Le idee politiche della GILDA-UNAMS
I soggetti beneficiari possono presentare domanda dalla Gilda degli Insegnanti, 11.2.2015 Votare è bene. Votare GILDA-UNAMS è meglio, se si ritiene
La Gilda-Unams ritiene che il ruolo del dirigente scolastico, invece che rafforzato, debba essere fortemente ridimensionato e riorganizzato. Negli ultimi anni stiamo tristemente assistendo ad un aumento esponenziale del contenzioso nelle scuole con dirigenti che, per incapacità, paura di sbagliare, determinazione a scaricare proprie responsabilità sui docenti e il personale della scuola, hanno creato un clima inaccettabile che rende difficile lo spirito di cooperazione e coprogettazione necessario alle attività didattiche delle Istituzioni Scolastiche.
Il progressivo gigantismo delle Istituzioni Scolastiche, derivato dai provvedimenti di
dimensionamento della rete scolastica, ha accentuato lo scollamento tra la sfera della gestione amministrativa e la sfera delle scelte educative e didattiche. Non a caso si sono creati negli ultimi anni, con oggettive forzature normative e contrattuali, i famosi “staff” della dirigenza, gruppi di docenti che sono chiamati ad affiancare il dirigente nelle sue competenze con ridicoli riconoscimenti accessori (con l’esclusione dei fidati collaboratori del dirigente). Si pensi alle funzioni strumentali diventate da articolazione funzionale delle scelte didattiche del Collegio dei Docenti a strumenti operativi degli indirizzi della dirigenza, oppure ai coordinatori di classe cui viene demandata una serie di incombenze burocratiche e amministrative che nulla ha a che vedere con l’insegnamento. La situazione normativa è complessa ma la Gilda- UNAMS ritiene che il
principio per cui il Dirigente possa essere considerato un primus inter pares sia una
prospettiva da perseguire. La nostra posizione è chiara: gli scatti di anzianità, come accade nella quasi totalità dei sistemi scolastici occidentali, devono essere mantenuti. Consideriamo inaccettabile l’ipotesi di eliminazione degli scatti di anzianità a favore di “scatti di competenza” legati al merito e contingentati su una percentuale prefissata per legge di docenti (66%) nella singola Istituzione Scolastica o in reti di scuole. L’ipotesi del governo blocca di fatto gli attuali scatti di anzianità fino al 2018 congelando le posizioni di tutti quei docenti che hanno diritto al passaggio di gradone. Ricordiamo che è tuttora bloccato l’anno 2013 (provvedimenti del governo Monti). Si tratta di un “furto” di almeno un miliardo di euro ai docenti senza contare gli effetti del blocco sul calcolo della pensione e del TFR. I famosi 60 euro che si potrebbero ottenere ogni triennio, sempre per il 66% dei docenti, di fatto non sono risorse aggiuntive, ma sono solo una rimodulazione degli attuali scatti di anzianità. Consideriamo la proposta del governo farraginosa, contraddittoria, confusa e fondata sulle vecchie ipotesi di natura premiale.
Si introducono, infatti: crediti didattici, che si riferirebbero alla qualità
dell’insegnamento in classe (?); crediti formativi, legati all’attività di formazione, ricerca e produzione scientifica (?) e che possono diventare ambiti per la proliferazione di corsi universitari e di enti di formazione di dubbia serietà; crediti professionali che sarebbero quelli assunti per promuovere l’organizzazione e il miglioramento dell’attività ordinaria come coordinatori di classe, collaboratori del dirigente, … (?). Abbiamo sempre contestato la possibilità di misurare oggettivamente il merito professionale dei docenti. Il Sistema Nazionale di Valutazione (SNV), con al centro il ruolo dell’INVALSI, ci ha sempre visto in posizioni molto critiche. Sistemi di valutazione quali quelli proposti dall’INVALSI possono, a nostro avviso, essere utilizzati solo per disegnare strategie di miglioramento dell’offerta formativa dell’Istituto Scolastico o dei singoli docenti. Non possono e debbono essere strumenti di premialità o penalizzazione finalizzate ad una diversa distribuzione delle risorse a favore delle scuole apparentemente più efficienti e innovative. Non possono e non debbono essere inserite nel cosiddetto portfolio del docente tra gli elementi di valutazione per la carriera.
Su eventuali elementi premiali e nei casi di demerito professionale la Gilda degli
Insegnanti propone la creazione di nuclei di valutazione prevalentemente formati dai docenti con l’intervento di ispettori esperti dell’area disciplinare del docente coinvolto. Rimandiamo per gli approfondimenti alle numerose analisi della Gilda su pubblicazioni specifiche, in convegni e con interventi su Professione Docente.
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