Gilda

degli

Insegnanti

 

Venezia

della Provincia di

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La signora Zaccariotto non è competente
per l’organizzazione dell’orario scolastico.
Ovvero quando i (fra poco ex) politici
farebbero bene a restare zitti.

dalla Gilda degli insegnanti di Venezia, 25.5.2014

Abbiamo appreso con sconcerto la notizia per la quale la signora Zaccariotto, uscente presidente della defunta Provincia di Venezia, intende proporre/imporre una “sperimentazione” dell’orario scolastico nella secondaria di secondo grado con la chiusura delle scuole dei poli scolastici superiori di Mestre, S.Donà di Piave e Portogruaro al sabato. Ciò comporterebbe la necessità di almeno un rientro pomeridiano settimanale in tutte le scuole coinvolte. Obiettivo:risparmiare circa 350 mila euro annui tra trasporti e riscaldamento. Si tratta a ben vedere di un risparmio risibile rispetto a tutte le spese che l’ente provincia annualmente sostiene solo per riprodurre se stesso. Con 350 mila euro non si compra nemmeno un appartamento decoroso a Venezia.

A noi consta che la legge istitutiva dell’autonomia scolastica demanda alla decisione delle scuole l’organizzazione dell’orario con delibere da parte del Collegio dei Docenti e del Consiglio di Istituto nel rispetto del tetto annuo di orario delle lezioni stabilito dallo Stato. La Provincia non ha alcuna competenza nella didattica e nell’organizzazione delle lezioni, ha solo competenza sull’edilizia scolastica delle scuole superiori.

Preoccupa ancora di più che alcuni dirigenti tra cui spiccano come spesso avviene i coniugi Rosato, uno dirigente del Morin e l’altra dello Stefanini, l’uno ex maestro elementare, l’altra ex maestra di scuola materna, abbiano sposato la proposta senza che siano adeguatamente coinvolti gli organi collegiali di governo della scuola e senza aver fatto una vera riflessione sugli effetti di tale decisione sulla didattica limitandosi a fare slogan contro la didattica frontale e proponendo immaginifici “insegnamenti interattivi e più interessanti”.

Si può certo immaginare una scuola aperta al pomeriggio e anche alla sera con attività dedicate agli studenti, attività non necessariamente rientranti nell’ambito dei curricola tradizionali, ma servono risorse vere. Basti solo pensare alla grave mancanza di mense scolastiche nella secondaria di secondo grado. Ma quanto costa organizzare mense scolastiche che garantiscano i rientri per almeno 15 mila studenti? E quanto costa il personale aggiuntivo Ata e docente che dovrebbe sorvegliare nei periodi pomeridiani non legati alle lezioni? Senza dubbio più di 350 mila euro. E chi dovrebbe organizzare e finanziare tali interventi? La Provincia? I Comuni? La futura città metropolitana? Lo Stato? Oppure le solite tasche dei genitori degli studenti?

Invitiamo quindi la signora Zaccariotto a ritirare una proposta tardiva (siamo ormai alla fine dell’anno scolastico e sono ristretti i tempi per ripensare l’organizzazione dei piani dell’offerta formativa delle scuole per il prossimo anno scolastico), che ha limitati effetti di beneficio sulla spesa pubblica e che apre problemi circa la mancanza di servizi di accoglienza per i rientri pomeridiani curricolari.

Invitiamo i docenti e i Consigli di Istituto a votare contro tale proposta che risulta, nell’attuale contesto, del tutto estemporanea e fatta per evidenti scopi di natura più legata all’apparire della politica che alla buona amministrazione.
 

Gilda degli insegnanti,
Federazione Gilda-Unams,
della provincia di Venezia