenza sorgono molti dubbi.
Gilda degli insegnanti, |