L´efficacia dell´insegnamento
non si misura con i test Invalsi

Deciso no della Gilda alla formazione obbligatoria per gli insegnanti
nel caso di risultati negativi conseguiti dagli studenti alle prove Invalsi

 dall'Ufficio stampa della Gilda degli Insegnanti, 16.9.2013 

"E´ sbagliato e ingiusto gettare la croce solo sulle spalle dei docenti se il rendimento degli alunni ai test Invalsi è scarso, perché bisogna tenere conto anche di altri fattori, tra cui il contesto socio-ambientale in cui sono inserite alcune scuole".

Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti, difende la professionalità dei docenti e critica senza mezzi termini l´articolo del decreto scuola che prevede un programma di formazione obbligatoria per gli insegnanti nei casi, presenti soprattutto al Sud, di risultati negativi conseguiti dagli studenti alle prove Invalsi.

"Percorreremo tutte le strade possibili - annuncia Di Meglio - affinché questo ingiusto articolo venga emendato in sede di conversione in legge del decreto".

La contestazione della Gilda riguarda sia l´aspetto politico che quello culturale: "L´aggiornamento dei docenti non può essere trasformato in un obbligo attraverso un decreto e scavalcando il contratto di lavoro. E poi - incalza il coordinatore nazionale - quali competenze ha l´Invalsi per poter valutare gli insegnanti? Non ci risulta che tra le sue fila annoveri grandi luminari di pedagogia in grado di decidere cosa e come si debba insegnare. Si vuole trasformare questo ente privato in una specie di grande maestro?"."Non siamo mai stati contrari a un serio e condiviso sistema di valutazione a livello nazionale - precisa la Gilda - ma non possiamo accettare che un soggetto esterno alle scuole e agli insegnanti come Invalsi rivesta un ruolo così preponderante. I test possono servire, in tutt´altro contesto, ai docenti e agli studenti per capire e aiutare a migliorare la qualità dell´offerta formativa ma - sottolinea Di Meglio - non possono essere il metro oggettivo dell´efficacia dell´insegnamento". Da qui, dunque, la richiesta al ministero dell´Istruzione di abolire le prove Invalsi e di modificare profondamente il regolamento sul sistema nazionale di valutazione.

"Invitiamo i docenti - conclude la Gilda - a non inserire nei Pof le prove Invalsi, chiedendo che correzioni e tabulazioni vengano effettuati dall´Istituto a proprio carico e senza sfruttare i docenti".


Roma, 16 settembre 2013

Ufficio stampa
Gilda degli insegnanti